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La pittura è ancora il fiore dell’arte? A Parma, una mostra risponde con 44 opere
Mostre
Come sta la pittura in Italia oggi? Un giro di ricognizione sul suo stato di salute ce lo propone la mostra Bella figura. Pittura italiana d’oggi, curata da Camillo Langone e visitabile fino al 30 novembre al Complesso Monumentale della Pilotta a Parma. «Perché la pittura c’è ancora? Perché è più accessibile, è una soglia di ingresso più economica al mondo dell’arte. Ogni anno nuove legioni in Italia si dedicano alla tela», spiega Langone, che è anche giornalista del Foglio e autore di un divertente libro, Maccheronica. Guida reazionaria ai ristoranti italiani.

E questa mostra ci permette di conoscere una scelta di pittori italiani viventi: 18 artisti – Adriano Annino, Chiara Baima Poma, Chiara Calore, Omar Galliani, Daniele Galliano, Giovanni Gasparro, Ester Grossi, Giuliano Guatta, Miriana Lallo, Giulia Mangoni, Fulvia Mendini, Rocco Normanno, Rodolfo Papa, Mauro Reggio, Enrico Robusti, Lorenzo Tonda, Nicola Verlato, Daniele Vezzani – per 44 opere. Alcune addirittura commissionate per la mostra.

Si attraversano tutti i generi dal ritratto alla pittura religiosa con una varietà e singolarità di stili racchiusi in quattro sezioni. Il Moderno riunisce le opere che guardano al documento, alle icone odierne, quei dipinti che in futuro, nei musei del XXII secolo, rappresenteranno il nostro tempo. L’Eterno comprnede quelle che fanno riferimento al classicismo, al mito, alla religione, agli archetipi, mentre il Ritratto raccoglie i lavori espressione dell’uomo per eccellenza, quelli che ne riproducono e interpretano aspetto e individualità, posizionandolo al centro dell’opera e, dunque, del suo mondo. Arte Sacra rappresenta invece le nuove declinazioni della pittura religiosa, nel difficile ma possibile equilibrio fra ricerca artistica ed esigenze devozionali. Si dispiega così la pittura figurativa oggi.

«I quadri presentati sono tutti recenti, parecchi sono recentissimi e alcuni sono addirittura realizzati ad hoc», continua Langone, entrando nel merito della mostra. «Avvicinandosi si può sentire il soffio dello Spirito del Tempo. L’elenco degli artisti invitati, tutti italiani ovviamente viventi e operanti, è stilato per offrire, pur senza bilancino, una varietà di generazioni, sessi, stili. Siccome, e in mostra lo si mostra, si può fare “bella figura” in svariati modi, dai più realistici ai più geometrici».

Spiccano le dimensioni oniriche di Omar Galliani, l’iperrealismo di Chiara Calori, lo stile un po’ grottesco di Enrico Robusti, il ritratto di grandi chiaroscuri di Nicola Verlato, l’espressionismo contemporaneo di Lorenzo Tonda, i ritratti di famiglia di Daniele Vezzani che ha come muse le sue figlie – ma non solo – e propone anche le due donne del Parmigianino. Ci sono anche altre opere legate a Parma, come l’Alessandro Farnese di Ester Grossi.

Questa mostra di pittura, “Fiore di ogni arte”, secondo la definizione di Leon Battista Alberti, non vuole essere esaustiva rispetto alla produzione pittorica contemporanea: «La presente selezione rappresenta una parte soltanto dell’arte italiana vivente», specifica il curatore. La parte della pittura figurativa che celebra la figura umana. La “bella figura”, quella nuova.













