24 novembre 2003

fino al 17.I.2004 Daniel Buren – Les Parallèles Brescia, Galleria Massimo Minini

 
Buren allarga il campo visivo coinvolgendo lo spazio e crea opere appositamente per il luogo destinato alla mostra. Ma questa volta non ci sono le finestre a far da supporto. La relazione è tra l’opera, lo spazio e la sua illuminazione artificiale…

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Dall’iniziale scelta di non utilizzare mezzi pittorici convenzionali nel 1965, Daniel Buren (Boulogne-Billancourt, 1938), prosegue la ricerca sullo spazio e il suo contesto. Nelle mostre agli inizi della sua carriera a Parigi con Mosset, Parmentier e Toroni (BMPT) lo spettacolo diventava parte integrante del lavoro, si instaurava una dialettica con il contesto. Erano gli anni del concettualismo (‘60-‘70), quando la ricerca era rivolta prevalentemente alla progettazione, al processo mentale più che sul fare artistico.
Buren prosegue questa riflessione fino ad oggi, lavorando sullo spazio e sul suo contesto: l’opera diviene l’ambiente che l’artista si limita a rendere conoscibile. Con la sua presenza segnala la struttura architettonica dello spazio espositivo e, diDaniel Buren conseguenza, anche come il luogo condizioni la percezione dell’opera stessa. Non esiste pittura e nemmeno l’oggetto “quadro”, l’opera diventa l’intervento in “situ”, nel quale è sottolineato un particolare dello spazio in cui viene realizzato. È il passaggio dalla seconda alla terza dimensione, l’artista realizza appositamente per la mostra opere effimere accompagnate da testi esplicativi che vengono poi distrutte.
Per questa mostra Buren realizza due “cabanes” in relazione con lo spazio circostante su cui interviene trasformandolo in una scacchiera bianca-nera, bianca-rossa. In questo lavoro si legge tutta la complessità del dialogo tra il luogo, l’opera e lo spettatore. Composta di interventi sia sulle pareti che da due costruzioni architettoniche realizzate in materiale plastico, moltiplica e modifica le dimensioni della galleria. Entrando nelle due “cabanes” lo spazio è destinato a farsi altro, ad alterarsi incessantemente, dando la sensazione di mutare all’infinito semplicemente spostandosi fisicamente di posizione alDaniel Buren loro interno. In una sorta di illusione ottico-geometrica la percezione di distanza o di direzione non corrisponde ai dati oggettivi. Lo spazio fisico secondo l’intuizione umana del mondo reale in cui si collocano i corpi materiali, non coincide con l’oggettività, include anche ciò che è dato dall’esperienza soggettiva. L’opera non è più interpretabile dal punto di vista esclusivamente dell’oggetto, basandosi sulla realtà della sua esistenza concreta, ma secondo il proprio pensiero e l’esperienza che si vive nella sua fruizione.
Da dentro le due “cabanes” tutto lo spazio della galleria è coinvolto: dalle pareti a scacchiera alle luci sul soffitto. Muovendosi al loro interno tutto si sposta, si altera, guardando in alto, le luci si trasformano creando interessanti “giochi” ottico-geometrici.

irene cafarelli
mostra vista il 15 novembre 2003


Daniel Buren “Les Parallèles” Travaux in situ
Brescia, Galleria Massimo Minini, via Apollonio 68
orario di visita: 15.30-19.30 da martedì a sabato
ingresso: libero
per informazioni: 030 383034 galleriaminini@numerica.it


[exibart]

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