14 marzo 2025

Rivoluzioni moda: Demna va da Gucci, Donatella Versace lascia il timone

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Doppio giro di valzer nel mondo della moda: Demna Gvasalia è il nuovo direttore creativo di Gucci, mentre Donatela Versace lascia il timone a Dario Vitale

Demna Gvasalia

Il mondo della moda è in fermento con due grandi cambiamenti ai vertici di case di moda iconiche, italiane nel nome ma ormai controllate da grandi gruppi del lusso, rispettivamente Kering e Capri Holdings. Gucci ha annunciato la nomina di Demna Gvasalia come nuovo direttore creativo, dopo l’uscita di Sabato De Sarno. Stilista georgiano noto per il suo lavoro innovativo da Balenciaga, Demna inizierà il suo incarico a luglio. Nel frattempo, un’altra svolta epocale arriva da Versace: Donatella Versace lascia il ruolo di direttrice creativa dopo quasi 30 anni, cedendo il testimone a Dario Vitale. Donatella assumerà il ruolo di Chief Brand Ambassador, dedicandosi alle iniziative filantropiche del marchio. E questo valzer dei direttori creativi continuerà, visto che restano sempre vacanti nomi di big come Hedi Slimane, John Galliano e Pierpaolo Piccioli.

Il nuovo corso di Gucci guidato da Demna

Uno dei più grandi interrogativi della moda ha finalmente trovato una risposta: Demna è il nuovo Direttore Creativo di Gucci. Dopo aver rivoluzionato Balenciaga dal 2015, il designer georgiano prende ora le redini della casa di moda italiana, pronto a imprimere la sua visione unica su uno dei brand più influenti del lusso. L’annuncio, arrivato attraverso un comunicato ufficiale del Gruppo Kering, segna una svolta cruciale per Gucci. «Il suo potere creativo è esattamente ciò di cui Gucci ha bisogno», ha dichiarato François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato di Kering, sottolineando l’importanza della direzione artistica nella ridefinizione dell’identità del marchio.

Portrait © Demna

Demna concluderà il suo percorso in Balenciaga il 6 luglio con un’ultima sfilata di alta moda, prima di dedicarsi interamente alla sua nuova missione: dare una nuova forma all’eredità di Gucci attraverso il suo linguaggio stilistico dirompente e innovativo. Lavorerà in stretta sinergia con l’amministratore delegato Stefano Cantino, mentre il suo successore in Balenciaga sarà annunciato in seguito. «Sono davvero entusiasta di entrare a far parte della famiglia Gucci», ha dichiarato Demna, aggiungendo: «È un onore contribuire a una casa che rispetto profondamente e che ammiro da tempo. Non vedo l’ora di scrivere insieme a Stefano e a tutto il team un nuovo capitolo della straordinaria storia di Gucci».

E in effetti, questo nuovo capitolo sembra quasi il frutto di un destino già scritto. Nel 2021, Demna aveva già incrociato il cammino di Gucci, concedendo all’allora direttore creativo Alessandro Michele di reinterpretare i codici di Balenciaga nel Progetto Hacker. Ora, il designer ha l’opportunità di farlo in prima persona, guidando Gucci verso una nuova era stilistica.

La sua sfida sarà ambiziosa: trasformare Gucci secondo la sua visione, senza tradirne l’essenza. Se un decennio fa, con Vetements e poi con Balenciaga, Demna ha saputo riscrivere il linguaggio del lusso mescolando sperimentazione, streetwear e provocazione, oggi il suo compito sarà quello di adattare questo spirito alla tradizione di Gucci, un marchio con un posizionamento unico nel panorama della moda.

Negli ultimi anni, Gucci ha vissuto una fase di transizione. Dopo il boom senza precedenti sotto la direzione di Alessandro Michele, paragonabile per successo all’era di Tom Ford, il brand ha attraversato un periodo di riassestamento, culminato nel recente cambio di leadership. La nomina di Demna segna una precisa volontà di rilanciare Gucci con una nuova direzione artistica capace di coniugare eredità e innovazione. Anche per lo stesso Demna questa sfida rappresenta un importante sfida stilistica e anche strategica per dimostrare la sua capacità di leggere e interpretare il contemporaneo, senza snaturare l’essenza del marchio. La sua nuova direzione creativa dovrà quindi non solo ridefinire l’identità estetica della maison, ma anche riportarla al centro del desiderio globale dando spazio a una visione forte e distintiva.

Il saluto di Donatella Versace sui social

Il secondo momento che resterà nella storia è rappresentato dall’addio di Donatella Versace alla direzione creativa della maison fondata dal fratello Gianni, ma non al brand che ha contribuito a trasformare in un’icona globale. Dopo oltre 25 anni alla guida artistica, il testimone passa a Dario Vitale, che ha guidato l’ufficio stile di Miu Miu dal 2023 portandolo a essere uno dei brand più desiderati con fatturati da capogiro.

Donatella Versace, che il prossimo due maggio compirà 70 anni, manterrà la sua presenza in azienda come Chief Brand Ambassador, sempre a partire dal primo aprile. Un ruolo nel quale Donatella Versace sosterrà le iniziative filantropiche e di beneficenza di Versace e resterà la voce e il volto del brand a livello globale.

Come ha scritta la stessa stilista: «Sostenere la prossima generazione di designer è sempre stato importante per me. Sono entusiasta che Dario Vitale si unirà a noi e sono entusiasta di vedere Versace attraverso nuovi occhi. Voglio ringraziare il mio incredibile team e tutti i dipendenti di Versace con cui ho avuto il privilegio di lavorare per oltre tre decenni. È stato il più grande onore della mia vita portare avanti l’eredità di mio fratello Gianni. Lui era il vero genio, ma spero di avere un po’ del suo spirito e della sua tenacia. Nel mio nuovo ruolo di Chief Brand Ambassador, rimarrò la più appassionata sostenitrice di Versace, che è parte del mio DNA ed è sempre nel mio cuore».

Questo cambio di direzione, dovuto al crollo di fatturato del brand, sembra avvallare l’operazione che vede il marchio della Medusa al centro di un’importante acquisizione del brand da parte del Gruppo Prada che secondo il Sole 24Ore verrebbe ceduto da Capri Holdings per una cifra che si aggira sui 1,5 miliardi di euro.

Al di là dei fatturati, tema di centrale importante, resta ancora più urgente capire come le grandi aziende moda, ambasciatori del Made in Italy nel mondo, possano rinnovarsi andando oltre l’eredità dei propri fondatori. E come coniugare l’heritage di questi marchi a un linguaggio che sappia parlare alle nuove generazioni.

 

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