10 ottobre 2002

fino al 16.XI.2002 Javier Garcerà – Del Hespacio Heredado Milano, Studio d’Arte Cannaviello

 
Fotografia, elaborazione digitale e intervento pittorico in una perfetta armonia. Ecco l’alchimia tecnica di Javier Garcerà. Un visionario compositore di ambientazione evanescenti dove un’idea di natura sopravvive come “espacio heredado”...

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La stagione espositiva allo Studio d’Arte Cannaviello si apre con una personale dell’artista spagnolo Javier Garcerà.
Del Hespacio Heredado è un suggestivo percorso che si snoda attraverso tele dall’impatto quasi spettrale raffiguranti interni di monumentali edifici dimessi. La visione di queste tele è un inabissarsi in ambientazioni vibranti e visionarie, dove accanto a tracce di trascorse presenze umane convivono dei brandelli di natura. Sempre lo stesso paesaggio, una sorta di natura teatralizzata, ritorna assumendo diverse forme; è un paesaggio sospeso Javier Garceràin equilibrio precario, dilatato, lacerato, riflesso, ripetuto serialmente. Si tratta di una natura artefatta… frutto di una produzione seriale come scrive Michele Robecchi nel catalogo.
Il punto di forza di questa natura è nella resistenza, nel suo essere “espacio heredado”, nel suo attestare, sempre e nonostante tutto, un legame indissolubile con l’uomo, pur all’interno dell’artificio e di una cattività in cui perlomeno gli è concessa una sopravvivenza.
Altro aspetto affascinante della ricerca di quest’artista, è la straordinaria raffinatezza tecnica: a livello tecnico-formale la convivenza tra la natura (come ritorno del rimosso) e la costruzione che la ingabbia corrisponde perfettamente alla compenetrazione tra tecnologia e talento pittorico.
Partendo dalla fotografia quale dato reale, attraverso successivi interventi, Garcerà incrina la veridicità di ciò che è raffigurato. La fotografia si costituisce esclusivamente come prima fase di un processo generativo dell’opera quanto Javier Garceràmai complesso e stratificato. Mediante l’elaborazione digitale l’artista opera una sensibile modificazione degli interni; questi luoghi ne risultano come sospesi in una dimensione fortemente straniante, ma al tempo stesso riconoscibile.
Il successivo intervento pittorico non fa altro che amplificare straordinariamente quest’effetto di irrealtà ed evanescenza: l’artista interviene sulla superficie con grafite, cera, olio; ogni segno si stratifica compenetrandosi con gli interventi precedenti. Garcerà modula con intenso lirismo una materia pittorica quasi graffiata, incisa, dominata da una cupa oscurità e squarciata da improvvisi ed abbaglianti lampi di luce; questi “paesaggi in interno”, quasi delle cattedrali gotiche della postmodernità, vivono come un continuo e vibrante dissolvimento.

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mostra vista il 4/10/2002


Javier Garcerà – Del Espacio Heredado
Dal 2/10 al 16/11
Studio Cannaviello, via Stoppani 15, Milano
Orari: mart-sab 10.30-19.30
Informazioni: tel. 02/20240428; e-mail cannaviello@interfree.it


[exibart]

3 Commenti

  1. Garcerà non mi sembra nè un “pittorucolo” nè “una sòla”…se proprio dovete sputare…almeno prendete bene la mira…oppure sputatevi addosso l’uno con l’altro…

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