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20
febbraio 2008
fino al 7.III.2008 Floriano Bodini Milano, Accademia di Brera
milano
Entrare in Biblioteca per “sfogliare” i disegni di Floriano Bodini è come partecipare a una lezione a Brera. Tra librerie e studenti, disegni che si evolvono dallo schizzo curioso degli studi anatomici alla fermezza scultorea delle ultime grafiche. Dal dubbio sulla Storia alla verità estetica...
Cercando la mostra di Floriano Bodini (Gemonio, 1933 – Milano, 2005) all’Accademia di Belle Arti di Brera può capitare di entrare per sbaglio in uno qualsiasi dei laboratori di pittura o scultura dove professori e studenti dialogano sulle tecniche dell’arte. Dopo essersi accorti di aver sbagliato indirizzo, quando finalmente si trova la Biblioteca dell’Accademia, luogo dell’esposizione, la sensazione che si prova è la stessa di chi ha fortuitamente interrotto una lezione universitaria. Le opere su carta dello scultore lombardo circondano scaffali e tavoli imbanditi di volumi, disegni e progetti. L’atmosfera è di un work in progress, ed è proprio questo l’omaggio dei curatori della mostra a uno dei protagonisti della vita artistica e accademica braidense del secolo scorso.
La ricerca di Floriano Bodini si muove lungo le direttrici della Storia. È un’arte impegnata eppure distaccata, radicata nell’attuale eppure protetta da un atteggiamento intimistico. Dagli schizzi anatomici degli anni ‘60, con cui si apre la mostra, alle opere sofisticate di tema religioso e linguaggio simbolista degli anni ‘80 e ‘90, l’artista ribadisce la sua ingerenza nel presente, toccando la sensibilità comune riguardo alle grandi tragedie del tempo come la fame in Africa e il terrorismo degli “anni di piombo”. Colpisce la ricorrenza simbolica di occhi e mani, gli strumenti del corpo che permettono di avere percezione e ragione della realtà: come anche nella statua di Papa Paolo VI (Musei Vaticani), gli arti superio ri sono radici sinuose e cariche di potenza; in Piazza Fontana si allungano striscianti ai margini del disegno verso una bomba, ma sono il centro dell’opera, la mano che governa (senza testa) il mondo. Accanto alle opere di denuncia è lasciato spazio al sogno e alla metafisica: un cavallo nello spazio reale e razionale di una piazza richiama de Chirico.
Seguendo il percorso della mostra, o la lezione, si raggiunge la compiutezza stilistica di Bodini, la scultura bidimensionale. Linee rette che scompongono il quadro in frammenti cubisti (più Braque che Picasso) si alternano ai contorni ondulati e cupi tipici di William Blake. Le figure sembrano scavate nel foglio, con i fili dello scalpello nascosti nelle pieghe dell’immagine. Un’ansia di saturazione, la paura del vuoto permeano la sensibilità dell’artistaq, che con eleganza gotica dispone le forme come se stesse riempiendo il portale di una chiesa. Una mano ferma e decisa è l’evoluzione naturale del tocco curioso e sperimentale degli anni ‘60; e forse la forma mentis riflessiva delle opere dell’impegno lascia spazio alla verità del bello, puramente estetica. L’ultimo Bodini della mostra ha scoperto il perfetto raccordo fra grafica e scultura, e se ne compiace.
L’ambizioso intento di mostrare il volto (in fieri) di Floriano Bodini disegnatore è quindi raggiunto. Resta solo un irriducibile senso di incompletezza uscendo dalla Biblioteca, quasi il desiderio di verificare il riscontro plastico di quello che si è visto sulla carta. L’altro e principale versante dell’attività dell’artista è nelle piazze e nei musei d’Italia e d’Europa. Uno stimolo in più per visitarlo.
La ricerca di Floriano Bodini si muove lungo le direttrici della Storia. È un’arte impegnata eppure distaccata, radicata nell’attuale eppure protetta da un atteggiamento intimistico. Dagli schizzi anatomici degli anni ‘60, con cui si apre la mostra, alle opere sofisticate di tema religioso e linguaggio simbolista degli anni ‘80 e ‘90, l’artista ribadisce la sua ingerenza nel presente, toccando la sensibilità comune riguardo alle grandi tragedie del tempo come la fame in Africa e il terrorismo degli “anni di piombo”. Colpisce la ricorrenza simbolica di occhi e mani, gli strumenti del corpo che permettono di avere percezione e ragione della realtà: come anche nella statua di Papa Paolo VI (Musei Vaticani), gli arti superio ri sono radici sinuose e cariche di potenza; in Piazza Fontana si allungano striscianti ai margini del disegno verso una bomba, ma sono il centro dell’opera, la mano che governa (senza testa) il mondo. Accanto alle opere di denuncia è lasciato spazio al sogno e alla metafisica: un cavallo nello spazio reale e razionale di una piazza richiama de Chirico.
Seguendo il percorso della mostra, o la lezione, si raggiunge la compiutezza stilistica di Bodini, la scultura bidimensionale. Linee rette che scompongono il quadro in frammenti cubisti (più Braque che Picasso) si alternano ai contorni ondulati e cupi tipici di William Blake. Le figure sembrano scavate nel foglio, con i fili dello scalpello nascosti nelle pieghe dell’immagine. Un’ansia di saturazione, la paura del vuoto permeano la sensibilità dell’artistaq, che con eleganza gotica dispone le forme come se stesse riempiendo il portale di una chiesa. Una mano ferma e decisa è l’evoluzione naturale del tocco curioso e sperimentale degli anni ‘60; e forse la forma mentis riflessiva delle opere dell’impegno lascia spazio alla verità del bello, puramente estetica. L’ultimo Bodini della mostra ha scoperto il perfetto raccordo fra grafica e scultura, e se ne compiace.
L’ambizioso intento di mostrare il volto (in fieri) di Floriano Bodini disegnatore è quindi raggiunto. Resta solo un irriducibile senso di incompletezza uscendo dalla Biblioteca, quasi il desiderio di verificare il riscontro plastico di quello che si è visto sulla carta. L’altro e principale versante dell’attività dell’artista è nelle piazze e nei musei d’Italia e d’Europa. Uno stimolo in più per visitarlo.
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Floriano Bodini – Opere su carta (1959-2003)
Accademia delle Belle Arti di Brera
Via Brera, 28 (zona Brera) – 20121 Milano
Orari: da lunedì a venerdì ore 9.30-17.30; sabato ore 9.30-13.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 02869551; fax +39 0286403643; ufficio.mostre@accademiadibrera.milano.it; www.accademiadibrera.milano.it
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