22 novembre 2002

fino al 25.I.2003 Wilfredo Lam – Cuba Italia. Un percorso Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese

 
Anche la ricetta dei Frijoles negros per ricordare il grande pittore (e cuoco) Wilfredo Lam che riuscì a sintetizzare i "sapori" delle più lontane culture. Tra spunti surrealisti e suggestioni antillane...

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Nel 2002 ricorre il centenario della nascita e il ventennale della morte di Wilfredo Lam, (Sagua La Grande, 1902-Parigi, 1982), artista di fama internazionale, che ha vissuto e lavorato soprattutto nell’ultimo periodo della sua lunga vita in Italia, ad Albisola. Per ricordarlo, la Galleria del Credito Valtellinese, in collaborazione con la famiglia Lam, gli dedica un’antologica in cui convergono opere di collezionisti soprattutto milanesi e parigini, eseguite tra il 1938 e il 1980.
Una rassegna quindi esaustiva per ripercorrere l’avventura di un artista segnato dagli incontri con Picasso, Chagall, Mirò, Leger, Matisse, Braque , ed il movimento surrealista. LaWilfredo Lam scoperta delle sue radici nelle maschere negre di Picasso è l’emblema di uno scambio vitale ben sintetizzato dalle parole di Breton: “E’ probabile che Picasso abbia trovato in Lam la sola conferma a cui poteva tenere, quella dell’uomo che al contrario di lui aveva compiuto il cammino inverso: raggiungere, partendo dal meraviglioso primitivo che è in lui, le più alte vette della conoscenza “.
Nel 1941 Lam ritorna a Cuba in compagnia di Breton, Max Ernst e dell’antropologo Levi Strauss che gli permette di stabilire un legame ancora attuale con i miti delle Antille. Lo proteggono in questo scandaglio degli archetipi i totem dell’isola Bilibili che ora accolgono i visitatori della mostra milanese. L’allestimento, luminoso e razionale, ha tolto le ombre inquiete di bambara, dogon, senufo e mende, le statue che, recuperate in Africa e Oceania, dovevano continuamente evocare gli spiriti ancora vivi in Lam, figlio di padre cinese e di madre afro-ispanica, cresciuto in una Cuba cattolica e protetto da una madrina maga e guaritrice.
In catalogo si insiste molto su queste matrici, come nel saggio in cui Enrico Baj insegue questo “nomade della giungla” tra i destini dei nomi e le capitali europee fino all’approdo milanese e l’incontro con lo stampatore Wilfredo LamGiorgio Upiglio: è qui che esegue tra il 1962 e il 1981 lastre all’acquaforte, all’acquatinta, alla vernice molle o di pietre litografiche. Ne ricorda la quantità impressionante “a tal punto che non si riuscì a stamparle tute e ben 83 incisioni originali, ma inedite, appaiono solo ora in occasione della presente mostra “. A questo proposito è di grande interesse il testo, redatto da Luciano Caprile a seguito dell’incontro con Giorgio Upiglio, che ci permette di seguire i gesti e il fare di un artista che era riuscito ad abbinare la forza del segno alla delicatezza dei timbri, ottenuti usando l’acquerello per cercare le soluzioni tonali più adatte.
La mostra è in tre sedi: al Refettorio delle Stelline di Milano, a palazzo Sertoli e al Museo Civico di Sondrio.

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Il sito della mostra

gabriella anedi
mostra visitata il 15 novembre 2002


Wilfredo Lam-Cuba Italia. Un percorso
Galleria Gruppo Credito Valtellinese, C.so Magenta 59, Milano
Dal 15 novembre 2002 al 25 gennaio 2003
Orario: lunedì – venerdì, ore 10 – 19; sabato e domenica chiuso. Ingresso libero
Per informazioni: Galleria Gruppo Credito Valtellinese, tel. 02/48008015
Catalogo a cura di Luciano Caprile, Silvana Editoriale. Testi critici di Luciano Caprile, Daniel Abadie, direttore del Jeu de Paume; ontributi e testimonianze di Enrico Baj, Laurin Lou Lam, Eskil Lam, Giovanni Poggi e Giorgio Upiglio.
In occasione della rassegna è stato presentato il secondo volume, edito da Acatos, del Catalogo Ragionato dei dipinti di Lam eseguiti tra il 1961 e il 1982, nella quasi totalità in Italia


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