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31
maggio 2010
fino al 18.VI.2010 Vittorio Corsini Milano, Corsoveneziaotto
milano
Il respiro luminoso di una croce riempie lo spazio della galleria. Un esercizio d’attenzione per lo spettatore, che inserisce un nuovo elemento nelle sculture dell’artista toscano: il tempo...
Fin dal titolo, Esercizio 1 di Vittorio Corsini (Cecina, Livorno, 1956; vive a
Firenze) sottolinea il suo affrontare un nuovo terreno, sebbene non
completamente inesplorato rispetto alle ricerche precedenti. ‘Esercizio’ è un
termine che si riferisce a un’area semantica legata a un tempo ciclico e
ripetuto, che si inserisce in contesti legati al corpo, alla mente e allo
spirito.
Firenze) sottolinea il suo affrontare un nuovo terreno, sebbene non
completamente inesplorato rispetto alle ricerche precedenti. ‘Esercizio’ è un
termine che si riferisce a un’area semantica legata a un tempo ciclico e
ripetuto, che si inserisce in contesti legati al corpo, alla mente e allo
spirito.
Ambivalenza riproposta dalla simbologia legata all’opera:
un croce rossa composta da 500 led luminosi, la cui intensità passa
ciclicamente da un minimo appena visibile a un massimo in grado di affaticare
lo sguardo dello spettatore. L’oscillare dell’intensità procede lentamente,
ricordando la ciclicità di un respiro profondo.
un croce rossa composta da 500 led luminosi, la cui intensità passa
ciclicamente da un minimo appena visibile a un massimo in grado di affaticare
lo sguardo dello spettatore. L’oscillare dell’intensità procede lentamente,
ricordando la ciclicità di un respiro profondo.
L’interesse dell’artista toscano per questo simbolo è
legato alle osservazioni di Michel Focault sul tema della nascita dei concetti
di follia e malattia, connessi alla
costruzione di luoghi di segregazione, manicomio e clinica, in cui si instaura
un rapporto di dominio tra medico e paziente. La croce rossa era già stata protagonista di Codice rosso, al centro di cinque manifesti
accompagnati da differenti esortazioni, appesi in più luoghi della città di
Porcari in provincia di Lucca.
legato alle osservazioni di Michel Focault sul tema della nascita dei concetti
di follia e malattia, connessi alla
costruzione di luoghi di segregazione, manicomio e clinica, in cui si instaura
un rapporto di dominio tra medico e paziente. La croce rossa era già stata protagonista di Codice rosso, al centro di cinque manifesti
accompagnati da differenti esortazioni, appesi in più luoghi della città di
Porcari in provincia di Lucca.
Se allora il contenuto narrativo dell’opera rifletteva sul
valore simbolico più condiviso, facendone una sorta di soccorso emotivo,
esortando a gesti di tenerezza, in Esercizio 1 la denuncia di Foucault ritorna
nell’oscillare delle luci, il cui ritmo lento si contrappone alla violenza
della loro massima intensità.
Si può riconoscere un legame tra il rigore formale dell’opera
con certa arte cinetica e programmata degli anni ‘60, anche se il rinvio
riguarda piuttosto il coinvolgimento dello spettatore, come indicava Angela
Vettese nel catalogo della mostra Milano et Mitologia: “La posizione assunta, da
estetica, si fa anche etica e ideologica: l’instabilità e la variabilità delle
opere impone all’osservatore di abbandonare ogni pigrizia mentale, in senso
letterale e forse anche politico”.
con certa arte cinetica e programmata degli anni ‘60, anche se il rinvio
riguarda piuttosto il coinvolgimento dello spettatore, come indicava Angela
Vettese nel catalogo della mostra Milano et Mitologia: “La posizione assunta, da
estetica, si fa anche etica e ideologica: l’instabilità e la variabilità delle
opere impone all’osservatore di abbandonare ogni pigrizia mentale, in senso
letterale e forse anche politico”.
Nello stesso modo, Corsini impone allo spettatore di
soffermarsi di fronte alla sua installazione luminosa, solitaria al piano terra
della galleria. In modo da partecipare al suo ritmo lento e coglierne le
diverse sfumature, attraverso il cambiamento di angolo di visuale.
soffermarsi di fronte alla sua installazione luminosa, solitaria al piano terra
della galleria. In modo da partecipare al suo ritmo lento e coglierne le
diverse sfumature, attraverso il cambiamento di angolo di visuale.
Al piano superiore, oltre a due maquette della croce luminosa,
interessanti per capire l’origine della ricerca e il suo affinarsi a livello
formale, si trovano alcune sculture di vetro, che continuano la produzione “fragile” dell’artista toscano. Da
osservare l’esperimento legato al tema dell’abitare, altra costante dell’opera
di Corsini: La Casa è il modello di un appartamento dalle pareti trasparenti, che
permettono di indagare la vita privata di un coppia di conviventi. Al suo
interno il modello è “arredato” dai dialoghi di una coppia reale, che si è
prestata a trascrivere frammenti della propria intimità per questo reality
concettuale.
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Vittorio
Corsini – Esercizio 1
a cura di Ludovico Pratesi
Galleria Corsoveneziaotto
Corso Venezia,
8 (zona San Babila) – 20121 Milano
Orario: da
martedì a sabato ore 10-13 e 15-19
Ingresso
libero
Info: tel. +39
0236505481; fax +39 0236505492; info@corsoveneziaotto.com; www.corsoveneziaotto.com
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