22 ottobre 2010

fino al 30.X.2010 Gal Weinstein Milano, Riccardo Crespi

 
Eclettismo. Questo il principio ispiratore di una personale che insegue la meraviglia attraverso il virtuosismo. E dove - giochetto polisemico - la materia è la materia...

di

La definizione di un preciso indirizzo, la
cristallizzazione di un codice univoco non sono certo tra le principali
preoccupazioni di Gal Weinstein (Ramat Gan, Israele, 1970; vive
a Tel Aviv), tali e tante le diramazioni della sua urgenza creativa. Una
personale ricca, magari un po’ dispersiva, ma convincente e piacevole in quanto
a manipolazione virtuosistica di materiali perlopiù poveri, quotidiani.

La paglietta d’acciaio, ad esempio, utilizzata
per disegnare serie di autoritratti o paesaggi: “wool drawings”, li definisce l’artista,
in cui la fibra metallica compone chiaroscuri e contorni, figure
dall’impressione sfumata e mobile, soprattutto nelle selve folte e vaghe di Ignition divorate dalle
fiamme. Tout passe tout casse tout lasse, insomma: Gal Weinstein - Can’t put my finger on - 2010 - pvc - cm 60x80x6 - courtesy Galleria Riccardo Crespi, Milano - photo Delfino Sisto Legnaniuna realtà inafferrabile e
mutevole, come la Luna che solca il cielo in The blanch moon, video alquanto
avulso dal contesto e debole sul piano formale e concettuale, specie se
paragonato ad altri pezzi di maggior impatto.

Notevole infatti l’effetto scenografico delle
installazioni al piano inferiore, dove spumose matasse simulano colonne di fumo
che s’innalzano dagli pneumatici:
fake palesemente
ispirato agli stereotipi di tumulti di piazza, rivolte, guerriglie urbane. E,
accanto all’esplosione collettiva, la doppia chiave identificazione-identità
insita nelle macroscopiche impronte digitali, che una resa analitica quasi
sfrangia in corpose orme pittoriche.

Sfugge l’”unitarietà” suggerita dal curatore – “soggetto della mostra è il carattere complesso e ambivalente
di ogni manifestazione sociale, ma anche l’ubiquità dei nostri atteggiamenti e
della nostra stessa identità
” -, e pare anzi che il fil rouge di questa
personale, se proprio
lo si volesse trovare forzando un po’ la mano, si dipani secondo un rapporto
tra forma e contenuto che decisamente non vede il secondo prevaricare sulla
prima. Anzi, in assenza di messaggi criptici o pregnanti sotto il profilo
politico-ideologico, deliziosamente ingenua appare la perspicuità di Small Anthem, una
“striscia” di calciobalilla dove una disciplinata schiera di calciatori
si coalizza in un’inutile barriera, visto che la fragile porcellana di cui sono
fatti andrà in pezzi al minimo urto.

Gal Weinstein - Ignitions - 2010 - lana d’acciaio su carta - cm 73x48,5 - courtesy Galleria Riccardo Crespi, Milano - photo Delfino Sisto Legnani
In tanta eterogeneità, potrebbe mai mancare la fotografia?
Il soggetto è di nuovo l’artista stesso, “bloccato” dall’obiettivo nell’atto –
vano – di saltare la corda che gli tiene legati i piedi. Ancora una volta,
paradossalmente, è una prospettiva “soggettiva” a farsi strumento e manifesto
di una personalità eteroclita.

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dal 16 settembre al 30 ottobre 2010

Gal
Weinstein – Beside Each Other

a cura di Gabi Scardi

Galleria
Riccardo Crespi

Via Mellerio,
1 (zona Cadorna) – 20123 Milano

Orario: da
lunedì a sabato ore 11-13 e 15-19.30

Ingresso
libero

Catalogo
disponibile

Info:
tel./fax +39 0236561618; info@riccardocrespi.com; www.riccardocrespi.com

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