10 agosto 2022

Christian Louboutin: 30 anni calzati a pennello

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Un percorso originale al Grimandi Forum di Monaco che sottolinea come “una scarpa ha molto di più da offrire che una semplice camminata”, come asserisce il grande Christian Louboutin

Costume de Brigand pour Daphnis et Chloé de Léon Bakst

Imprescindibile nella vita di ognuno, la calzatura pare sia vecchia quanto l’umanità. Bassa, rasoterra, alta, con tacco a spillo, a rocchetto o a plateau, la scarpa di qualità rispetta esigenze pratiche quanto estetiche, finanche artistiche. Scarpa e arte? Andy Warhol negli anni ’50, con l’intenzione di innalzarla da oggetto ordinario a opera d’arte, realizza tre raccolte di serigrafie quali Golden Shoes, Diamond Dust Shoes e À la Recherche du Shoe Perdu, clin d’oeil al romanzo di Marcel Proust. È ancora il re della Pop Art, con la serie The two Flowers (acrilico su tela, 1964), a ispirare Christian Louboutin (Parigi, 1964), per la Pensée (crêpe de chine, camoscio,1993), ossia la prima scarpa da donna a suola scarlatta, che venne indossata da Carolina di Monaco per il Bal de la rose, l’evento mondano monegasco per eccellenza.

Vernissage exposition © Grimaldi Forum Monaco – ph: Jean-Charles Vinaj

Estroverso, magnetico e stimolante, adottato da stilisti rinomati, il rosso è tra i colori che attira di più l’occhio anche in punti imprevedibili. Siamo nel 1993 quando il re della décolletée vernicia le suole con lo smalto rosso lacca della sua assistente, nasce così il suo marchio di fabbrica. Stravaganti e non alla portata di tutte, le louboutins sono indossate da Madonna, Catherine Deneuve, Beyoncé, Tina Turner, Nicole Kidman o Oprah Winfrey mentre il suo universo ha affascinato artisti come David Lynch. Il Principato di Monaco rende omaggio al designer francese con una grande retrospettiva dal titolo “Christian Louboutin L’Exhibition(niste), Chapitre II” presso il Grimaldi Forum di Montecarlo fino al 28 agosto. Prosieguo della mostra parigina tenutasi due anni fa al Palais de la Porte Dorée, l’attuale ripercorre 30 anni di carriera con opere nuove e prestiti provenienti da privati come da istituzioni pubbliche per restituire il mondo singolare della calzatura, e non solo. Un percorso atipico che si colloca tra alta moda, Arte Moderna e Contemporanea, fotografia, installazioni monumentali, video, e con un passaggio ludico sulla fabbricazione della scarpa che celebra l’artigianato di alta qualità.

Louboutin e Allen Jones

Curata da Olivier Gabet, direttore del Musée des Arts Décoratifs di Parigi, la mostra offre al pubblico una prospettiva originale sull’immaginario di Louboutin attraverso un centinaio di opere disseminate lungo duemila mq, In dialogo con creazioni provenienti dal Museo Oceanografico e dal Nuovo Museo Nazionale di Monaco, alcune opere sono il frutto di collaborazioni esclusive, vedi con Allen Jones. Si tratta dell’artista britannico, tra i pionieri della Pop Art, le cui sculture antropomorfe, erotiche e iperrealistiche, come le note donne-tavolo, continuano giustamente a fare polemica oggi come in passato. L’esposizione si disloca lungo quattordici capitoli che, tra fonti d’ispirazione e processi creativi, presentano calzature emblematiche come la YSL, la Pigalle, la So Kate, la vertiginosa décolletée, o gli stravaganti tacchi amovibili in legno, come i Guinness (1994). Visioni oniriche invece, nella sala che accoglie una scarpa di cristallo colossale, realizzata da vetrai francesi, o in quella con otto vetrate create dalla Maison du Vitrail di Parigi – un voluto omaggio alle arti decorative – che illustrano gli elementi costitutivi del suo lavoro come viaggi, sessualità e innovazione. Una sala di trecento mq espone il museo immaginario di Louboutin con opere di Oscar Niemeyer, André Derain e Gilbert & George, le eccezionali architetture di Bodys Isek Kingelez o il bellissimo copricapo (1974, taffetà, seta blu) di André Levasseur creato per Josephine Baker.

Christian Louboutin, Dessin Pensée

Lungo un corridoio sprofondato nella penombra, sfilano una dozzina di fotografie della serie Fetish di David Lynch, che guarda a determinati codici tra feticismo e sessualità. Immaginate per ‘non camminare’, queste scarpe con suole di velo o con tacchi siamesi, sono il frutto di una collaborazione tra Louboutin e il regista e fotografo statunitense. Uno spazio immersivo di 170 mq accoglie il video ipnotico e dai colori sgargianti di Lisa Reihana. L’artista neozelandese, che ha partecipato alla Biennale d’Arte del 2017, per questo lavoro si è completamente ispirata all’universo creativo di Louboutin. Nel 2013 il designer francese fa scalpore con la serie Nudes, ossia delle calzature create nelle diverse tonalità della pelle da chiara, media a scura, Accolte negli Stati Uniti come un atto culturale e politico, sono qui in dialogo con l’installazione del duo artistico Whitaker Malem, composta da nove sculture di corpi femminili avvolti in pelle nei medesimi colori della collezione. L’estrosità che si respira lungo questo trentennio di creazioni è sbalorditiva. Sempre diverse, a volte sono volutamente esagerate con strass, piume e lustrini, altre estremamente audaci e sensuali, oppure leggere e vaporose, finanche innovative e raffinate. Un percorso originale che sottolinea come “una scarpa ha molto di più da offrire che una semplice camminata”, asserisce Louboutin.

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