28 febbraio 2023

Milano Fashion Week: tra brand di nuova generazione e inclusione

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La settimana della moda di Milano cresce non solo nel numero di show e presentazioni di grandi marchi, ma si apre sempre più come vetrina per una nuova generazione di creativi, sia italiani, sia stranieri, che scelgono di presentare i propri progetti nella capitale meneghina.

Tomo Koizumi

La fashion week punta da anni su temi come sostenibilità e inclusione, come dimostrano i Green Carpet e la prima edizione di Black Carpet Awards che hanno debuttato in questi giorni a Milano. Lo stesso Carlo Capasa, Presidente di Camera Nazionale della Moda, ha dichiarato a Fashion Network: “Credo che la moda italiana – seconda industria del nostro Paese – abbia dato un’immagine fortissima di sé al mondo. È stata una settimana esaltante con tantissima gente e tantissima energia, con un programma ricco di eventi e di sfilate. Io sono molto contento e credo lo siano tutti coloro che fanno parte della community della moda”.

Qui una selezione di brand di nuova generazione da tenere d’occhio e i vincitori del Black Carpet Awards.

LARA CHAMANDI

Torna a Milano per la seconda volta, Lara Chamandi, libanese, nata ad Abu Dhabi, vissuta a Londra – dove ha studiato design d’interni – convinta che il vestire possa essere un medium grazie a cui non solo percepire il mondo, ma ottenere sensazioni di gioia, benessere e serenità e riconnessione con l’Universo. La Luna, da sempre simbolo del femminile, e la ciclicità degli elementi – aria, fuoco, terra, acqua, etere – sono il cuore dell’ispirazione di Lara. Ogni collezione include simboli antichi, segni astrologici ed elementi sacri per raccontare una storia di riti e miti femminili, ma anche di devozione alla qualità, all’artigianato e di attitudine a un’eleganza che supera le tendenze per tradursi in progetti dall’ethos magico e atemporale. La filosofia di Lara Chamandi è un mix unico di spiritualità, femminilità e natura. Attraverso i suoi capi-talismani, la designer desidera invitarci a riprendere contatto con la nostra intuizione, il nostro vero sé, il nostro lato femminile che ci aiuta a connetterci al mondo spirituale, naturale e del cosmo. Il motore primo della collezione A/I 23/24 “An Immortal” è la suggestione del pianeta più associato alla dimensione onirica, all’illusione, alla ricettività psichica, Nettuno. Una collezione realizzata solo con materiali naturali, evitando l’uso di fibre contenenti plastica, vengono ricercati accuratamente e spesso sviluppati ad hoc insieme ad esperti tessutai italiani. Accurata la ricerca anche per i dettagli, ad esempio, i bottoni sono in avorio vegetale, ovvero corozo. Le collezioni sono create artigianalmente in Italia, in piccoli laboratori indipendenti, a conduzione familiare, tra Carpi e il Veneto, accuratamente selezionati per i loro standard etici e responsabili. Una visione che è diventata realtà grazie all’expertise di Antonio Berardi che la interpreta e disegna con Lara, che racconta: “Ora più che mai abbiamo bisogno di risvegliare il nostro Divino Femminile, guarirci e riscoprire la connessione con la nostra vera natura e con quella che ci circonda a cui apparteniamo e che abbiamo ferito per troppo tempo. I nostri capi-talismani ci guidano in questo. Indossandoli e connettendoci con loro, ritorniamo Dee, proviamo benessere, ci sentiamo fortunate e positive, diventiamo la migliore versione di noi, pronte per guardare con maggior consapevolezza anche fuori di noi”.

SHUTING QIU

 

Un’esplosione di colori caldi e freddi per Shuting Qiu, laureata presso la Royal Academy di Anversa, che già vanta importanti riconoscimenti come il Bof China Prize 2019, oltre ad essere stata semi finalista del LVHM Prize 2021. Dopo essere stata invitata dalla Camera Nazionale della Moda Italiana nel settembre 2019 e nel settembre 2022, ritorna per la terza volta sulle passerelle milanesi presentando la sua collezione donna che rende omaggio all’astrattismo francese attraverso l’opera “Compliments” di Frantisek Kupka. La ricerca della designer è da sempre collegata al mondo dell’arte e letteratura, creando legami tra sogno, fantasia e realtà. Così Shuting Qiu sperimenta nuovi legami tra pittura e capi d’abbigliamento, con l’obiettivo di comunicarne una femminilità stravagante e resiliente. Motivi floreali sbocciano in vivaci dinamismi tra forme geometriche e linee decise, mentre faccine sorridenti atterrano liberamente su abiti e accessori. Audaci collisioni di toni, cuciture di jacquard e tweed, pellicce ecologiche in rosa, giallo e blu, impreziosite da perline che completano i look. La collezione presenta dei capi lingerie in collaborazione con il marchio Triumph, dal carattere romantico con ricami frizzanti e accattivanti. I ricordi prendono metaforicamente vita attraverso l’utilizzo di tessuti delle precedenti collezioni combinati con materiali sostenibili, che definiscono l’intera collezione. Un messaggio di attenzione verso l’ambiente in una chiave spensierata, puerile e ironica, tra colori vivaci e grintose sovrapposizioni di strati.

TOMO KOIZUMI

 

Una moda tutta costruita intorno alle forme, all’organza e al colore quella di Tomo Koizumi, designer giapponese che ha sfilato a Milano grazie al progetto voluto da Domenico Dolce e Stefano Gabbana per supportare una nuova generazione di talenti creativi. Grazie alle costruzioni particolarmente scenografiche e stravaganti il designer ha conquistato numerose star del calibro di Lady Gaga e Bjork, tanto per citarne alcune. Caratterizzano la sua ricerca le scelte cromatiche vivaci, lo studio meticoloso dei volumi, la teatralità delle forme, i dettagli sartoriali e l’attenzione alla body positivity. Per questa nuova collezione – supportata anche nella realizzazione da Dolce & Gabbana -il designer giapponese da una parte ha tratto ispirazione dagli archivi del brand, dalla corsetteria tradizionale agli iconici tubini, dall’altra si è mantenuto fedele al suo Dna che gioca sui volumi over in organza iper colorata: un vero incontro tra due identità estetiche molto forti. Un segnale importante di supporto a un brand emergente che ha avuto modo di sfilare a Milano davanti a un pubblico internazionale di addetti ai lavori.

SPACCIO ALTA MAGLIERIA

 

Fondato nel 2022 da Giulia Bortoli, consulente di maglieria, Spaccio è un laboratorio di maglieria contemporanea composto da un team di giovani menti creative, che unisce sperimentazione tessile all’alta artigianalità. In quanto spazio fisico basato nel cuore di Milano e legato alla cura dei dettagli e alla scansione del tempo, riflette e dà visibilità ad una generazione che ha bisogno di ritrovarsi in un percorso di lentezza legato alla materia, che vede nel “fatto a mano” il futuro della maglieria e del suo commercio. Il focus del progetto è proprio l’elevazione della maglieria artigianale declinata in un concetto di “Alta Maglieria” e un linguaggio contemporaneo. Per questo durante la fashion week Spaccio Maglieria ha aperto al pubblico le porte del suo Atelier in zona Milano Centrale con il progetto intitolato “EGO” e una performance di cristallizzazione su maglia in collaborazione con Mathilde Possoz. EGO è una performance di sei giorni, uno studio aperto al pubblico che racconta il legame fra tempo e materia, manipolato e sottomesso al mondo contemporaneo. Durante la performance sono stati esposti cinque capi di alta maglieria “in progress”, ovvero in fase di realizzazione, con l’intento di condividere il processo creativo, la realizzazione e l’estrema cura che l’arte della maglieria richiede. I capi presentati per l’occasione sono il frutto di una collaborazione con l’artista francese Mathilde Possoz, anch’essa focalizzata sul tempo e la sua manipolazione, attraverso processi di cristallizzazione di salgemma.

SSHEENA

 

Brand italiano indipendente fondato da Sabrina Mandelli che gioca sui contrasti e su modalità di presentazioni sempre ironiche e iconoclastiche. Per questa collezione dal titolo “I can’t sleep again“,  la designer gioca sul binomio capi che rivelano/che nascondono, prendendo ispirazione dal film  “La donna invisibile” (1983). Una bipolarità che si manifesta da un lato tramite i colori marroni e grigi che si mimetizzano con gli ambienti urbani, dall’altro l’arancione brillante e il blu elettrico. Uno scenario a tratti surreale in cui compaiono il leopardo e la iena.Forse sono le briciole del percorso di Hansel e Gretel? O forse sono un inno alle origini punk del nome Ssheena?
Nella collezione tornano come elementi distintivi: le spalle sono sempre le protagoniste scultoree delle giacche formali. La maglieria avvolge il corpo in una morbida armatura. In particolare per questa stagione il brand punto sul concetto dei tagli. Silhouette slanciate, pezzi di giacche che possono essere staccate dagli indumenti tramite una cerniera o una cintura, una costruzione che fa sembrare l’indumento tagliato. Un continuo gioco tra realtà e illusione, così come le cinture sono sempre presenti ma invece di stringere il corpo lo allentano. Come scrive la stessa designer: “Le collezioni Ssheena sono sempre orgogliose. Feroci. Un po’ romantiche e (IN)comprensibilmente sensuali. Ogni collezione è mutevole, ma allo stesso tempo eterna. Ssheena non si nasconde, si adatta e si impone.

Con questo presupposto, chi ha mai voluto un mantello dell’invisibilità?2.

ALESSANDRO VIGILANTE

La collezione FW23 di ALESSANDRO VIGILANTE, giunta all’ ATTO VI, continua la sua ricerca sul corpo in movimento. Alessandro Vigilante, classe 1982, di origini pugliesi, focalizza il suo percorso nell’intreccio costante tra la moda e la danza, cardini primari della sua ispirazione e del suo linguaggio espressivo. Con un passato da danzatore professionista, continua ad approfondire questo mondo che intreccia con la sua formazione nella moda (si laurea allo IED di Milano ) ricevendo subito importanti riconoscimenti. Poi lavora a lungo per importanti brand come Dolce & Gabbana, poi a Roma, da Gucci, al fianco di Alessandro Michele, e infine ancora a Milano con il progetto Philosophy di Lorenzo Serafini. Da questo sviluppo professionale, estremamente intenso e gratificante, nasce l’esigenza di comunicare la propria personale visione dello stile e della femminilità̀, con il lancio del brand ALESSANDRO VIGILANTE, inaugurato dalla Collezione ATTO I.  La nuova collezione ripercorre i tratti distintivi del brand: la sartorialità maschile tagliata da capi iper femminili, definiti da grafici cut-out, il rigore che incontra l’erotismo, la pulizia delle linee, i volumi scultorei realizzati con materiali tecnici come lo scuba, le trasparenze dei tessuti tipici della corsetteria, volumi scostati e altri attaccati al corpo, second skin, l’immancabile natural vegan rubber che dalla prima stagione esercita grande fascinazione per il creative director. La palette colori, fedele al nero, ivory e light pink, capisaldi riconfermati, si rinnova attraverso l’inserimento del cornflower blue, del citrus yellow e dell’olive green. Tra le novità è l’introduzione della stampa di ispirazione termografica su velluto panné stretch. I look sono completati dal Sylvie Loafer e dal Sylvie Thigh High boots, in onore della famosa danzatrice Sylvie Guillem, dalle doti straordinarie.

ACT N°1

Uno dei brand più sperimentali on show a Milano, fondato da Luca Lin e Galib Gassanoff  ha deciso recentemente di separarsi: Lin resta alla guida del marchio sia dal punto di vista creativo che strategico, mentre Gassanoff ha deciso di iniziare una carriera nell’arte e nella moda. Sin dagli esordi ACT N°1  ha lavorato su uno stile incentrato su arte, artigianato e multiculturalità. Il nome ha un significato preciso che si riferisce al primo atto della vita che ha ispirato i designer nello sviluppo del marchio, con un’attenzione particolare al background personale, alla loro infanzia e al loro patrimonio culturale. Ogni stagione la collezione si propone di raccontare una storia di inclusione e di condizione femminile in tutto il mondo. Con questa nuova collezione il tema gioca sul senso del danno e su come la natura trova il modo di guarire un sistema ferito. ACT N°1 esplora questa esperienza attraverso la collaborazione con Ara Lumiere con cui è stata creata una capsule di camicie e pantaloni di seta genderless con le stampe signature di ACT N°1 – che raffigurano acquerelli e decorazioni calligrafiche tradizionali cinesi. Una  una percentuale dei ricavi sarà devoluta ad un progetto comune di sostegno alle donne ferite dagli attacchi con l’acido. Il cuore della collezione è costituito da camicie e abiti in seta stampata, che definiscono una silhouette ampia. I caratteristici volant in tulle del marchio sono abbinati a giacche formali e smoking per esaltare il lato flamboyant del marchio. Il punto forte di questa stagione è rappresentato dai capi combo che mescolano parte della giacca e del trench con piccoli corsetti, lavorando sul concetto di nascondere e svelare il corpo. Ha commentato Luca Lin: “Fin dalla prima sfilata, una delle principali preoccupazioni di ACT N°1 è stata quella di sostenere le donne di tutto il mondo che lottano contro condizioni ingiuste e violenza. Questa volta l’esigenza di essere più efficaci e pratici ha acceso la collaborazione con Ara Lumiere e siamo orgogliosi di collaborare per difendere e sostenere le donne colpite da attacchi con l’acido. Condividiamo gli stessi valori e siamo orgogliosi di questo progetto comune.”

BLACK CARPET

Un nuovo evento ha debuttato in questa intensa fashion week: la prima edizione di Black Carpet Awards, una nuova iniziativa che ha celebrato Diversità e Inclusione nella comunità globale. Ideata e realizzata da Afro Fashion Association, l’evento di gala – che ha avuto luogo presso il MEET- Digital Culture Center – Milano – ha voluto celebrare i successi di voci inascoltate e sottorappresentate in settori diversi, dalla moda allo sport, passando per l’arte e il business. Una giuria internazionale di esperti in diversi settori, guidata dalla fondatrice Michelle  Ngonmo, ha scelto i Leaders of Change nei seguenti campi: Cultura, Creatività, Comunità, Eredità, Imprenditorialità. La giuria ha scelto 5 vincitori, mentre altri 5 sono stati votati dal pubblico online. Tra i vincitori di questa edizione: Khaby Lame, Sarah Kamsu, Fred Kuwornu, David Blank, Daphne Di Cinto, Tia Taylor, Angela Haisha Adamou, Nadeesha Uyangoda, Andi Nganso. Questa prima edizione ha mostrato tutto l’entusiasmo e l’emozione che i promotori hanno trasmesso e condiviso con i loro ospiti. Un’iniziativa che ha un valore estremamente importante per il settore moda e non solo, ma anche per ogni ambito che possa influenzare la società attraverso la propria autorevolezza e i propri attori. Alla serata hanno partecipato molti ospiti internazionali di rilievo come Anna Wintour, Edward Enninful, Sebastian Suhl, tra gli altri. Michelle F. Ngonmo, Presidente di Afro Fashion Association ha dichiarato:” Celebrare tutte le storie… questo è ciò che stiamo facendo attraverso il Black Carpet Awards. Molto spesso ci sentiamo a nostro agio confrontandoci con persone che condividono il nostro stesso background o la nostra stessa opinione, invece le diverse prospettive sono arricchenti. La diversità e l’inclusione non sono sinonimi e di certo non sono concetti astratti né quanto meno dovrebbero essere affrontati come tema di “politically correct” perché parte integrante del nostro quotidiano. Il Black Carpet Awards, a differenza di quello che il nome potrebbe fare credere, non riguarda solo la comunità nera, ma il colore nero come assoluto, come “somma di tutti i colori”, che si ottiene mescolando tutti i diversi pigmenti. L’idea è esattamente questa, tutti insieme, seduti allo stesso tavolo e unendo le forze, per discutere della bellezza della diversità e di come sia un fattore cruciale per il patrimonio culturale e per la crescita economica della società. Questa, a mio avviso, è sicuramente l’unicità e l’originalità di questo evento”.

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