03 dicembre 2014

Fino al 6.XII.2014 Living together, Marco Noris Fondazione Rivolidue, Milano

 
L’immagine ibrida e iper-condivisa come forma attuale del Living Together. Incontro ravvicinato o rassicurante voyeurismo da poltrona?

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50 metri di tubo plastificato invadono i tre piani della Fondazione Rivolidue. All’intero 30 topi vivono ignari una vita trasparente per l’occhio indiscreto di chi li osserva. Ogni spostamento è visibile, ogni singola attività registrabile, quasi tutto monitorabile, escluse le dieci casette in legno dove si consumano le ultime briciole di un’intimità residuale. Lo spazio è condiviso, ma ogni contatto scongiurato e la coesistenza indotta diviene rassicurante voyeurismo a senso unico. 
Tentiamo di osservare qualcos’altro, ma quella presenza sovraesposta e ossessiva stimola la nostra curiosità morbosa delle vite dell’altro. 
Living Together, l’inedita istallazione che titola la personale di Marco Noris (Bergamo, 1988), agisce, dunque, da implacabile e riuscita metafora del contemporaneo vivere insieme, nell’era dell’iperconnessione interattiva dove tutto ciò che non viene condiviso, attraverso le immagini simultanee partorite dai giocattoli digitali del nostro voyeurismo da poltrona, semplicemente sembra non esistere. 
Frammenti di buio insopportabile, che come le dieci case dell’installazione, infrangono il sogno-incubo di intrusione totale nelle nostre esistenze dauomini-topo quasi del tutto trasparenti. Ma l’immagine ipercondivisa in tempo reale garantisce incontri ravvicinati con l’Altro o, schermando ogni contatto diretto, ci consente di intrufolarci nella sua esistenza virtuale, nutrendo a nostra volta e inconsapevolmente, come i topi nel tubo, la curiosità morbosa di chi ci osserva? L’opera di Noris pare essere l’esito estremizzato, o forse neanche tanto, della virtualizzazione diffusa e massiccia del reale e le dieci case rappresentano l’estremo ostacolo all’ipervisibile di una realtà virtuale dove ogni distinzione si appiattisce in una monodimensione facilmente monitorabile.
Marco Noris, Living Together. Sulle Ande, 2014, stampa applicata su dibond, 100x60, Courtesy di Fondazione Rivolidue

 

Ma la sola demonizzazione del processo sarebbe troppo semplice. Infatti, l’interattività  spinta innesca forme di coesistenza prima impensabili. Come colgono i lavori della serie Living Together al piano rialzato, ‹‹dove convivono ‘cose’ in contraddizione tra loro. La convivenza comporta la partecipazione di almeno due soggetti: esseri viventi, oggetti inanimati, luoghi, condizioni e sentimenti. Se nella maggior parte dei casi, la coesistenza di elementi opposti o in contrasto tra loro si risolve nel conflitto, in questi lavori non c’è ostilità, ma una convivenza apparentemente pacifica››. E ancora elementi in apparenza lontanissimi possono coabitare uno spazio, una situazione ed essere Covered by the same sky, dove la diversità convive e ognuno può partecipare alla costruzione di una realtà meno data e più scelta. Ma ancora una volta le cose potrebbero non essere quello che sembrano. È il caso di Untitled al seminterrato, dove un’isola sospesa in un cielo lisergico è l’illusione ottica generata da un triste accumulo di polveri sottili. Il naturale è artificio, il reale virtuale, il vicino lontano, il libero indotto e viceversa. Immergersi in questa realtà ibrida con il rischio di trovarsi altri e altrove, come nel video Innocencesomehowtriumphs dove un uomo precipita in un punto per poi comparire in un altro, pare infine essere una possibile chiave d’accesso alla complessità inestricabile che affligge il nostro Living Together.
Martina Piumatti
mostra visitata il 29 novembre
Dal 14 novembre al 6 dicembre 2014
Marco Noris, Living together
Fondazione Rivolidue
Via Rivoli 2-20121 Milano
Orari: da martedì  a venerdì ore 16.00-19.00, sabato ore 15.30-19.30 e gli altri giorni su appuntamento

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