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Montblanc e Wes Anderson alla Milano Fashion Week: cinema e stile in un cortometraggio
Moda
Nel panorama ormai sempre più crossmediale della moda contemporanea, Montblanc porta alla Milano Fashion Week Uomo un evento che fonde cinema d’autore, storytelling visivo ed heritage culturale. Al centro della scena, il secondo cortometraggio firmato da Wes Anderson per la maison, presentato in anteprima con un evento e fashion show ambientato nel deposito ferroviario Squadra Rialzo della Stazione Centrale, trasformato per una notte in una stazione immaginaria tra sogno e cinema.

Il film, diretto dal regista texano e intitolato Let’s Write, si inserisce nel progetto lanciato nel 2024, che aveva già visto Anderson raccontare con il suo stile inconfondibile – geometrico, simmetrico, nostalgico – la storia e la filosofia del brand. Questa secondo short movie, questa volta co-diretto da Roman Coppola, continua il viaggio, trasformando la Montblanc Haus di Amburgo in un microcosmo narrativo popolato da personaggi enigmatici e oggetti simbolici: un omaggio alla scrittura come atto creativo e alla memoria come archivio emotivo. Tra i protagonisti sullo schermo, Rupert Friend, Waris Ahluwalia, Esther McGregor, ma anche volti noti del cinema internazionale come Joey King, Daniel Brühl, Seo Kangjun, Kerem Bürsin, Alfonso Herrera, e gli amici del brand Mew Suppasit, Cooper Koch e Manolo Caro.
Il cortometraggio si apre con un ritmo quasi teatrale, tra tableaux vivants e movimenti di macchina orchestrati come coreografie. I codici visivi di Anderson, dalla palette pastello alle inquadrature ortogonali, non sono solo decorativi ma diventano linguaggio significante, che trasforma l’oggetto di design in feticcio narrativo. E la penna Montblanc, nelle mani dei personaggi, diventa chiave d’accesso a mondi immaginari, diario visivo, passaporto per l’invenzione.
Oltre all’immaginario del brand, a firmare la capsule collection ispirata al film è Marco Tomasetta, Direttore Creativo della maison, che racconta: «Abbiamo immaginato un guardaroba che potesse appartenere a uno dei personaggi di Wes Anderson: essenziale ma pieno di dettagli, classico ma sorprendente, in perfetto equilibrio tra funzionalità e sogno. Come ogni buon film, anche l’oggetto Montblanc racconta una storia, e il nostro compito è renderla visibile».
La collezione include valigette, zaini, trench e accessori pensati per un viaggiatore moderno ma con lo sguardo rivolto al passato, come se ogni pezzo fosse uscito da una scena girata su pellicola Kodak nel 1974. Il design, pulito ma evocativo, dialoga con la grammatica visiva del regista e insieme costruiscono una narrazione che supera la moda e diventa stile senza tempo.
Il debutto di Montblanc con questo primo fashion show non è solo una dichiarazione estetica ma un’estensione coerente della sua missione: ispirare a scrivere, pensare, vivere con consapevolezza. «Scrivere è ancora rivoluzionario. Non è un gesto vecchio, è un gesto umano. E la moda può aiutare a ricordarlo. Con questa capsule volevo offrire qualcosa che si possa portare addosso, ogni giorno, e che diventi parte di noi», ha raccontato lo stesso Tomasetta.
In un momento storico in cui molti brand cercano collaborazioni con il mondo del cinema, Montblanc sceglie di affidarsi a una visione precisa e fortemente autoriale. Wes Anderson ha impresso il proprio universo al brand, facendo di ogni inquadratura una riflessione sull’identità, sul tempo e sull’arte della scrittura.
Questa operazione dimostra come il cinema possa essere più di una vetrina pubblicitaria: può diventare dispositivo critico, lente attraverso cui ripensare il ruolo dell’oggetto nella cultura contemporanea. E in questo cortometraggio, come nei migliori film, l’accessorio non è solo indossato ma narrato, incarnato, vissuto.