31 gennaio 2011

fino al 9.III.2011 Joan Jonas Milano, Raffaella Cortese

 
Dagli Hopi di Aby Warburg al mito di Elena di Troia. Passando per Dante, riletto dall’artista americana della performance. Tra video, dialoghi e disegni, Joan Jonas e il rito della danza...

di

Le
opere di Joan Jonas (New York, 1936) sono cerimonie, rituali fluidi. I
suoi lavori attraversano mutevolmente la danza pur non essendo una ballerina,
abbracciano il teatro senza essere un’attrice e, non ultimo, utilizzano il
disegno come autentico atto performativo.

L’artista ricorda a tratti la
figura femminile rappresentata nella Melancolia (1515) di Dürer.
Nell’incisione la donna possiede tutti gli strumenti del suo tempo necessari
per agire. E senza distinzione o priorità fra gli utensili – dall’astrolabio al
compasso fino alla clessidra – non è importante il mezzo con cui si muove, ma
l’energia con cui si esprime. Anche per Jonas non vi è un medium privilegiato:
il disegno è danza come la parola è teatro, in una moltitudine formale
riconducibile solo alla sua forte presenza. E per chi accosta le sue pratiche
alla magia, l’artista risponde: “Non sono
una maga e nemmeno uno sciamano, ma ho studiato magia per creare illusioni
”.
Nelle performance, gesti semplici, a volte scontati o ordinari come lo scodinzolio
di un cane o il consumare un pasto, parlano della magia dell’essere vivi e
parti armoniche di un tutto.

La letteratura, infine, come
interpretazione epica e poetica dell’esistenza. Dallo studio su Aby Warburg messo a punto al Dia Beacon
(2005) sino alla riscoperta di Dante (2008) in occasione della Biennale di Sidney, Jonas compie
un’analisi comparata di differenti culture, indagando memorie di natura
antropologica collettive e condivise.

Reading Dante, dispiegatasi già in numerose esposizioni, è una lettura
attuale della Divina Commedia. Il
capolavoro della letteratura italiana – che è una visione metaforica ma totale
dell’esistenza umana – è ripercorso da Jonas con letture frammentate dei Canti, separando così le interpretazioni
religiose, care alla critica letteraria, dal vero slancio del poeta: l’amore.
Poiché è una donna a guidare Dante, spingendolo nella ricerca. Lo stesso
sentimento, come dichiara Jonas, che accompagna il suo lavoro.

In galleria, sequenze di
immagini video o tratte da almanacchi scientifici costituiscono Reading Dante IV. È una sovrapposizione
dei reading precedenti, una somma multivocale delle esperienze presentate a
Sidney, alla Biennale di Venezia
(2009) e a Performa 09 di New York. È un work in progress seducente in cui
a far da padrone è il video, mezzo scelto già dagli anni ‘70 per la
documentazione delle performance, ma che oggi è il “compagno dell’artista, il suo spazio e il suo tempo; o meglio, colui
che lo registra
”.

Tra urla e richiami sonori, si
alternano infine strutture ed elementi progettati da Jonas stessa: sedute a
forma di mezzaluna, luci al neon e lampade di carta che ricordano piccole
galassie. Ma è il disegno, su ardesia o su parete, tracciato o cancellato, a
restituire il senso dell’abitare, del viaggiare e del perdersi in una spirale
dantesca. Senza fine.

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dal 25 novembre 2010 al 9 marzo 2011

Joan Jonas – Reading Dante
IV

Galleria Raffaella Cortese

Via Stradella, 7 (zona piazza Lima) – 20129 Milano

Orario: da martedì a sabato ore 15-19.30 o su appuntamento

Ingresso libero

Info: tel. +39 022043555; fax +39 0229533590; rcortgal@tiscali.it; www.galleriaraffaellacortese.com

[exibart]

 

 

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