20 dicembre 2012

Fino al 7.II.2013 Deep S.E.A Contemporary Art South East Asia Milano, Primo Marella Gallery

 
Dopo i cinesi, Primo Marella porta a Milano gli artisti del Sudest asiatico, area dove sta conducendo una ricerca di talenti emergenti e già riconosciuti a livello internazionale -

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Di quest’area geografica se ne parla dagli anni Cinquanta ed è ancora sconosciuta sul piano culturale ed artistico. Nella galleria Primo Marella, ricavata da un ex edificio industriale e firmata da Claudio Silvestrini, è in corso una frizzante panoramica dell’arte post-coloniale, che raccoglie artisti internazionali, figurativi e concettuali, che indagano i diversi modi di rappresentare la loro realtà in bilico tra tensioni globali e locali. Le quaranta opere esposte riflettono dinamismi sociologici e culturali in corso, in cui arte moderna e contemporanea, spazio e tempo, si fondono in un linguaggio trasversale, carico di simboli, suggestioni e innovazioni.

Seducono A City Dreams of City (2009) di Donna Ong (1978), due plastici composti da bicchieri e ampolle di vetro di formati diversi: volumi, trasparenti, asimmetrici adagiati su una base luminosa. Sopheap Pich (1971) imbriglia lo sguardo con cinque sculture a muro, griglie di iuta, minimaliste composte da bamboo e altri materiali naturali locali, esposte alla 13 Documenta al Fridericiarum di Kassel (2012). Ruben Pan (1990), smaterializza  ritratti in vibranti filamenti di colore, dissolti in fasci di luce. Natee Utarit (1970), rielabora in chiave surrealista i generi seicenteschi Natura Morta e Vanitas, dipinti ad olio con un pizzico di kitsch che entusiasmerebbe Dalì e forse Damien Hirst. Cercate la stanza che ospita l’installazione misticheggiante, composta da manoscritti di un antico libro buddista, pergamene e spartiti musicali di cera incise da note celestiali, solo immaginate da La Huy (1982). Aditya Novali (1978) espone The Wall series (2012), chiamati “dipinti roteanti” su scala tridimensionale, illuminati da luci Led, simili a falansteri, appartamenti low-cost, in cui l’individuo metropolitano vive ingabbiato come un criceto. Sono scatole abitative in cui dimorano la solitudine, l’abbandono, il degrado sociale e morale, e a combinare le diverse forme spetta agli spettatori: divertitevi. Mentre Aung Ko (1980), Nithakhong Somsanith (1968), NguyenThai Tuan (1965), Khvay Samnang (1982), Isabel & Alfredo Aquilizan (1965 e 1962) vi invitano a pensare alle complesse dinamiche di una  popolazione alla ricerca di un’identità.

Jacqueline Ceresoli

mostra visitata il 22 novembre 2012

dal 22 novembre 2012 al 7 febbraio 2013

Deep S.E.A Contemporary Art South East Asia

Primo Marella Gallery

V. le Stelvio 66 – (20159) Milano

Info: tel 02 87384885, info@primomarellagallery.com, www.primomarellagallery.com

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