20 febbraio 2024

Cento anni di Salvatore Ferragamo, tra moda, scienza e arte: la grande mostra a Firenze

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Dagli studi anatomici alle ispirazioni artistiche, a Palazzo Spini Feroni di Firenze un’ampia mostra racconta la storia del visionario Salvatore Ferragamo, Shoemaker to the stars

A Firenze, cent’anni di stile e innovazione si celebrano nel progetto speciale dedicato a Salvatore Ferragamo, l’artigiano visionario noto come “Shoemaker to the stars”. La mostra è visitabile fino al 26 febbraio 2024 negli spazi di Palazzo Spini Feroni, sede del Museo Ferragamo, e riannoda i fili della mostra retrospettiva tenutasi nel 1985 a Palazzo Strozzi che, pionieristica nel suo genere, doveva segnare l’inizio di un nuovo approccio alla moda, considerandola portatrice di un messaggio culturale ricco di significati.

Oggi, le creazioni di Ferragamo non sono solo opere esteticamente straordinarie ma testimoniano anche la sua capacità imprenditoriale, la passione per i colori e la ricerca di ispirazioni nel mondo dell’arte e della cultura. Analizzando la biblioteca personale di Ferragamo, emergono riflessioni profonde sulla sua attitudine a percepire i segnali della società e la sua filosofia di vita. Il Museo Ferragamo – diretto da Stefania Ricci – si conferma come un’istituzione vitale nel mantenere un dialogo dinamico tra l’impresa e il pubblico, attraverso la sintesi di oggetti, documenti e pensieri ispirati dalle esposizioni precedenti.

«Nell’anno del centesimo anniversario dall’apertura della prima boutique a Hollywood, nel 1923, la mostra ricorda i momenti e gli eventi più importanti della storia dell’uomo e dell’artigiano, dell’imprenditore e del visionario, che ha saputo anticipare i tempi costruendo una tradizione di creatività e modernità che ancora oggi guida e ispira la Maison nelle sue espressioni di eleganza ed eccellenza», ha commentato Stefania Ricci.  «Dopo la prima retrospettiva itinerante inaugurata nel 1985 a Palazzo Strozzi – seguita dalla fondazione dell’Archivio Ferragamo e del Museo Ferragamo – questa nuova indagine a ritroso non rappresenta solo una sintesi delle idee e delle opere di Salvatore Ferragamo, ma anche un’occasione di riflessione sul ruolo del Museo come complesso sistema culturale e curatoriale impegnato nel dialogo costante tra passato e presente, tra heritage e contemporaneità».

Salvatore Ferragamo 1898 – 1960: la mostra a Firenze

I primi anni di vita e l’ascesa di Salvatore Ferragamo, il leggendario “Shoemaker to the stars”, sono il fulcro della prima sezione della mostra. Attraverso una ricca raccolta di informazioni, dati storici e documenti, la sala offre una dettagliata biografia del maestro calzolaio, evidenziando la sua dedizione straordinaria al lavoro. L’esposizione segue poi il percorso di Ferragamo nel campo dell’anatomia, dove scopre il segreto della calzata perfetta, e affronta il suo tragico incidente automobilistico nel 1920.

Dopo il trasferimento della sua attività a Hollywood nel 1923, Ferragamo ottiene la cittadinanza americana nel 1926 e decide di tornare in Italia nel 1927, per coniugare la tradizione artigiana con il sistema produttivo americano. La sezione si conclude con la crescita dell’azienda negli anni ’50, l’incontro con Andy Warhol e il sogno di Ferragamo di trasformare la società in una casa di moda globale. Tuttavia, le condizioni di salute di Ferragamo peggiorano e il 7 agosto 1960 il geniale calzolaio muore a Fiumetto, vicino a Forte dei Marmi.

Segue una seconda sezione dedicata a Hollywood Boot Shop, il negozio aperto da Salvatore Ferragamo a Hollywood dal 1923 al 1927. Il locale diventa un punto di riferimento per le star del cinema e personalità artistiche, contribuendo a trasformare Hollywood in un centro culturale ed economico. Una terza sezione invece indaga Materiali e ispirazioni ed evidenzia la versatilità di Ferragamo nell’utilizzo di materiali innovativi e tradizionali, ispirandosi a varie fonti, tra cui film in costume e collezioni d’arte.

La quarta sezione, Equilibrio e Anatomia, mostra il profondo interesse di Ferragamo per la relazione tra piedi e scarpe. Il calzolaio studia la meccanica del piede e applica principi scientifici per garantire il comfort e l’estetica delle sue creazioni. La presenza della biblioteca personale di Ferragamo evidenzia il suo approccio multidisciplinare, con libri scientifici accanto a riflessioni filosofiche.

Forme architettoniche presenta scarpe selezionate per la loro forma architettonica, evidenziando l’approccio funzionale e estetico di Ferragamo. Brevetti, mostra invece i certificati che lo stilista ha ottenuto nel corso della sua vita, dimostrando la sua attitudine progettuale nel settore calzaturiero. Nuovo Rinascimento sottolinea il legame di Ferragamo con la tradizione artigiana fiorentina, mostrando un sandalo in oro a 18 carati creato nel 1956, mentre Creatività a colori evidenzia l’uso disinvolto dei colori da parte di Ferragamo, influenzato dalle avanguardie artistiche e dalle sue radici italiane e californiane.

La nona sezione, Scarpe e piedi famosi, conclude la mostra evidenziando le connessioni tra le calzature di Ferragamo e le celebrità. Il calzolaio prendeva personalmente le misure dei piedi dei clienti, trasferendole su forme di legno che sono ora esposte. Le preferenze e i gusti delle clienti, descritti da Ferragamo nell’autobiografia, aggiungono un tocco personale alla mostra.

Le molteplici dimensioni di una ricerca

L’originalità dei modelli è frutto tanto dell’innata creatività di Ferragamo quanto delle varie personalità che formano la sua esigente clientela. Se la sensualità di Marilyn Monroe è amplificata dalle famose scarpe scollate con tacco a spillo di 11 cm, l’eleganza sportiva ed essenziale di Greta Garbo è messa in risalto dalle scarpe maschili, che portava quasi sempre.

L’esposizione riunisce e connette dimensioni molteplici di ricerca, esplorazione e ispirazione che si stratificano e si intrecciano nell’approfondimento del pensiero e delle vedute senza confini del fondatore: gli studi anatomici, la perizia delle lavorazioni e delle decorazioni, la sperimentazione cromatica, la ricerca audace compiuta sulle forme e sui materiali, le diverse ispirazioni artistiche e culturali che, infine, hanno riportato Salvatore in Italia, nel 1927, a Firenze, città simbolo del Rinascimento e della maestria artigianale.

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