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Il Louvre di Parigi e Lancôme insieme, per la campagna fotografica di una nuova serie di prodotti cosmetici e per la cura della pelle, ispirata a nove delle sculture più celebri conservate nella prestigiosa collezione del museo, come la Nike Alata di Samotracia e la Venere di Milo. Lo shooting si è svolto nelle sale dell’istituzione museale parigina ed è stato curato dal noto fotografo di moda norvegese Sølve Sundsbø, che già ha collaborato con diversi brand quali Giorgio Armani, Chanel, Cartier, Gucci e i cui lavori sono conservati anche in musei pubblici, come la National Portrait Gallery di Londra. A prestare il volto, quattro ambasciatrici di Lancôme, le attrici Zendaya e Amanda Seyfried, la cantante Aya Nakamura e la modella He Cong, in dialogo con le opere del Louvre. Per la campagna, infatti, Sundsbø ha reinterpretato l’aspetto che potevano avere le statue, diventate icone della storia dell’arte e dell’ingegno umano, oltre che veri canoni di bellezza, nel momento in cui furono realizzate, millenni fa, attraverso i volti e i corpi delle modelle.
Vestita di nero, Zendaya completa la Vittoria Alata di Samotracia, in marmo pario, esposta in cima alla scalinata centrale del Louvre dal 1884 ma riscoperta, dopo secoli in cui se ne erano perse le tracce, nel 1867, in stato frammentario, da Charles Champoiseau, viceconsole francese a Edirne. L’opera fu scolpita a Rodi in epoca ellenistica per celebrare una vittoria in battaglia e l’autore è sconosciuto. La Venere di Milo, un’altra scultura greca ellenistica frammentaria, in questo caso priva delle braccia, è invece reincarnata da He Cong. Risalente al 130 a.C. circa, la Venere è considerata tra gli esempi di rappresentazione della bellezza femminile più significativi (non per l’artista Pierre-Auguste Renoir, per il quale era solo «Un gran gendarme», con i suoi più di 2 metri di altezza).
Tra le altre opere del Louvre rivisitate per la campagna fotografica di Lancôme, anche la Diana di Gabi (IV secolo a.C.), avvolta da un caratteristico drappeggio, la Ninfa con scorpione (200–100 a.C. circa) e la Venere di Arles (I secolo a.C. circa), copia romana di un originale greco, probabilmente di Prassitele, reggente un frutto nella mano destra.
Secondo Laurence des Cars, Presidente e Direttrice del museo, questa collaborazione con Lancôme sancisce «La diversità delle forme di bellezza presenti nelle collezioni del Louvre, un dialogo tra culture e civiltà che trascende il tempo e la geografia. La storia dell’arte e della bellezza, il “fare” della bellezza, la ricerca della bellezza, sono intimamente legati». «La cultura pop – la cultura delle immagini in movimento, della pubblicità, dei social media e della nostra vita quotidiana – è spesso ispirata da queste immagini e rappresentazioni senza tempo. Le collezioni del Museo del Louvre sono sorprendenti e accattivanti nella loro capacità di fornire una lettura e una comprensione di come questi canoni si trasformano, di come possono essere interpretati e di come si evolvono».