03 settembre 2001

Fino al 9.XII.2001 Un paese incantato. Italia dipinta da Thomas Jones a Corot Mantova, Fruttiere di Palazzo Te

 
La mostra - approdata a Mantova, dopo il successo parigino - presenta 190 opere che raccontano la nascita, tra Settecento e Ottocento, della pittura en plein air ispirata al paesaggio italiano...

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Scorci d’Italia vista attraverso gli occhi dei più importanti pittori europei della fine del Settecento e del primo Ottocento. Luoghi noti, tante volte visitati dalla tradizione, e posti meno impegnativi ed usuali, tutti comunque raffigurati dall’artista che prende appunti direttamente dalla natura, con il suo tipico armamentario: una valigetta contenente fogli, colori e pennelli. E’ questo ciò che propone la mostra Un paese incantato. Italia dipinta da Thomas Jones a Corot che ha inaugurato ieri, domenica 2 settembre, a Mantova. L’evento, ideato dal Centro Internazionale d’Arte e di Culture di Palazzo Te e realizzato in collaborazione con Réunion des musées nationaux e Telecom Italia, è già stato presentato con successo, in una versione più ridotta, al Grand Palais di Parigi.
Moltissime delle opere esposte – selezionate da Anna Ottani Cavina, Vincent Pomarède e Stefano Tumidei – sono oli su carta ed acquerelli dal carattere fresco e immediato, dipinti all’aria aperta, en plein air, velocemente, per catturare un particolare momento luminoso, unico ed insostituibile. Tant’è vero che sul retro di alcuni lavori, specialmente quelli su carta, è segnata non solo la data, ma anche l’ora o il breve intervallo di tempo in cui sono state composte.
Sono gli anni della cultura Neoclassica e del Romanticismo, quelli in cui l’Italia, per l’ultima volta è meta di pellegrinaggi artistici alla ricerca delle radici della classicità nell’arte, ma anche nella natura attraverso l’aria e la luce dorata del paese mediterraneo. Monumenti classici e luoghi tipici come Roma e il Colosseo o le Terme di Caracalla, Villa Medici o Tivoli, Napoli e l’Etna, sono soggetti che accompagnano luoghi oscuri, ma pittoreschi, spezzoni di paesi e d’atmosfere ormai perdute, capaci di restituirci un tempo lontano, ma vivo delle osservazioni di molteplici viaggiatori, provenienti dall’Inghilterra (Wright of Derby, Thomas Jones, Cozens, Turner), dalla Francia (Robert, de Valenciennes, Constantin, Gauffier, Granet, Corot, Fleury), dalla Svizzera (Ducros, Sablet), dalla Germania (von Rohden, Carus, Blechen), Danimarca (Hansen, Eckersberg), Belgio, Russia.
I quadri, non grandi, sono eseguiti con pochi tocchi rapidi e sintetici, atti a catturare con gli occhi del sentimento un’impressione naturale e passeggera come il trascorrere delle nubi nel cielo. Così ad esempio si comportava Thomas Jones, che camminando con gli amici prendeva appunti volanti “flying sketches” su ciò che lo impressionava. S’inaugura, dunque, in quegli anni un modus operandi del tutto nuovo, lontanissimo da quello ancora usato nello stesso periodo dal paesaggista ufficiale della corte russa e napoletana Jakob Philipp Hackert che, con fogli grandissimi e giunti uno all’altro, riproduceva la natura in maniera analitica “disegnando a penna contorni definitivi…” (Goethe, 1811), procedendo in maniera lentissima e terminando il quadro nello studio, non più sotto lo stimolo del naturale. Thomas Jones Santa Maria a Cappella Nuova a Napoli Londra Tate Gallery
Questi quadri luminosissimi, fatti sotto l’impulso della sensazione del vero, preludono invece ad un atteggiamento che farà della realtà naturale la protagonista assoluta, vista qui ancora con occhi venati di nostalgia, anche se già sgombri del tradizionale motivo, più avanti, nell’Ottocento, ritratta con l’atteggiamento scientifico ed oggettivo di chi coglieva “fotograficamente” l’impression.
Tuttavia mancava ancora la coscienza che quest’atteggiamento mentale avrebbe costituito il futuro, che era quello vincente, e perciò i fogli, i quadretti, piccoli studi fatti al volo, non vengono considerati dagli artisti opere finite, pronte ad essere immesse nel mercato. Ancora più difficile quindi deve essere risultata la ricerca di queste opere, fuori circuito o inedite, la cui storia e senso vengono svelati proprio in occasione della mostra dedicata all’incanto della natura d’un Italia allora ancora mitica.

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Carmen Lorenzetti


Dal 3 settembre 2001 al 9 dicembre 2001. Un paese incantato. Italia dipinta da Thomas Jones a Corot. Mantova, Fruttiere di Palazzo Te. Orario d’apertura: lunedì 13-18; da martedì a domenica, ore 9.00-18.00 (la biglietteria chiude alle ore 17.30). Biglietto d’ingresso: £. 15.000 intero; £. 10.000 ridotto: residenti provincia di Mantova, visitatori oltre i 60 anni, categorie convenzionate, gruppi di almeno 20 persone (con diritto di una gratuità ogni 20 pax), 7.000 gruppi di almeno 200 persone (con diritto a 1 gratuità ogni 20 pax), 5.000 visitatori dai 12 anni agli 18 studenti singoli o in gruppo (per gruppi diritto a una gratuità ogni 15 pax). Solo collezioni 5.000 intero 2.000 studenti. Gratuito visitatori fino a 11 anni. Categorie elencate nell’apposito regolamento.
Catalogo: Electa (£ 70.000 in mostra; £ 87.500 in libreria), a cura di Anna Ottani Cavina.
Informazioni: Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, Tel. 0376-369198, Fax 0376-220943; biglietteria di Palazzo Te: Tel: 0376-323266.
Visite guidate alla mostra: Associazione Guide Turistiche Casa di Rigoletto, tel. 0376-368917 e 0376-362050; tel. e fax 0376-223500; Cooperativa Mantova Informa, tel. e fax 0376-223640 e 0376-322327; Guide Turistiche Virgilio, tel. 0376-225989 e fax 0376-383382.
Informazioni turistiche: Azienda Promozione Turistica del Mantovano, tel. 0376-328253; fax 0376-363292.
Conferenze: martedì 28 agosto 2001, ore 21.00 – Anna Ottani Cavina, Gli inglesi all’origine della pittura moderna; venerdì 21 settembre 2001, ore 18.00 – Anna Ottani Cavina, Il plein air dei francesi; sabato 27 ottobre, ore 15.30 – Stefano Tumidei, La colonia dei tedeschi in Italia; mercoledì 7 novembre 2001, ore 18.00 – Anna Ottani Cavina, L’Italia dei Nordici. Per informazioni: Associazione Amici Palazzo Te, tel. 338-8284909; Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, Tel. 0376-369198.


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1 commento

  1. Una mostra ben fatta e perfettamente spiegata. Interessanti le opere e perfetto l’allestimento. Bellessime anche le fotografie dell’800.

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