04 marzo 2011

fino all’8.IV.2011 Peter Schlör Milano, Zonca & Zonca

 
Cieli e nuvole, bianchi e neri profondi e lucidi. Stampe di grande formato per fotografie che ritraggono le Canarie, offrendone uno sguardo inconsueto. Rocce e pini, mare in lontananza e crateri giganti...

di

Molti
fotografi sono stati in passato e sono tuttora attratti dalle nuvole: cirri,
cumuli e nembi in continua mutazione, che danno spessore al cielo e che agli
occhi dei bambini disegnano strani animali vaporosi. Da Luigi Ghirri, con la sua serie dal titolo Infinito del 1974, fino a Peter
Schl
ör (Mannheim, 1964).
Di quest’ultimo una mostra milanese espone una ventina di stampe, tutte in un
bianco e nero esasperato nei contrasti, di grande formato e montate su
plexiglas.

Scatti
digitali che Schlör ha selezionato
dopo un viaggio alle isole Canarie nel 2009 e dopo un lungo periodo di
“sedimentazione”, che gli ha permesso di scegliere solo le immagini migliori, lontano
dalle emozioni dei luoghi e dalle sensazioni immediate dell’esperienza di
viaggio.

Le
opere esposte si caratterizzano per il punto di vista dall’alto verso il basso,
in modo da permettere a chi le osserva una sorta di immedesimazione, quasi di
immersione nei paesaggi sconfinati, talvolta boscosi, altre volte brulli e
selvaggi. Su tutto, sui neri intensi che in qualche caso occupano gran parte
della superficie della fotografia, dominano i bianchi delle nuvole: dense e
minacciose oppure sottili e leggere, squarciate da raggi di sole o compatte
nella nebbia.

Peter Schlör - Magana - 2010 - cm 60x80 - courtesy Zonca&Zonca, Milano
Protagonista
delle immagini è il senso del movimento, la continua variabilità dell’ambiente
naturale in cui l’uomo è partecipe, ma osservato dal fotografo tedesco tramite
uno sguardo “nordico”, che risente dell’arte romantica nordica dell’Ottocento,
con le sue atmosfere inquiete. Anche Schlör,
nelle sue fotografie, più che trasmettere la serenità che ci si aspetterebbe da
un luogo paradigmatico di vacanza e di relax, mette a fuoco ciò che sembra un conflitto tra le forze dei cieli e quelle della
terra. Così in La montaneta, dove un
rilievo in lontananza è quasi assediato da nuvole nere di pioggia, o in Montana de la Cruz, in cui il paesaggio
è negato da schermi bianchi e leggeri.

Un
approccio lucido e distaccato, che non ha niente a che fare con la poesia che in
altri contesti spesso richiamano le nuvole; approccio testimoniato anche dai titoli
delle opere: ciò che le distingue è solo il nome della località, nessun’altra
interpretazione.

Peter Schlör - La montaneta - 2009 - cm 100x170 - courtesy Zonca&Zonca, Milano
L’artista
preferisce ridurre al minimo la postproduzione digitale e spesso sceglie tagli
sottili per le sue opere, non di rado accostandole in forma di dittici: formula
che gli consente di legare due inquadrature simili oppure le stesse ritratte in
due momenti diversi, con luci e ombre che creano un effetto straniante.

Un
modo diverso di proporre la fotografia di viaggio: non una descrizione, non una
partecipazione agli ambienti più caratteristici dei luoghi visitati, ma un solo
soggetto “universale”, che potrebbe essere ovunque e in nessun luogo. Una
passeggiata sull’aria quindi, con la terra e angoli di natura incontaminata sullo
sfondo.

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Galleria Zonca
& Zonca

Via Ciovasso, 4 (zona Brera) – 20121 Milano

Orario: da lunedi a venerdi ore 10-13 e 15.30-19.30; sabato su appuntamento

Ingresso libero

Info: tel. +39 0272003377; fax +39 02572003369; info@zoncaezonca.com; www.zoncaezonca.com

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