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Ancora pochi giorni per prendere parte, a Londra, alla selling exhibition interamente dedicata a Siena e al Rinascimento. L’ha organizzata la casa d’aste Christie’s, che fino all’11 luglio punta i riflettori su una selezione curata di opere di artisti senesi – in mostra e in private sales, contemporaneamente – realizzate dalla metà del XIV all’inizio del XVI secolo. Proprio in coda alla mostra alla National Gallery, conclusa a fine giugno, dal titolo Siena: The Rise of Painting, 1300 ‒1350. «Nomi come Duccio, i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti e Simone Marroni», ha spiegato John Hawley, Director, Head of Private Sales, Old Master Paintngs EMEA, «hanno creato dipinti di delicata precisione, utilizzando materiali sontuosi per esaltarne la brillantezza. Il successo di queste opere è evidente sia nelle generazioni di artisti senesi che hanno seguito il loro esempio, sia nel modo in cui queste immagini rapiscono il pubblico oggi, proprio come facevano con gli spettatori quasi settecento anni fa».
Hanno fatto un tour mondiale, le grandi opere senesi di Christie’s, come vere e proprie superstar. Partivano dal Christie’s Salon di Londra ad aprile, per poi incrociare lo sguardo dei visitatori delle Classic Week di New York a maggio, poi Parigi a giugno e gran finale, in questi giorni, a Londra. I protagonisti? Duccio, i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Simone Martini e Segna di Bonaventura, «che hanno rivoluzionato il linguaggio della pittura medievale», spiegano da Christie’s, «introducendo una nuova sensibilità per il movimento, l’emozione e la narrazione visiva».
Sano Di Pietro (Siena 1405-1481), Natività. CHRISTIE’S IMAGES LTD. 2025
La mostra presenta una curata selezione di dipinti e di miniature su fondo oro realizzati tra la metà del Trecento e l’inizio del Cinquecento. E a questo proposito, è John Hawley, esperto di opere d’arte antica di Christie’s, a spiegare in un recente articolo della maison che cosa sia, e che cosa rappresenti, un’opera d’arte su fondo oro. «Tecnicamente parlando», spiega Hawley, «si tratta di una qualsiasi opera con uno sfondo in foglia d’oro. Può trattarsi di un dipinto, di un mosaico o di una miniatura di un manoscritto, tutti lavori su cui è stata applicata la foglia d’oro secondo una tradizione che risale a circa 1500 anni fa. Tuttavia, quando gli storici dell’arte usano il termine, di solito si riferiscono ai dipinti religiosi realizzati tra la seconda metà del XIII secolo e l’inizio del XV secolo, che tendono a raffigurare la Vergine, Cristo e i santi su pannelli di legno ricoperti di foglia d’oro. Una manciata di queste opere proviene da Francia, Spagna ed Europa centrale, ma la stragrande maggioranza è italiana. Lì, i due maggiori centri di produzione furono Firenze e Siena, sebbene anche altre repubbliche e regni, tra cui Genova, Venezia e Napoli, avessero le proprie scuole».
Ed ecco una nutrita schiera di queste opere, tutte realizzate da maestri italiani, in mostra e in vendita da Christie’s. Tra le opere in catalogo, anche Santa Agnese di Segna di Bonaventura (attivo a Siena tra il 1298 e il 1331), tempera su tavola con fondo oro; The Madonna and Child with Saints John the Baptist and Bernardino da Siena ad opera di Girolamo di Benvenuto; e poi ancora Il Beato Andrea Gallerani, di Andrea Vanni: morto il 19 marzo 1251, fu un soldato e un nobile prima di essere esiliato da Siena per aver assassinato un uomo blasfemo. I prezzi? Tutti rigorosamente “su richiesta”.
«I collezionisti di opere d’oro italiane del Medioevo tendono a dare priorità alla qualità e alle condizioni», rivela ancora l’esperto di Old Masters John Hawley, in un approfondimento pubblicato da Christie’s. «Anche una solida attribuzione e una provenienza storica rendono un’opera desiderabile». Con un trend da tenere monitorato: «Anche i collezionisti d’arte contemporanea stanno entrando nel mercato, ammirano le qualità tattili e trascendentali di queste opere, e le considerano punti fermi di una collezione trasversale».














