25 ottobre 2010

fino al 5.XI.2010 Ulrich Rückriem Milano, Studio Invernizzi

 
Un sistema combinatorio di forme geometriche esplora il conflitto tra regola e arbitrarietà. Quando l’artista non decide (quasi) più nulla. E gli scacchi giocano un ruolo di primo piano...

di

Alla fisicità della scultura, in
cui l’aspetto materiale è un’insopprimibile presenza che veicola qualunque
rappresentazione, si oppone l’immaterialità del segno, che affronta, accenna e
scompone le forme, fluendo libero sulla superficie piana.

L’opera grafica di Ulrich Rückriem (Düsseldorf, 1938; vive a Colonia e Clonegal) è
consapevole di questo attrito tra le due forme artistiche che predilige. Ed è
forse il tentativo di far confrontare il disegno con una propria materialità
che ha spinto l’artista tedesco a esplorare le possibilità di combinazione dei
suoi elementi più essenziali: punti, linee, superfici. Fin dagli esordi, le sue
Figurations esplorano
la libertà condizionata del segno, sottoposta al rispetto di alcune regole
prestabilite.

Il principale modello di
ispirazione è scacchistico e traduce in chiave grafica una suggestione che è già
esplorata dalle sue sculture: il problema delle otto regine. Lo spazio viene
scomposto in una griglia quadrata di otto caselle per lato sulla quale si
devono disporre otto regine in modo che non possano reciprocamente incontrarsi
secondo i loro movimenti in orizzontale, diagonale e verticale. I punti scelti
vengono poi collegati tracciando delle linee, che a loro volta creano delle
superfici. Di queste Figurazioni legate fanno parte le serie Constellations e Blocks, che si articolano secondo un
linguaggio di moduli ortogonali e proiezioni diagonali che, dall’iniziale
opposizione di bianco e nero, danno via via maggior importanza al colore, come
nelle pitture parietali Day and Night, esposte dalla galleria Ars Now Seragiotto di Padova in
concomitanza alla mostra milanese.

Allo Studio Invernizzi la regola cede il passo
all’anarchia. Le Figurazioni di Rückriem si fanno pertanto libere. Non più vincolate a un “programma”
da mettere in atto, lasciano che sia il caso a decidere ordine e
configurazioni. Come di consueto, i disegni prendono corpo attraverso la
sovrapposizione di fogli di acetato. L’artista fissa liberamente un punto su
ciascuno dei sette fogli numerati, che poi sovrappone l’uno all’altro,
collegandone progressivamente i punti con delle linee a matita, riservando a sé
soltanto la scelta del colore con cui riempire le superfici delimitate
dall’incontro delle sei direttrici così ottenute.

Di fatto si tratta di un passaggio che rafforza
l’abdicazione intenzionale dell’artista. Se precedentemente l’intenzione veniva
limitata dal dover rispettare una serie di vincoli compositori, il passo
successivo consiste nell’abbandonare la stessa scelta di un codice regolatorio,
per affidare il processo creativo quanto più possibile al caso. Così, per
settanta volte le sette pagine sovrapposte creano piani illusori, che si aprono
e chiudono, in forme semplici e seducenti.

Il conflitto tra arbitrarietà e decisione si gioca sul
piano cromatico, ultima linea di confine con un sistema combinatorio puro e
automatizzabile. Messo tra parentesi e in questione è il ruolo dell’artefice,
insieme a qualunque retorica della creazione artistica.

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dal 22 settembre al 5 novembre 2010

Ulrich Rückriem –
Day and Night

A arte Studio Invernizzi

Via
Scarlatti, 12 (zona Piazza Lima) – 20121 Milano

Orario:
da lunedì a venerdì ore 10-13 e 15-19; sabato su appuntamento

Ingresso
libero

Catalogo
disponibile

Info:
tel./fax +39 0229402855;
info@aarteinvernizzi.it;
www.aarteinvernizzi.it

[exibart]

1 commento

  1. magari un primo piano di uno dei disegni non avrebbe guastato, perché dalle immagini pubblicate si vede soltanto lo spazio, con qualcosa alle pareti, e le opere si devono immaginare, leggendo la recensione.

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