31 gennaio 2024

Alta moda Parigi, gli show da ricordare: Margiela, Balmain e Schiaparelli

di

Il sottosuolo di Maison Margiela, gli extraterrestri di Schiaparelli, la loud luxury di Balmain: tre show da ricordare di questa ultima settimana dell’Alta Moda a Parigi

Lucky Love e Gwendoline Christie, défilé Maison Margiela Artisanal 2024

Si sono chiuse rispettivamente le settimana dell’Alta Moda – Haute Couture e Moda Uomo a Parigi, confermando la capitale quale centro nevralgico per il sistema, grazie ai numerosi show che hanno mostrato tutto il potenziale creativo dei brand, oltre alla presenza dei gruppi del lusso: tutti elementi che rendono la città il polo strategico per eccellenza del fashion system. Tra la moda uomo e la couture, sono stati numerosi gli show che hanno destato l’interesse di stampa e buyer, diventando virali sui social: dal debutto di Simone Rocha che ha interpretato la Couture di Jean Paul Gaultier alle creazioni surreali di Robert Wun, stilista nato a Hong Kong e già riconosciuto nel 2022 con il premio speciale Andam. Dalle riflessioni sulla guerra di GMBH alla nuova collezione di Louis Vuitton disegnata da Pharrell, passando per Dior Homme e Loewe.

Tre sono le maison e le personalità che ci hanno colpito dopo questo ultimo valzer della moda: John Galliano con la sua collezione Artisanal di Maison Margiela, Olivier Rousting che ha presentato la sua prima linea uomo, Balmain Homme, e Daniel Roseberry con la sua visione di Schiaparelli.

Maison Margiela: la moda torna ad applaudire John Galliano

È stata la chiusura della Couture e un vero trionfo per John Galliano che con lo show Artisanal 2024 di Maison Margiela ha emozionato tutto il pubblico e scaldato i social con una sfilata che rimarrà sicuramente negli annali: tutto è stato progettato a regola d’arte, combinando musica, trucco, casting, teatralità dei movimenti e, ovviamente, gli abiti.

Defile Margiela, Couture 2024
Defile Margiela, Couture 2024

Presentato all’interno di un magazzino abbandonato trasformato in una vecchia bettola, sotto Pont Alexandre III, lo show è stato ambientato in uno luogo tetro, allestito con sedie, poltrone, tavolini da caffè trasandati, luci guaste e un vecchio tavolo da biliardo. Gli ospiti si sono accomodati su sedie disposte a casaccio, tra le quali i modelli e le modelle si aggiravano a passo lento e barcollante, appoggiandosi sui tavoli, lanciano occhiate dalla forte tensione sessuale o intimidatorie. Un casting che rappresenta un serie di archetipi francesi: cortigiane formose, ballerine del Moulin Rouge, demi-mondaine, perdigiorno, giocatori d’azzardo notturni. Un popolo del sottosuolo parigino che abita in romanzi come Les Mysteres of Paris, di Eugène Sue o nelle opere di Victor Hugo.

Un “film noir” diretto da Baz Luhrmann precede lo spettacolo, narrando un racconto avvincente di furti di gioielli e inseguimenti polizieschi. Subito dopo il modello Leon Dame apre la sfilata sotto le arcate del ponte avvolte dalla nebbia, con un’altra delle sue uniche camminate “alla Margiela”. Inizia così una performance dal gusto romantico, teatrale e decadente, tipico di Galliano, che ricorda il suo trascorso da Dior e quelle sfilate indimenticabili. Uno spettacolo giocato tra delicati abiti gessati dal taglio magistrale, collari e pettorine bondage in porcellana realizzate dall’artigiano d’arte Robert Mercier, capi con nudità trompe-l’œil, crinoline trasparenti e corsetti abbinati a collant degradé. Il tutto arricchito da copricapi, frutto della maestria artigianale dell’iconico Stephen Jones.

Ad attirare l’attenzione è anche il beauty look realizzato da Pat Mcgrath, con volti cerati e gote rosse, simili a bambole di porcellana. Le acconciature invece ricordano quella delle demi-mondaine parigine. Un vero trionfo che, dopo le vicende ormai passate da Dior, ha riconfermato una volta per tutte la genialità di Galliano che, alla fine dello show, non è uscito ma è rimasto nel backstage, come era solito fare anche Martin Margiela, l’unico stilista invisibile della storia.

Is there life on Mars: il viaggio verso pianeti lontani di Maison Schiaparelli

Volumi ultraterreni, con particolare focus sulle spalle e ornamenti tanto preziosi quanto curiosi, a coprire abiti e volti. Giacche scultoree profilate da finte trecce di cavallo. Maestosi e inquietanti al tempo stesso, i look della collezione Schiaparalien mettono in scena un dialogo tra passato e futuro, dove si accenna anche alla vita extraterrestre. Quest’ultimo punto è un omaggio allo zio Giovanni di Elsa Schiaparelli, astronomo che scoprì per primo una sorta di Grand Canyon su Marte, inventando il termine marziano.

Schiaparelli Haute Couture

Lontano dall’essere didascalico, Roseberry gioca con silhouette e tessuti dando vita a capi che si muovono sul confine tra il familiare e ignoto, dall’aspetto poco rassicurante, ma molto affascinante. Dettagli, accessori e hardware rimandano al mondo dei cowboy (origini texane del designer), mentre il cocktail dress protagonista della collezione è stato realizzato fondendo componenti tecnologiche superate (pre iPhone). Vecchie schede madri, chip, cavi, componenti in plastica, una ventola di raffreddamento all’altezza del cuore e gioielli preziosi che si confondono nello scintillio del ferro e del rame. Una sorta di esoscheletro elettronico, dal gusto però squisitamente moderno.

Schiaparelli Haute Couture

Lo stesso trattamento è stato riservato al finto-robot-figlio accoccolato in braccio alla top model Maggie Maurer che, per contrasto, ha sfilato con un look candido tank top e pantaloni-gonna cargo. Altri elementi alieni della collezione si ritrovano negli accessori, come gli orecchini che diventano un tutt’uno con le orecchie delle modelle tempestate di cristalli e una colonna vertebrale inumana argentata ed esposta.

Schiaparelli Haute Couture

Un nuovo immaginario che guarda allo spazio ma è ancorato alla Terra, in una tensione sfavillante tra estetica vintage e progresso tecnologico. La collezione Schiaparalien trasporta gli ospiti verso un pianeta lontano: un viaggio utopico in uno spazio fatto di abiti tanto fantasiosi quanto impossibili, misure esagerate, contraddizioni, surrealismo, richiami famigliari e un surrealismo riletto in chiave tech.

Il Loud Luxury con tocchi surrealisti di Balmain Homme

Olivier Rousting è approdato giovanissimo da Balmain, a 25 anni, nel 2011, conquistandosi la posizione di direttore creativo per otre dieci anni. Il suo contributo alla maison, fondata da Pierre Alexandre Claudius Balmain nell’immediato secondo dopoguerra, è stato quello fondamentale di introdurla all’universo dei social, rendendola accessibile a milioni di nuovi fan. Grazie a Rousting, far parte della Balmain Army è diventata l’aspirazione di moltissime celebrities e stelle del fashion system. Per Olivier Rousting, la moda è opulenta, energica, divertente, glamour e sfrontata.

Balmain Homme Menswear Fall Winter 2024

Durante la settimana della moda uomo Rousting ha presentato la sua prima linea uomo, Balmain Homme, dopo quattro anni. In linea con la sua concezione “loud” di moda e lusso, generalmente lontana dalle tendenze e dichiaratamente contraria al tanto dibattuto “quiet luxury”, la collezione Homme ha presentato un uomo «Libero, che non ha paura del giudizio altrui», ha affermato Rousting. Una lezione che sembra partire da un vissuto personale, dato che lo stesso designer ha affermato di essersi divertito a ironizzare sulle critiche circa le dimensioni delle sue labbra e sulla percezione distorta del corpo che abbiamo a causa dei social.

Balmain Homme Menswear Fall Winter 2024

Accessori tra cui bracciali, fibbie e spille a forma di bocca si sono sovrapposti a stampe e ricami di labbra e baci, talvolta in bianco e nero, ma più spesso rosso fuoco, ammiccanti, sensuali e provocatorie. L’ossessione con gli schermi e il voyeurismo che ci si nasconde dietro sono stati rappresentati attraverso occhi indiscreti che osservano chi osserva i look. Linee distorte ed effetti puntinati rimandano ai pixel dei monitor, alternando ironia a inquietudine.

Balmain Homme Menswear Fall Winter 2024

Alcuni look in particolare partono da influenze surrealiste per trasformare, ad esempio, un completo da sera in un viso dove occhi e naso erano stati sagomati nella giacca, mentre la cintura rappresentava la bocca. Finti bouquet floreali erano cuciti direttamente sulle giacche o sostenuti da braccia metalliche legate attorno alla vita. Poi, all’improvviso, il confine tra realtà e finzione sfuma del tutto, in un clash di stampe e colori, un vortice caleidoscopico digitale in cui lo spettatore viene risucchiato.

Ne esce un uomo liberato, sicuro di sé, che negli abiti da sera neri si riappropria dello sguardo altrui e fa del giudizio il suo punto di forza. Ecco allora accessori e decorazioni brillanti, hardware dorati, portati con fierezza e forse giusto una punta di impertinenza.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui