15 novembre 2021

“La Cina (non) è vicina”: la dissidenza di Badiucao al Museo di Santa Giulia, Brescia

di

Con "La Cina (non) è vicina. Badiucao - opere di un artista dissidente" la Fondazione Brescia Musei presenta la prima personale di Badiucao, pseudonimo dell’artista-attivista cinese noto per la sua arte di protesta. Fino al 13 febbraio

Badicao a Brescia, "LA CINA (NON) È VICINA. Badiucao – opere di un artista dissidente", exhibition view, Museo di Santa Giulia, Brescia, 2021 © l'artista e Museo di Santa Giulia

Con la mostra “LA CINA NON È VICINA. Badiucao – opere di un artista dissidente”, a cura di Elettra Stamboulis, il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, presentano per la prima volta in Italia un nuovo progetto espositivo dell’artista dissidente cinese, residente in Australia, Badiucao (Shangai, Cina, 1986).

La mostra sarà visitabile, fino al 13  febbraio, negli spazi espositivi del Museo di Santa Giulia di Brescia ed «è la prima personale dedicata a Badiucao, pseudonimo dell’artista-attivista cinese noto per la sua arte di protesta, attualmente operante in esilio in Australia. Il percorso espositivo ripercorre l’attività artistica di Badiucao, dagli esordi alle opere più recenti che sono nate in risposta alla crisi sanitaria innescata dalla pandemia di Covid-19», hanno spiegato gli organizzatori.

La mostra, hanno proseguito, «rappresenta l’evento di punta del Festival della Pace (qui potete trovare il programma completo, ndr), organizzato dal Comune e dalla Provincia di Brescia dal 12 al 28 novembre 2021. L’evento, giunto alla sua IV edizione, vanta il Patrocinio del Parlamento Europeo e di Amnesty International».

Elettra Stamboulis, curatrice della mostra, ha commentato: «Il lavoro di mappatura degli artisti dissidenti, attivisti politici e visualmente militanti, continua con questo progetto espositivo: al centro la poetica dell’artista cinese che collabora con i movimenti del tè al latte. Il Milk Tea Alliance è formato da Net Citizen che operano ad Hong Kong, Taiwan, Thailandia e Birmania. Sono tra gli artefici e promotori delle più importanti manifestazioni per la democrazia e i diritti umani in Estremo Oriente, e Badiucao è il loro artista».

«Tanti i temi affrontati dalla mostra nelle diverse sezioni che verranno allestite. Dalle opere pittoriche e multimateriali che testimoniano le violazioni dei diritti umani, alla censura inflitta ai cittadini cinesi sul tema Covid-19, dalla repressione del dissenso in Myanmar durante il colpo di stato militare del 2021 al tema dell’assimilazione culturale forzata degli Uiguri, fino al dettagliato racconto in chiave artistica delle proteste degli ultimi anni che hanno visto la popolazione di Hong Kong battersi per contrastare la linea politica governativa a Hong Kong», ha spiegato il museo.

“LA CINA (NON) È VICINA. Badiucao – opere di un artista dissidente”, exhibition view, Museo di Santa Giulia, Brescia, 2021 © l’artista e Museo di Santa Giulia

Badiucao: tra dissidenza, rete ed esilio

«Badiucao si è affermato sul palcoscenico internazionale grazie ai social media, coi quali diffonde la propria arte in tutto il mondo – il suo account twitter @badiucao è seguito da più 80 mila persone –, e sfida costantemente il governo e la censura cinese. La sua vocazione artistico-politica nasce nel 2007, quando, studente di Legge all’Università di Shanghai vede il documentario The Gate of Heavenly Peace, un girato clandestino diretto da Carma Hinton e Richard Gordon sulle proteste di Piazza Tienanmen. L’artista sviluppa una ferma decisione di esprimersi in prima linea contro ogni forma di controllo ideologico e morale esercitato dal potere politico, a favore della trasmissione di una memoria storica non plagiata. Il suo impegno politico si realizza, infatti, nella creazione di campagne partecipative, affissioni in luoghi pubblici, illustrazioni e attività online, spesso costruite con un linguaggio visivo che evoca ironicamente lo spirito pop della propaganda comunista, ricalcandone lo stile grafico, i colori e i toni.
Grazie al suo blog, ai social media e a campagne di comunicazione organizzate, Badiucao dall’Australia ha portato avanti la propria attività di resistenza, diventando l’unico canale non filtrato dal controllo governativo capace di trasmettere i racconti dei cittadini di Wuhan durante il lockdown del 2020.
Nel 2020 gli è stato conferito dalla Human Rights Foundation il Premio Václav Havel Prize for Creative Dissent, destinato ad artisti che creativamente denunciano gli inganni delle dittature», ha spiegato Fondazione Brescia Musei.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui