29 aprile 2008

fino al 2.V.2008 Albert Pinya Milano, Alberto Mario Torri

 
Dal muro alla tela, fino alla scultura ready made. AMT apre la sede milanese all’insegna di uno urban ibridato. Tra pop, folk e grafismi infantili. Per la destituzione ironica delle “nuove icone”...

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All’esordio milanese, per AMT pare essere già tempo di bilanci: Albert Pinya (Palma de Majorca, 1985) passa in rassegna la produzione dell’ultimo anno, carico della promessa dell’evento itinerante No va mas a cura di Achille Bonito Oliva. Per l’artista autodidatta, che rinuncia all’accademia e fatica ad attendere che il colore asciughi sulla tela, la comicità è latente negli oggetti di consumo, tra icone letterarie e cinematografiche, e nei comics. Un manifesto della leggerezza pittorica in acrilico e spray, che cerca di farsi messaggio collettivo.
Con l’abbandono della profondità prospettica, le tele di Pinya forniscono un unico primo piano universale: nella frontalità trova spazio il gigantismo di immagini iconiche, forme semplici e primarie, ingoiate da un colore piatto e preponderante. Le rotondità accomodanti compensano con l’insistenza ripetitiva su soggetti tematici -l’avión fálico, cactus erotici, nuvole, navicelle spaziali, pomodori antropomorfi e bottiglie di whisky- componendo una simbolica autoreferenziale e autonoma.
La struttura compositiva caotica e sincretica, scelta nel tentativo di soddisfare la multilateralità degli stimoli, non nasconde però il forte indebitamento con il graffitismo: Basquiat non è solo un fantasma, è una presenza nel segno e nello stile (piccoli dentini stilizzati, occhi tondi e vuoti, nasi triangolari e la stessa calligrafia delle scritte su tela). Che diventano però puro “colonialismo linguistico” e inesperienza della citazione, mischiandosi a elementi pittorici in maturazione, non ancora riconoscibili né identificanti.
Albert Pinya - Hello Kitti - 2007 - tecnica mista su tela - cm 130x146
Dal punto di vista tematico, Pinya gioca su accostamenti contraddittori, “scandalosi”, cercando di liberare, a suo dire, l’energia anestetizzata della factory. La sessualità, declinata in chiave personale e omnipervasiva, trattiene in un unico corpo frammenti di cultura popolare e commerciale. E Hello Kitty finisce per essere coinvolta in un pissing minaccioso, sul sereno sfondo di nuvole e palle di gomma. Ma la destituzione ironica non fa altro che scivolare nella dissacrazione “giovanilistica” del villaggio globale. Forse, nella sovrapposizione continua delle fantasie, Pinya finisce per essere caotico e iperattivo, senza colpire il bersaglio.
Nell’ambizione di essere artista plastico completo assembla vecchie bambole, lattine ed eroi in plastica, dandogli forma di scultura. Spiderman e Batman finiscono a testa in giù in un secchio colmo delle gambe nude delle Barbie, mentre Superman e Goldrake trasfigurano negli amigos dell’artista.
Albert Pinya - Save the planet - 2007 - tecnica mista su tela - cm 60x60
Contro il commercio dell’immagine artistica e alla ricerca di una contemporaneità non globalizzata, lo spagnolo guarda alle pitture murali in carbone ed ematite delle grotte di Altamira, inseguendo una dimensione alchimistica e rituale della pittura. L’ingenuo principio edonista si coniuga, infine, con una lieve carica critica, frutto del sentirsi compromesso con la cultura popolare, con il corso degli eventi, e convinto dell’utilità sociale del messaggio artistico. Contro una società decadente, ridicola, vuota nell’anima e pessima nei valori.

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simone frangi
mostra visitata il 19 marzo 2008


dal 6 aprile al 2 maggio
Albert Pinya – Solo Pinya
AMT – Alberto Mario Torri Gallery
Via Lamberto De Bernardi, 1 (zona Palestro) – 20129 Milano
Orari: da martedì a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Catalogo € 10
Info: tel. +39 0245499769; fax +39 0245499771; info@amtgallery.com; www.amtgallery.it

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