09 ottobre 2025

Gae Aulenti in Toscana: quando l’architettura contemporanea è sinonimo di stile

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Si articola in otto nuclei tematici, la mostra che procederà fino al 18 novembre a Firenze e Castelfiorentino: una selezione di disegni dell’Archivio Gae Aulenti, fotografie, plastici dei progetti appositamente realizzati e narrazioni digitali grazie anche alla partecipazione degli allievi del MMI e della Scuola di Architettura dell’UNIFI

La modernità può costruire altrimenti. Gae Aulenti e la Toscana. Installation view, ph. Dipartimento di Architettura dell'Università

È inusuale nella città simbolo del Rinascimento pensare al contemporaneo eppure troppo spesso dimentichiamo il ruolo di primo piano ricoperto da Firenze nel Novecento sia come punto di riferimento in ambito letterario e artistico sia come scenario per design e architettura.

In quest’ottica la mostra La modernità può costruire altrimenti. Gae Aulenti e la Toscana a Palazzo Medici Riccardi – inaugurata lo scorso 18 settembre e aperta fino al 18 novembre – diviene un modo per riflettere su come il rapporto di Aulenti con la città vada oltre i suoi progetti ideati e attuati, come il Nuovo ingresso della Stazione Santa Maria Novella dal Binario 16, ma divenga centrale nel dibattito architettonico fiorentino degli ultimi tempi, grazie alla partecipazione dell’architetta a concorsi di notevole importanza, come quello del 1998 per la nuova uscita degli Uffizi o come quello del 2001 per la stazione dell’Alta Velocità in cui fu nominata presidente e che vide la vittoria di Norman Foster. 

Ritratto Gae Aulenti. Firenze, 1998. Foto©Adriano Bartolozzi, Università degli Studi di Firenze

Il titolo della mostra – una frase che Gae Aulenti indirizzò criticamente al lavoro di un collega e che fu pubblicata in un articolo su una rivista specialistica – riassume dunque un concetto base del suo pensiero: la contemporaneità, col suo stile e la sua forza espressiva, perseguendo la qualità progettuale e rispettando il contesto in cui quel progetto si innesta, può raggiungere risultati elevatissimi e affascinanti. E a Firenze, come altrove in Toscana, Gae Aulenti ha messo in atto questo pensiero con progetti e interventi sorprendenti.

In effetti, non è solo Firenze a essere oggetto di riflessione e studio del percorso espositivo, visto che non fu solo il capoluogo toscano a essere teatro dell’opera dell’architetta milanese: l’intenso rapporto tra la Toscana e Gae Aulenti (1927-2012) ha inizio nei primi anni Sessanta quando l’architetta svolge collaborazioni con le aziende Poltronova e Martinelli Luce, realizzando due progetti-icona del design italiano: la sedia Sgarsul e la celebre lampada Pipistrello, rispettivamente con le aziende produttrici Poltronova e Martinelli Luce.

La modernità può costruire altrimenti. Gae Aulenti e la Toscana. Installation view, ph. Fondazione Architetti Firenze

Per quanto riguarda l’architettura, nel 1969 iniziano i progetti per la famiglia Pucci: la riconfigurazione dell’Altana di Palazzo Pucci nel centro di Firenze e la riprogettazione del giardino della villa di Granaiolo (Castelfiorentino) e di Casa Bombieri a Pisa. Proprio questi progetti sono il focus della seconda sezione della mostra a Castelfiorentino, inaugurata presso il Centro culturale Cambio il 4 ottobre e visitabile fino al prossimo 18 novembre.

La mostra La modernità può costruire altrimenti. Gae Aulenti e la Toscana vuole pertanto portare all’attenzione del pubblico un capitolo meno noto, eppure significativo, del percorso professionale dell’architetta e per questo anche la scelta della doppia sede espositiva – a Palazzo Medici Riccardi a Firenze e a CAMBIO Centro Culturale a Castelfiorentino – riveste un’importanza centrale, proprio per sottolineare il ruolo della Gae in Toscana, la sua progettualità su più fronti e modulata in vari progetti, sempre estremamente coerente, elegante e ben commisurata alle peculiarità del territorio. 

La modernità può costruire altrimenti. Gae Aulenti e la Toscana. Installation view, ph. Dipartimento di Architettura dell’Università

Modelli, disegni, fotografie, video e contenuti transmediali rendono la mostra estremamente varia e ricca di spunti di riflessione, oltre che molto immersiva per la possibilità di fruire i contenuti multimediali attraverso i propri dispositivi mobili, inquadrando i qr code presenti nei testi espografici. Non solo: l’opera di Gae Aulenti in Toscana – e in particolare a Firenze dove il dibattito sull’architettura contemporanea e i vincoli posti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio è quanto mai acceso – spinge a riflettere sulle modalità con cui interventi architettonici e nuovi progetti edilizi possano trovare spazio in scenari storicizzati, non già divenendo impattanti, ma avvantaggiandosi delle molteplici possibilità che l’architettura contemporanea può offrire. Mostrare l’opera e i progetti per la Toscana di Gae Aulenti offre quindi un’occasione per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle ineludibili trasformazioni urbane attraverso risposte efficaci, sostenibili e di qualità. 

La mostra è promossa da Fondazione Architetti Firenze (FAF), Master Museo Italia (MMI) dell’Università degli Studi di Firenze, Archivio Gae Aulenti di Milano grazie a Città Metropolitana di Firenze, Fondazione Cambiano e Fondazione MUS.E. Curato dalla professoressa Emanuela Ferretti dell’Università degli Studi di Firenze e dall’architetto Silvia Moretti della Fondazione Architetti Firenze, il percorso espositivo La modernità può costruire altrimenti. Gae Aulenti e la Toscana ha ricevuto il patrocinio e il contributo di Regione Toscana, Fondazione CR Firenze, Ance Firenze, Unioncamere Toscana. Ha il patrocinio di Comune di Firenze, Comune di Castelfiorentino, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione FS Italiane, Fondazione Giovanni Michelucci, Opera di Santa Maria del Fiore, Ordine Architetti Firenze; è resa possibile grazie al contributo di FSC® (Forest Stewardship Council®) Italia e Berni Store e grazie al supporto di Martinelli Luce e Unicoop Firenze.

La modernità può costruire altrimenti. Gae Aulenti e la Toscana. Installation view, ph. Fondazione Architetti Firenze

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