10 ottobre 2000

Fino al 27 X 2000 …L’aviatore… San Donato Milanese, Crowne Plaza Hotels

 
Otto eccezionali artisti-esploratori interpretano il desiderio dell'uomo di librare nel cielo: viaggio dilatato nella terra dei colori, della scultura, delle istantanee...

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Lo studio D’Ars di Milano, con il progetto artistico di Maria Grazia Chiesa e Giuliana Falciola, promuove una rassegna di mostre personali e collettive in omaggio ad Antoine De Saint-Exupery, nel centenario dalla sua scomparsa. Oggi, apriamo una parentesi particolare su un’esposizione che si ispira alla prima novella pubblicata dal geniale autore, “L’Aviatore”. E’ il racconto delle temerarie avventure di un pilota-istruttore che attraversa i cieli e i pericoli più estremi – fino all’irreparabile – conscio solo della sua folle passione per l’innalzarsi e volteggiare.
Le sculture di Luigi Calvelli e Mario Rossello, la fotografia di Franco Mammana, i dipinti di Vincenzo Torcello, Carlo Rè, Federico Mantero, Allan O’Mill e Ornar Ronda ci accompagnano in questa meravigliosa avventura.
Dialogando con alcuni di questi artisti possiamo immergerci nella contemplazione dei loro tesori. Insieme a Vincenzo Torcello vediamo l’opera scendere dalla parete e dare spazio alla creatività: 113 aeroplanini di carta veicolano messaggi e poesie d’amore: “la tua immagine mi sradica per farmi viaggiare lontano”.
L’idea che guida il gesto zen del suo pennello imprime forza, energia espressiva, alla genesi scrittura-colore. Il punto di partenza è la parola, poi la scrittura astrae e il segno si scioglie diventando materia colorata; a questo punto il colore si fa luce, aria e, ultima tentazione, unità, semplice monocromia.
Affascinato dalla poetica di Bosch e Munch, Carlo Re visiona il tema del volo con suggestive figure sacre, angeli demoniaci e demoni angelici (Lucio Cabutti).
L’artista lavora su macchie di colore cangianti, figure che scompaiono e riappaiono mescolandosi alle pieghe della tela. Tra pittore e quadro c’è distanza, chiasmo, o entrambe le cose. La differenza tra i due può essere talmente insuperabile da rendere qualunque gesto privo di senso; altre volte, invece, lo sfondo restituisce lentamente le prime piccole forme. Sono immagini ironiche e beffarde che ci trasmettono l’angoscia e la tensione della battaglia: un percorso stretto verso un indicibile luminoso….
Il nostro survol incontra ora le opere di Federico Mantero. Possiamo parlare di paesaggio linguistico perché l’artista espone “molecole in colloquio”, ovvero cellule primigenie che volteggiano i micromondi dell’esistente. Le opere risalgono al periodo 92-93 e sono dipinte con la delicata immediatezza della tecnica ad acrilico. Per l’effetto tridimensionale che inducono precorrono, a mio avviso, gli sviluppi estetici della contemporanea pittura digitale: astrazioni concrete, flash di colori fluttuanti, magma di mondi. Di fronte all’essere, caos di infiniti possibili, Mantero materializza il concetto di equilibrio con il segno sottile, fragile, duttile e teso di un filo o di fili incrociati.

La fotografia è sempre stata per Franco Mammana una grande passione; è stato capace di indagarla in molti dei suoi aspetti passando dal reportage alla foto di scena, lavorando in bianco e nero e affrontando con lo stesso spirito creativo il colore. Da circa vent’anni l’artista si è specializzato in un tipo particolarissimo di ripresa, quello degli aquiloni. Dotato di grande padronanza tecnica, grazie a cui realizza immagini spettacolari dai colori saturi, il fotografo non si limita a documentare le piccole e grandi meraviglie che attraversano il cielo sospinte dal vento, ma crea egli stesso composizioni ardite, coglie le sinuosità disegnate dalle traietorie, ci lascia con il fiato sospeso come se anche noi ci librassimo nell’aria. Le foto, giocate sulla prospettiva, danno una delicatezza tutta particolare a soggetti fantasiosi; l’idea è un sogno immediato, esce dal mirino e coglie la relazione tra gli oggetti in volo, lo spazio aereo e il nostro sguardo.
Vorrei concludere con le parole del poeta-filosofo-transvolatore Antoine De Saint-Exupéry che possono provocare la riflessione sull’intimo essere di un artista: “solo un bambino un pò solo può dilatare la durata del giorno e far passare questa immensità sconosciuta attraverso l’apertura stretta di un imbuto” (“Il Piccolo Principe”).

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Tullio Pacifici


Fino al 27.X.2000. “..L’aviatore..”. Omaggio ad Antoine de Saint-Exupéry. San Donato Milanese, Crowne Plaza Hotel, Via C. Adenauer 1
Ingresso libero
Info: D’Ars Agency, Via Sant’Agnese 3, Milano; tel. 02860290; Fax 02865909 – Email: agency@dars.it – Sito Internet: http://www.dars.it
Catalogo non disponibile

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