20 marzo 2013

Fino al 30.III.2013 Luisa Lambri, New Works Milano, Studio Guenzani

 
In mostra fotografie di architetture moderniste in cui la relazione tra la luce e lo spazio definisce luoghi di passaggio dall’esterno all’interno e profondità spaziali ascetiche. E dove il vuoto plasma dimensioni rarefatte -

di

Luisa Lambri (1969, Como) da anni vive e lavora a Los Angeles e da oltre un decennio ha esplorato e fotografato  non architetture, ma lo spazio intimo definito da epifanie di luce e incastri volumetrici. Le sue fotografie si vedono a New York, Miami fino a New Delhi e sono riconoscibili, perché è interessata, non alla riproduzione sistematica di architetture minimaliste, bensì alla materializzazione di campi di luce, spazi dell’attesa all’interno dell’immagine, dimensioni silenti, vuoti dove tutto può accadere.
Dopo essersi concentrata sulla relazione tra le opere di Rudolph Schindler, Richard Neutra, Frank Lloyd Wright e John Lautner sulla costa occidentale degli Stati Uniti e sul paesaggio aspro della California, Lambri, nella nuova serie di fotografie New Works esposta nello Studio Guenzani a Milano, focalizza la sua attenzione su alcune opere di artisti legati al movimento di Light and Space della California, in particolare di James Turrell, Robert Irwin, Larry Bel, Peter Alexander e, più indietro, di Donald Judd, Dan Flavin e Lucio Fontana. Queste opere rivisitate dall’artista sensibile a impercettibili aperture verso l’invisibile, sono state fotografate come se viste da dentro, evidenziandone la dimensione intima ed emozionale in cui la forma, il colore, la trasparenza delle superfici definiscono architetture di luce altrimenti impercettibili.
La mostra si divide in due parti, nella prima sala della galleria trapassano le pareti le fotografie basate su una ricostruzione dell’Ambiente Spaziale di Lucio Fontana del 1968, mentre nella seconda sono esposte le fotografie realizzate nell’estate del 2012 in occasione di una visita alla Chinati Foundation a Marfa, Texas, basate su lavori di Donald  Judd e Dan Flavin.
Lambri, attraverso immagini apparentemente simili, rappresenta infinite variazioni dello stesso spazio o soggetto, che dialogano tra diversi punti di vista e non presenta uno studio sistematico di un particolare edificio o opera d’arte, ma piuttosto crea dispositivi ottici percettivi, che ribaltano l’ottica dalla superficie alla profondità. Queste opere sembrano abitabili, sono composizioni di  spazi di luce autonomi all’interno dell’immagine, in bilico tra oggettività e finzione, di un rigore quasi sacrale.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 20 febbraio 2013
Dal 16 febbraio al 30 marzo 2013
Luisa Lambri, New Works
Studio Guenzani 
Via Eustachi 10 – (20129) Milano
Orari: da martedi a sabato 15-19.30

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui