13 ottobre 2023

Paris Fashion Week, uno sguardo agli show più evocativi e coraggiosi

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Parigi si impone come capitale della moda, con una serie di show che hanno il coraggio di andare controcorrente, per creare sogni: ecco cosa abbiamo visto alla Fashion Week

Parigi, l’ultima delle quattro capitali della moda, questa stagione ha rivendicato il proprio primato sulle altre. Non c’è dibattito che regga: funzionalità e creatività hanno sfilato mano nella mano lungo le passerelle dei vari marchi in calendario, ricordando a tutti cosa significhi “fare moda”. In un panorama dove insicurezze e sfiducia nel futuro stanno intaccando tutti gli aspetti del sistema, alcuni show si sono distinti per essere andati controcorrente. Si tratta di marchi che hanno perseverato e portato a termine uno dei compiti più difficili della moda odierna: creare sogni.

Il cuore di Demna Gvasalia da Balenciaga

Una sfilata in famiglia. Ecco cosa ha caratterizzato la presentazione della SS24 di Balenciaga. La famiglia che Demna Gvasalia ha scelto e portato con sé alla maison in questi anni di direzione creativa. Parenti, amici e cari hanno calcato la passerella, a partire dalla madre di Gvasalia, Ella, per finire con il marito Loïck Gomez. Noto anche come BFRND, Gomez ha indossato l’abito da sposa finale, e ha mixato e firmato (come sempre) la colonna sonora dello show. Ancora, tra i modelli c’erano insegnanti del designer, come Linda Loppa e altri membri del personale accademico dell’Anversa Academy. Star del fashion system come la giornalista e critica di moda Cathy Horyn, e altre della comunità LGBTQIA+ come Amanda Lepore. Gli amici di sempre, come l’artista Eliza Douglas e l’attrice Isabelle Huppert, la cui voce ha risuonato per tutto lo show, mentre leggeva un testo istruttivo sulla costruzione di una giacca. La lettura si ripeteva in modo ossessivo con ritmi sempre più frenetici, creando uno stato di agitazione e apprensione in chi ascolta. La pressione esercitata dal sistema moda.

Lo show, dunque, è consistito in un’opera che tratta le fondamenta della couture, l’importanza del ricordare quali sono le proprie radici e gli affetti più cari. Il tutto con un climax che sviluppatosi in un mare rosso di pesanti tendaggi drappeggiati. Qui si sono succedute silhouette e look ormai noti nella storia della maison, ma che in questo modo hanno rafforzato l’attenzione sul messaggio che Gvasalia voleva trasmettere: il mondo di Balenciaga è l’insieme di ciò che egli ama della moda. È un riflesso della sua persona, delle sue abilità creative ed esecutive, della sua vita. È qualcosa che va oltre le tendenze e il concetto di lusso “trickle-down”. Una dichiarazione importante, una presa di posizione chiara e rinvigorente. Forse anche un modo per porre fine alle malelingue che lo perseguitano dal disastro mediatico che ha seguito l’infame campagna del 2022. E a giudicare dalle reazioni del grande pubblico, sembrerebbe avercela fatta.

 

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La positività secondo Rick Owens

Una nebbia fucsia e gialla, petali di rose che cadono dal cielo e Diana Ross che canta I still believe in love. L’aria diffusasi al Palais de Tokyo era insolitamente positiva e ottimista da Rick Owens questa stagione. Il cosiddetto “Principe delle Tenebre” ha scelto infatti di rompere (momentaneamente?) con le atmosfere lugubri e cupe che da sempre caratterizzano i suoi show, per indagare orizzonti più speranzosi. Certo è rimasto l’utilizzo del nero, le declinazioni extraterrestri, le silhouette affilate e le spalline ingigantite che arrivano sopra la testa.

Il generale sentore di leggerezza e freschezza però si respirava nelle cappe gonfiate dal vento, nei rosa polverosi che vanno dal cipria al malva, nei marroni caramellati e nei rossi succosi. L’avanzamento lentissimo delle modelle, dovuto sicuramente anche agli impossibili sandali-stivali dal plateau spropositato e dal tacco trasparente, tanto amati dai seguaci di Owens, dava un tono solenne allo show. Una nota quasi straniante se confrontata con l’estetica dei capi, che però in questo modo possono essere scrutati con attenzione, ammirati, impressi nella mente. Una lentezza che non appartiene alla società contemporanea, e sicuramente non è propria della moda. Ma proprio per questo è stimolante ed eccitante, e lascia chi osserva con il dolce presentimento che il futuro ci riservi ancora qualcosa di bello.

 

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La stella ascendente di Mugler

Casey Cadwallader non sta mancando un colpo. Alla guida di una delle maison di alta moda francesi maggiormente impresse nell’immaginario e nei cuori dei fashionisti di tutto il mondo, Cadwallader sta ampliando la propria fanbase come pochi sono riusciti a fare in così poco tempo. Con un archivio complesso da maneggiare proprio per l’unicità e l’originalità che lo caratterizzano, il designer americano è riuscito a ridare forma e senso al marchio Mugler, rendendolo tra i più desiderabili del panorama contemporaneo.

L’alto tasso di drama e hype che circonda gli show Mugler è sicuramente legato al cast genuinamente inclusivo e glamour che sfila stagione dopo stagione. A questa tornata c’erano icone pop del calibro di Angela Bassett, Paris Hilton, Helena Christensen, Paloma Elsesser, Anok Yai e Fan Bingbing, oltre a Maria Carla Boscono, Amber Valletta e Irina Shayk, ormai di casa. In un corridoio d’aria provocato dai grandi ventilatori industriali posti su entrambi i lati della passerella, metri e metri di tessuto si muovevano scenograficamente dietro le modelle. L’effetto voluto era quello di creature marine che avanzano nell’acqua fluide, morbide, sensuali. Sono apparse però anche creazioni dalle forme rigide, bizzarre, stravaganti. Un abisso di esseri ammalianti e conturbanti. Tutti questi aspetti eranno caratterizzanti e fondamentali nell’estetica di Thierry Mugler, il fondatore del marchio, e Cadwallader li sta portando avanti con spirito innovativo. Lo show era il primo realizzato dal vivo dall’arrivo del nuovo direttore creativo nel 2018, si è svolto il penultimo giorno di calendario e, nonostante ciò, è stato uno dei più acclamati della stagione. Cos’altro aggiungere? “Bravo!” Casey.

 

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“Fiori a primavera?” Avanguardia pura da Marni

Quando si parla di approccio artistico alla moda il nome di Francesco Risso non può che apparire immediatamente. Il direttore creativo di Marni è conosciuto e apprezzato per indagare tutte le possibilità a cui apre la tecnica sartoriale quando applicata con estro e inventiva. Come un bimbo che scopre un nuovo aspetto del mondo ogni volta che ne fa esperienza per la prima volta. E lo stesso prova chi osserva la collezione SS 24 di Marni, in particolar modo quando si trova di fronte gli abiti-scultura e découpage floreali che ne costituiscono una parte.

Immersi in una location che molto esprime già da sé, gli abiti floreali hanno sfilato negli spazi dell’hotel particulier di Rue de l’Université, ex-casa di Karl Lagerfeld a Parigi. Più vicini alla Couture che al RTW e realizzati a scopo scenografico più che utilitaristico, queste creazioni visivamente incantevoli hanno dato modo agli ospiti di volare in un mondo fantastico, lontano. L’amore per il fatto a mano, per l’artigianalità e per l’aspetto tattile della materia che Risso ama, viene chiamato dal designer “l’estasi della mano.” Sugli abiti bustier con crinoline e su una giacca si potevano ammirare le centinaia di immagini di fiori stampate su cotone, ritagliate singolarmente, e poi pazientemente cucite una a fianco all’altra. Alcuni mini dress invece erano il risultato della manipolazione di lattine scartate, rimodellate a forma di fiori che parevano sbocciare dal corpo e sporgere all’esterno. Lo scopo di queste apparizioni era quello di combattere la virtualità messa perennemente al centro delle nostre vite, ripensare la manualità e ridare spazio alla concretezza. Un modo per risvegliare i sensi e procurare gioia e piacere, rimanendo fuori dagli schermi.

 

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Il tema della mortalità secondo Undercover

Incantare, ammaliare, stregare. Esiste un aspetto oscuro nell’atto di affascinare qualcuno, in quanto l’origine del verbo (come per i suoi sinonimi) rimanda a pratiche magiche, maligne. Esse hanno lo scopo di privare la persona colpita della propria coscienza, del proprio intelletto, per poterla manipolare o trarne un qualche tipo di vantaggio. Il fashion designer giapponese Jun Takahashi ha dato vita a uno spettacolo magico con la sua collezione SS24 Deep Mist. Un sogno ad occhi aperti, pervaso di una malinconia figlia del rinnovamento conseguente a una perdita.

Parte la colonna sonora di Wings of Desire, il film di Wim Wenders sugli angeli alla ricerca di esseri umani in difficoltà. Grandi candelabri di cristallo rivestiti di tulle nero illuminano la passerella, allestita in un garage sotterraneo. In questo modo la luce che emanano è fioca, offuscata (o forse protetta?). I capi si intravedono sotto il medesimo strato di tulle, insieme ad accessori e decorazioni come spille, pietre preziose, carte da gioco e rose di seta. Nell’insieme sembrano i fiori secchi custoditi affettuosamente tra le pagine di un libro.

Quest’estetica tipicamente romantica imbocca traiettorie gotiche con i ragni neri e oro ricamati sul tulle, definendo una narrazione precisa. Malinconia, sogno, paura ed emozioni stranianti sono infatti temi cari al Romanticismo, così come lo è il revival del gusto gotico. E la stessa intenzione straniante viene espressa dalla collezione con diversi stratagemmi. L’utilizzo del nero, del bianco e del marrone che si contendono i primi look ne è un esempio, soprattutto se contrapposti alle stampe vibranti dei capi della seconda parte. Qui i colori provengono dai dipinti dell’artista tedesco Neo Rauch e dai lavori a olio dello stesso Takahashi, riportati a mo’ di patchwork sui tessuti dei capi.

Un messaggio di speranza, che vede il culmine nei tre look finali: abiti-terrario che sembrano indossati da fate o spiriti benigni. I mini abiti sono stati ricavati dall’utilizzo di veri e propri grandi vasi di vetro, contenenti rose recise e farfalle svolazzanti. Rivestiti di tulle e illuminati artificialmente dall’interno, i capi restituiscono l’effetto dei candelabri, ma sono arricchiti da qualcosa di molto più prezioso del cristallo. La vita.

 

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