08 aprile 2020

Clarissa Baldassarri, Ausiliare | Chiesa di San Giuseppe delle Scalze

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Il progetto espositivo della giovane artista Clarissa Baldassarri si innesta nella seicentesca chiesa di San Giuseppe delle Scalze

Clarissa Baldassarri Chiesa di San Giuseppe delle Scalze
Clarissa Baldassarri, Ausiliare, vista della mostra, Chiesa di San Giuseppe delle Scalze

La contaminazione dell’antico con il contemporaneo, del sacro col profano, ma anche l’incastonarsi della lunga storia di un luogo con la creatività contemporanea sembra funzionare. È nel contesto architettonico della seicentesca chiesa di San Giuseppe delle Scalze che si diffonde il progetto espositivo della giovane artista Clarissa Baldassarri (Civitanova Marche, 1994) curato da Rosaria Iazzetta e Marianna Agliottone. Un’esposizione ma anche un progetto di tesi sperimentale, sostenuto da Gian Marco Casini Gallery di Livorno e dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, a prova che la formazione negli istituti pubblici può ancora incontrare favorevolmente il sistema dell’arte italiano.

Una serie di lavori per riflettere sulla tematica della ipersaturazione sensoriale della società contemporanea, soprattutto nei contesti urbani. Si tratta di installazioni silenziose nelle forme, capaci di rendersi invisibili ma che dialogano abilmente con l’incredibile contesto artistico e architettonico in cui si trovano. Anche per questo motivo, sono da considerare non solo come opere visive ma come lavori che necessitano assolutamente della vitalità umana, di essere attraversate, vissute, partecipate.

Clarissa Baldassarri Chiesa di San Giuseppe delle Scalze
Clarissa Baldassarri, Ausiliare, vista della mostra, Chiesa di San Giuseppe delle Scalze

Varcato il grosso scalone monumentale progettato dal maestro barocco Cosimo Fanzago, ecco Appunti: cinque grosse grate in ferro zincato sono posizionate su fogli di carta bianca collocati sull’antico pavimento di marmo. Il grande spazio della navata sommerge totalmente l’opera che troverà il suo definitivo compimento nel momento in cui le grate verranno rimosse in maniera da rilevare tutti i segni della polvere, del tempo e del microcosmo osservato dall’artista.

La raccolta d’informazioni non solo visive appartiene pienamente alla poetica di Baldassarri che, in una seconda installazione, Sound data logger, misura con un fonometro la pressione sonora del volume di spazio, raccogliendone i dati e proiettandoli su una piccola cappella laterale, per restituire in termini di dati una realtà non visibile. 

Non solo una raccolta e restituzione di dati, ma anche una minuziosa analisi critica del contesto in cui ha vissuto l’artista, quello di Napoli. Una città che, prima del lockdown chiaramente, era ricca di sollecitazioni visive e sonore occupati a loro volta una spazio. È in questa situazione che trova la sua collocazione Ausiliare, l’installazione che dà anche il titolo alla mostra. Un confessionale in legno, elemento tradizionale delle chiese, con lo sportellino coperto da una lastra di zinco. Proprio da quell’occlusione si diffonde una voce che analizza grammaticalmente un passo della Genesi.

Purtroppo, anche questa esposizione è stata bloccata a causa dell’emergenza sanitaria che ha colpito in queste settimane l’Italia e il mondo. Ma la creatività delle pratiche artistiche si contraddistingue anche per l’immediatezza e per la ricerca di una connessione con il pubblico. E così Baldassarri ha perseguito nella sua opera, riuscendo a proiettare Sound data logger sulla facciata dell’edificio di fronte la sua abitazione. Arriveranno tempi migliori.

Emanuele Castellano

Mostra visitata il 5 marzo 2020

Dal 15 febbraio 2020

Clarissa Baldassarri, Ausiliare | Chiesa di San Giuseppe delle Scalze

Salita Pontecorvo, 65 – Napoli

Orari: su appuntamento

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