11 giugno 2022

Alla festa del Dio della Danza: la mostra di Daniel Gonzalez a Miami

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L’artista italo argentino Daniel Gonzalez presenta un’ampia mostra alla Galleria Diana Lowenstein di Miami, dedicata al rito e alla celebrazione. Rigorosamente in mylar

Luci, colori, forme esuberanti che vibrano nell’aria e modificano la percezione dello spazio, traportandoci in un’altra dimensione: la mostra di Daniel Gonzalez visitabile alla Galleria Diana Lowenstein di Miami fino al 23 luglio ci dà l’occasione di riscoprire una parte di noi stessi sottaciuta ma latente, mettendo in opera un’atmosfera da festa, da celebrazione, quindi connessa alla sfera del rito, quella peculiare occasione in cui le inibizioni diminuiscono e le norme comportamentali vengono sovvertite. «Quando celebriamo un evento, il nostro comportamento cambia notevolmente», spiega Gonzalez. «Le inibizioni diminuiscono, diventiamo spensierati, balliamo, parliamo e condividiamo il nostro tempo con gli altri, indipendentemente dalle differenze sociali, perdendoci in un senso di libertà dove le norme sociali crollano», ha continuato l’artista, nato in Argentina nel 1963 e, attualmente, tra New York e Verona.

God of Dancing and its Amulets

“God of Dancing and its Amulets”, il dio della danza e i suoi amuleti, è infatti il titolo della mostra, che riunisce una serie di dipinti e opere in mylar, materiale caratterizzante della ricerca di Gonzalez, per le sua semplice preziosità e per la sua capacità di giocare con i riflessi luminosi, evocando immediatamente un cambio di atmosfera. «Queste opere nascono come una performance. Dipingo, incollo e cucio al ritmo della musica. Copro il pavimento dello studio con carta e tela e, di passaggio, lo ricopro di macchie come avanzo dell’esperienza. Quindi uso questo materiale come strato di base per nuovi dipinti», racconta ancora l’artista, che lavora anche con installazioni ambientali di grande dimensione, come nel caso del progetto presentato sulla facciata di casa exibart, durante i giorni di apertura della 59ma Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia. In quella occasione, dei lunghi veli di mylar si increspavano gioiosamente sulla parete dell’edificio, interagendo con la luce tipica di Venezia, che tanto ha ispirato la storia dell’arte.

«Nei dipinti e nelle opere in Mylar di, ho cercato di creare spazi dove incontrarsi e socializzare, vivendo un’esperienza con i soggetti, i personaggi e i pensieri dell’opera d’arte. Le Mylar Works sono sculture realizzate con il materiale che normalmente viene utilizzato per i sipari scenici dei teatri di Broadway o per incartare caramelle. Permette di gestire la luce stessa come materia prima».

La biografia di Daniel Gonzalez

A partire da una ricerca sulla ritualità e sulle modalità pubbliche e private di celebrazione, il lavoro di Gonzalez si declina spesso in progetti pubblici, “architetture effimere” ispirate alle macchine barocche del teatro, banner-painting in paillettes cucite a mano e pezzi unici indossabili presentati in performance ad alto impatto. González crea mondi deliranti, pieni di energia, spazi di libertà dove le convenzioni esistenti collassano e le categorie collidono.

Il 2021 vede “Personal Disco & Chillout Wall”, progetto speciale per Roma Arte Nuova, curato da Valentina Ciarallo per Roma Arte Nuvola e “Words from the future” per la rivista exibart, nell’ambito del progetto Pages, curato da Ginevra Bria per Art Verona. Nel 2019 presenta la sua maggiore retrospettiva sulle architetture effimere al MAR Museo di Mar Del Plata, realizza inoltre l’architettura effimera “Mi Casa Tu Casa” come evento collaterale della Biennale Manifesta 12 Palermo, ed è tra i finalisti del concorso pubblico per opere site specific del nuovo Humboldt Forum di Berlino. Nel 2017 riceve il grant dalla Pollock-Krasner Foundation di New York e realizza un intervento site specific per il quartiere del design Milano-Lambrate.

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