17 gennaio 2024

CrossWords. Opere dalla collezione Panza di Biumo da Osart Gallery

di

La mostra della galleria di Corso Plebisciti 12 a Milano mette a confronto due generazioni di artisti ed è stata realizzata in collaborazione con la collezione Panza di Biumo. La chiusura è prevista per il 24 febbraio

CrossWords. Installation view, Osart Gallery, Milano. Ph. Fabio Mantegna

Osart Gallery ha chiuso il 2023 e ha aperto l’anno nuovo con un’esposizione collettiva che vede la partecipazione di una serie di artisti internazionali, le cui opere in mostra appartengono al periodo compreso tra il 1969 e i primi anni 2000. CrossWords è l’occasione per orientarsi all’interno di un filone concettuale, che mette al centro il linguaggio nell’arte. Il gioco del cruciverba, da cui origina il titolo della mostra milanese, è indagato attraverso le opere di Robert Barry, Max Cole, Stephen Dean, Allan Graham, Ron Griffin, Douglas Huebler, Jonathan Seliger e Ian Wilson.

Ed è proprio il gioco che spinge la galleria ad esaminare con attenzione uno dei nuclei più particolari della prestigiosa collezione. Quella dell’arte concettuale è una generazione di artisti che ha tentato in tutti i modi possibili di portare avanti una ricerca che spostasse il focus dalla forma al significato intrinseco delle proprie opere. Alcuni lo hanno fatto con i segni, altri con materiali inusuali. Altri ancora si sono serviti del potente mezzo della parola come generatrice di giochi di parole e contraddizioni, utile all’esegesi della realtà come nessun altro strumento al mondo. 

Jonathan Seliger, Column, credit Alessandro Zambianchi, courtesy Panza Collection.jpg

Il linguaggio assurge a codice d’interpretazione, una parola come un gruppo di lettere o un nome proprio possono ergersi a “chiavi” di passaggio. Senza questa premessa risulta complesso immergersi in una mostra che invita a decifrare le opere esposte sulle pareti della galleria. Su di esse si materializza un vero e proprio racconto, carico di significati e messaggi in codice. Se generalmente risolvere cruciverba è associato per l’appunto ad un’attività ludica, anacronistica, è in realtà indubbio come il gioco sia oggi tornato in auge anche tra i ragazzi più giovani. Un gioco che è utilizzato come metafora del legame tra generazioni passate e presente, oltre che tra culture distanti. La mostra si articola in un percorso ricco di messaggi cifrati, una dimensione in cui assegni bancari, pagine bianche e tavole nere cooperano affinché una realtà che assomiglia ad un puzzle da risolvere prenda vita.  

CrossWords. Installation view, Osart Gallery, Milano. Ph. Fabio Mantegna

Tracce di conversazioni di esistenza incerta e i sopracitati cruciverba obbligano il visitatore a ricercare nei dettagli più trascurabili il significato della mostra, la soluzione all’enigma. Panza parte dagli Anni Cinquanta alla scoperta dell’arte informale europea, fino ad arrivare alla Pop Art americana e alle nascenti correnti del minimalismo e del concettuale. La passione per il collezionismo dei due coniugi milanesi consente oggi di mettere assieme pezzi di ricerche complesse che hanno contributo ad anticipare e plasmare lo Spirito del Tempo dell’epoca. La mostra della Osart è paragonabile a un’idea, un labirinto di contenuti da incasellare con ordine. 

Ian Wilson,Discussion May 20, 2006, Varese. credit Alessandro Zambianchi, courtesy Panza Collection.jpg

Basti pensare all’opera Discussion May 20, 2006, Varese di Ian Wilson. L’opera consiste in una scritta che riporta la notizia di un’avvenuta conversazione messa nero su bianco su un foglio di carta. Capitoli di una serie di lavori “live” in cui Wilson si interroga sulle tematiche filosofiche tra le più disparate, le discussioni dell’artista e saggista britannico sono un tentativo di rendere opera d’arte la parola parlata. La maieutica prende forma su carta e permette di addentrarsi nelle riflessioni più profonde dell’artista-scrittore. Le ricerche sull’immaterialità di Barry, l’utilizzo di oggetti della quotidianità di Seliger o, ancora, i giochi di parole e di senso di Allan Graham contribuiscono alla formazione di un senso di “sfida” all’interno del percorso espositivo. Una corsa all’oro in cui l’obiettivo è decrittare linguaggi narrativi apparentemente privi di logicità. Se le tele di Max Cole rimandano a una dimensione ultraterrena – è vero anche che gli acrilici Black Rock e Zuni potrebbero altresì essere manifesto di una realtà “vuota”, simboli dell’essenziale – gli acquerelli di Stephen Dean ci riportano alla realtà e reintroducono il colore, che si deposita dolcemente su giornali, riviste, vecchi cruciverba. 

Stephen Dean, Untitled (Yellow Newspaper, Crosswords), credit Alessandro Zambianchi, courtesy Panza Collection

Le letture alternative che si possono dare alle opere in mostra avvalorano la tesi secondo cui l’enigmistica rimane tutt’oggi un campo da esplorare. Forse è proprio per questo che le persone non hanno mai abbandonato cruciverba, quiz e indovinelli: mero intrattenimento o esercizio della memoria, è innegabile come la mostra della Osart Gallery sia in grado di suscitare un interesse che prescinde dal valore estetico delle opere esposte. Al pubblico la scelta di come legare i significati, un po’ come si fa con la Settimana Enigmistica, alla riscoperta della parte attiva della propria mente. 

CrossWords. Installation view, Osart Gallery, Milano. Ph. Fabio Mantegna

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui