27 settembre 2001

Fino al 21.X.2001 La Scapigliatura milanese. Note colori versi e umori della Compagnia Brusca Gavirate (va), Chiostro di Voltorre

 
La mostra presenta una novantina di opere d’arte, più di cinquanta documenti letterari, un consistente numero di spartiti d’epoca, fotografie e riproduzioni della Milano del secondo Ottocento, oltre a curiosità sul modo di vivere degli Scapigliati...

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“La Scapigliatura è composta da individui di ogni ceto, di ogni condizione, di ogni grado possibile della scala sociale. Proletariato, medio ceto e aristocrazia; foro, letteratura, arte e commercio; celibato e matrimonio; ciascuno vi porta il suo tributo; ciascuno vi conta qualche membro di ambo i sessi; ed essa li accoglie tutti in un amplesso amoroso, e li lega in una specie di mistica consorteria, forse per quella forza simpatica che nell’ordine dell’universo attrae fra di loro le sostanze consimili. La speranza è la sua religione; la fierezza è la sua divisa; la povertà il suo carattere essenziale”. Queste parole di Cletto Arrighi, tratte dal romanzo “La Scapigliatura e il 6 febbraio”, sono il filo conduttore della rassegna in corso, fino al 21 ottobre, presso il Museo d’Arte Moderna del Chiostro di Voltorre, monastero benedettino del XIII secolo di proprietà della Provincia di Varese.
Oltre duecento opere e documenti originali del tempo offrono uno spaccato della società milanese della seconda metà dell’Ottocento e un nuovo taglio di riflessione sull’opera di quei giovani artisti lombardi e piemontesi che, tra il 1860 e i primi anni del Novecento, proposero un rinnovamento estetico e critico della mentalità e dei modelli della borghesia tardo romantica.
La rassegna, curata da Mario Chiodetti, si articola in quattro sale che presentano al pubblico una visione integrata delle arti scapigliate, in un itinerario che spazia dalla pittura alla musica, dalla scultura alla poesia e al giornalismo, senza tralasciare le curiosità legate alla cucina e alla ‘cultura da Osteria’.
Le opere esposte – provenienti da collezioni private italiane ed istituzioni pubbliche, tra cui la Civica Raccolta Bertarelli del Castello Sforzesco, il Museo del Paesaggio di Verbania, il Museo Teatrale alla Scala e le biblioteche Ambrosiana e Braidense – sono poco conosciute e alternative, in pratica non “di cassetta”. Ne è prova la stessa immagine-simbolo della mostra, l’acquaforte “Ai benemeriti del Chiostro di Voltorre” di Luigi Conconi, esposta accanto ad opere pittoriche di Ranzoni, Cremona, Bianchi, Mazza, Tominetti, Grubicy e Gignous raffiguranti le affascinanti donne della Milano “bohéme” e le bellezze del paesaggio lombardo. Non meno interessanti sono le quaranta sculture in mostra, tutte in bronzo, che riprendono soggetti quotidiani come il tema della maternità o quello della fanciullezza e dei primi incontri amorosi. Concerto scapigliatura: evento collaterale alla mostraNe sono testimonianza gli “Innamorati sotto il lampione” di Medardo Rosso, il “Bimbo seduto con il cesto di uva rovesciato” di Pellini e le due “Maternità” del Bargiggia. Altrettanto ricca di documenti è la sezione dedicata alla letteratura e alla musica colta e popolare, dove trovano posto il manoscritto autografo dell’ultima pagina de “I cento anni” del Rovani, gli spartiti e i libretti del Boito, oltre alla chitarra appartenuta al leggendario cantastorie milanese Barbapedana.
L’ambientazione si avvale di gigantografie della Milano di allora, fotografie dei poeti degli artisti scapigliati, carteggi e oggetti d’epoca, tra cui bicchieri, cucchiaino e zucchero per sorseggiare l’assenzio, la ‘fatina verde’ proibita ancora oggi dalla legge italiana perché considerata una droga.
A corredo dell’esposizione è stato realizzato da Fabbrica Arte, in collaborazione con Zecchini Editore, un prestigioso volume, unica pubblicazione sul fenomeno della Scapigliatura nel panorama editoriale italiano, con interventi critici di importanti firme del nostro panorama culturale: Giulio Carnazzi per la letteratura; Roberto Leydi e Luigi Monti per la musica; Rolando Bellini per le arti figurative e Alberto Capatti per la cucina.

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Annamaria Sigalotti


Fino al 21.X.2001. La Scapigliatura milanese. Note colori versi umori della Compagnia Brusca. Gavirate (Varese), Chiostro di Voltorre. Museo d’Arte Moderna, Piazza Chiostro 23. Orario d’apertura:martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso lunedì. Ingresso: intero £ 15.000; ridotto £ 7.000. Info: Fabbrica Arte, tel. 0332.743914; e-mail: info@fabbrica-arte.com, sito web:www.fabbrica-arte.com. Catalogo: Zecchini Editore-Fabbrica Arte (in mostra £ 60.000; in libreria £ 90.000).



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2 Commenti

  1. Quando ebbi la fortuna di avvicinarmi al mondo della Scapigliatura Lombarda, perdendomi nei meandri della loro poliedricità creativa, ho pensato da subito che fosse l’equivalente di un eccelso livello raggiungibile nell’arte; che si trattasse di pittura, scultura, letteratura ed altro ancora. Ma quello che sortì la mia ammirazione fu quel legame tra arte e vita che forse in egual misura mai fu davvero raggiunto. E penso allora ad un Emilio Praga che va alla ricerca di oggetti da raffigurare per le campagne avulse dai frastuoni della metropoli milanese, tutto cantiere ed entusiasmo, mettendo inoltre nero su bianco poetiche e sapienti divagazioni idilliache. Il giovane Rosso, accademico di Milano, che scolpisce le impressioni che gli provengono dalla quotidianità, quando prende gli “Omnibus” per recarsi in Accademia; ancora, il famigerato librettista Boito.Insomma, esprimo tutto il mio entusiasmo per questa mostra che denota saggiamente, a-priori, la fondamentale affinità tra le arti,oltre che l’affascinante vivere alla bohémien, precipua caratteristica di questi artiti figli della nuova metropoli.

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