18 dicembre 2002

fino al 4.I.2003 For Your Eyes Only – Daniel & Geo Fuchs Milano, Photology

 
Un nuovo progetto per festeggiare il decimo anno di Photology. L’intento? Riprendere gli occhi di gente famosa. Il risultato: dislocare gli occhi fotografati su parti del corpo diverse e…

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Si spingono nei luoghi di lavoro, nelle abitazioni, negli spazi espositivi; i loro obbiettivi vanno dove intimità, riflessioni, spensieratezze e creatività trovano rifugio e nuove energie per riformularsi. Ad essere soggetti non sono solo i contorni, i contesti aperti o chiusi, gli sfondi delle stampe polaroid, ma piuttosto gli occhi. Intesi come corpi unici e complessivi della vita e del fare fotografia, i bulbi di figure come quelle di Christo, Jeanne-Claude, Nina Hagen, Bryan Adams, William Wegman, Louise Bourgeois, Sophie Calle, Rammstein, Mondino, Barbara Sukova, Joe-Peter Witkin, SirPIERRE ET GILLESNorman Foster, Christian Lacroix, Andres Serrano, Sven Väth, Matthias Reuss, Uschi Obermair, Philippe Starck, Dieter Appelt, Paco Rabanne, Peter Lindbergh, Elliott Erwitt, Thomas Struth, Thomas Ruff, Peter Beard, Tracey Moffatt, William Wegman, Duane Michals, sono sottratti al passaggio del tempo e si restituiscono alla presenza delle immagini. Scatti di stile, decorati e precisi. Ne parlano le vetrine della galleria dove le foto sono assemblate su pannelli a puzzle di geometrie regolari. Ciascuna occupa una o più figure e si registra in diversi modi: secondo varie dimensioni, differenti angolature, in primo piano e non. Inseriti nei volti, oppure, in seguito agli interventi di riposizionamento, in altre collocazioni.
Ricollocati in corrispondenza di altre parti dei corpi diventano occhi su orecchie, su capezzoli, su pancia. Ricostruzioni scenografiche in cui chi si fa fotografare parla di sé eMOFFATT della scrittura automatica come forme di un vedere esteso, ad ogni piano e parte del corpo: corpi vedenti, corpi pensanti, corpi macchine. Si diceva pannelli a puzzle. Al centro di uno di questi, in primo piano, si vedono lettere arabe truccare i contorni dei bulbi di Shirin Neshat; sotto i gesti delle mani e il viso di Chuck Close sembrano simulare l’atto del pensiero prima dello scatto. Altre riprese effettuate sono quelle raccontate dai viaggi, come quello da Los Angeles a Twenty-Nine Palms per trovare, nel deserto californiano, la casa Jack Pierson. Da questa particolare locazione prende il titolo la serie di foto In the middle of nowhere – in mezzo al nulla. Il fotografo Pierson è sdraiato a terra, con le braccia aperte, e tiene in una mano una polaroid con gli occhi stampati. Come in un alveare è invece il nome della serie chiamata così da un’impressione sorta a Daniel e Geo Fuchs, guardando la particolare configurazione dello studio di David LaChapelle. La foto lo ritrae dall’alto di una scala sullo sfondo di una bandiera americana. E Piccole lampade colorate e altari dorati è quella dedicata al mondo Pierre & Gilles. Infatti miriadi di oggetti riempiono il loro covo e la scelta fotografica va per l’appunto a trovare una grande cornice dorata neobarocca: perfetto il contrasto con i tatuaggi che ricoprono i corpi dei due artisti.

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tullio pacifici
mostra visitata il 14 dicembre 2002


For Your Eyes Only-Daniel & Geo Fuchs
Fino al 4.I.2002; Photology, via della Moscova 25, (MM Moscova) 20121 Milano
Tel. 02/6595285, fax. 02/654284, e–mail: photology@photology.com
Orario: 10 – 13, 15 – 19. Chiuso Domenica e Lunedì.
Mostra a cura di Davide Faccioli. Disponibile in galleria calendario Photology anno X 2003 For Your Eyes Only


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