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Fino all’8.IX.2002 Il Ritorno dei Giganti – Pittori in Germania 1975-1986 Milano, Fondazione Mazzotta
milano bis
Tra contaminazioni linguistiche e commerciali, un’occasione per rileggere l’avventura tedesca dei Nuovi Selvaggi nella collezione di una banca…
La banca è la Deutsche Bank che, tra le sue 50.000 opere, annovera anche questo nucleo formatosi con rara tempestività in parallelo alle vicende artistiche della Nuova Figurazione in Germania e dei “Neue Wilden“, i Nuovi Selvaggi degli anni Ottanta.
Quale il filo rosso? Nella disparità dei linguaggi e dei riferimenti, concorde è il richiamo alle avanguardie del ‘900, l’Espressionismo tedesco in primis, e la ripresa della figurazione/narrazione. Selvaggi? Qualcuno lo mette in dubbio. Troppo cosciente il loro attingere a fonti eterogenee (la musica punk, i mass media, gli avvenimenti giovanili) ma soprattutto, come sostiene Zdenek Felix nel suo saggio, scettici e senza illusioni.
Quadri collettivi. Un modo per mettere in crisi il sistema di valutazione dell’arte basato sulla personalità e l’originalità eppure, di fronte a ciò, un mercato pronto a recepire e rilanciare con forza il valore non solo estetico di queste nuove apparizioni.
Il ritorno dei giganti. Sul titolo della mostra (tratto da un quadro di Rainer Fetting) insiste il saggio di Barilli: se la parola “ritorno” è un leit-motiv del Novecento, con il termine di giganti c’è un immediato rilancio con una connotazione mostruosa, “di forza bruta e sconvolgente, difficile da amministrare, pronta ad avventurarsi nel mito”.
Dal punto di vista iconografico si possono accomunare Fetting e Middendorf per la loro relazione con il vissuto urbano: in prospettive sbilanciate emergono carichi di tensione nudi maschili che attraversano le diagonali di uno spazio sempre carico di tensione.
Sono gli allievi di Hodicke, il padre dei Nuovi Selvaggi , fautore dello sguardo soggettivo che oscilla tra i paesaggi irlandesi e la violenta umanità berlinese.
Da Beuys discende invece, con una svolta radicale, la pittura di Immendorff, partita nel 1966 con il motto “smettiamo di dipingere ” e approdata poi alla serie di Café Deutschland, riflessione drammatica e irriverente sulle due Germanie.
Provocatoria appare l’autorappresentazione di Elvira Bach, dove l’analisi introspettiva si serve di iconografie molto povere, frammentate e con una gestualità più frettolosa che violenta.
Ditirambica è invece definita dallo stesso autore, Lupertz, la sua pittura che, rifacendosi al mito delle baccanti di Dioniso, presenta oggetti come ghiande, elmi e spighe carichi di ambiguità eversive.
Una storia variegata e forse ancora troppo recente per una sua storicizzazione anche se appare evidente il parallelismo con le vicende italiane degli anacronisti e della transavanguardia , confronto sul quale insiste lo stimolante saggio di Renato Barilli in catalogo.
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Informazioni sulla collezione
Gabriella Anedi
Il Ritorno dei Giganti – Pittori in Germania 1975-1986
Dal 21/06 all’8/09
Fondazione Mazzotta, Foro Buonaparte 50, Milano
Orario: 10-19,30, martedì e giovedì 10-22,30; chiuso lunedì
Chiusura estiva: 12-19 agosto 2002
Biglietto d’ingresso: € 5,50, ridotto € 4,50
Visite guidate su prenotazione e last minute.
Per informazioni: segreteria didattica 02/86912297 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 15 (chiuso in agosto), e-mail didattica@mazzotta.it
Guida alla mostra € 1,50 e informazioni su www.paperweb.it e www.mostra.artv.itPer informazioni: tel 02/878197, fax 02/8693046 e informazioni@mazzotta.it
Catalogo con testi di G. Wendermann, Z. Felix, R. Barilli, M. Burioni, 196 pp., 154 ill., € 28 in libreria, € 18 in mostra
[exibart]