25 novembre 2022

I nuovi progetti della Pinacoteca Agnelli

di

Beyond The Collection, Sylvie Fleury e Tiepolo x Starling, dalle sale alla Pista 500: la Pinacoteca Agnelli fa il pieno di progetti e opere

Dal 2 novembre al 5 febbraio 2023 gli spazi della collezione permanente della Pinacoteca Agnelli ospitano la mostra “Tiepolo x Starling”, la seconda edizione di “Beyond The Collection”, curata da Sarah Cosulich, Lucrezia Calabrò Visconti e Beatrice Zanelli. Contemporaneamente, nella Pista 500, sono state aggiunte le quattro nuove installazioni degli artisti Liam Gillick, Marco Giordano, Nan Goldin e SUPERFLEX. Ricordiamo inoltre che è ancora in corso la provocante e perspicace mostra “Turn me on” di Sylvie Fleury, fino al 15 gennaio 2023.

“Beyond The Collection” è un progetto nato nel 2022 che si impegna a costruire un nuovo dialogo tra il patrimonio storico della collezione permanente di Marella e Giovanni Agnelli e l’arte contemporanea, così da opporsi alle canoniche interpretazioni ancorate all’immaginario convenzionale, rileggendole in chiave moderna.

Attraverso la mostra “Tiepolo x Starling”, la Pinacoteca ha invitato l’artista Simon Starling (Epsom, Inghilterra, 1967) a confrontarsi nuovamente con l’opera Alabardiere in un paesaggio (1736-1738) realizzata dal pittore veneziano Giambattista Tiepolo. Quest’ultimo dipinto, uno dei venticinque della collezione di Marella e Giovanni Agnelli, è il punto di partenza dell’intera esposizione. Si tratta di una porzione di una tela più grande che nel 1820 è stata divisa. La parte sinistra, la più consistente, si chiama Il ritrovamento di Mosé ed è invece conservata alla Scottish National Gallery di Edimburgo.

L’artista si era già dedicato all’approfondimento di questo particolare quadro, aveva infatti presentato nel 2019 le sue ricerche alla Galleria Franco Noero di Torino e al The Modern Institute di Glasgow con le mostre A-A’, B-B’. L’oggetto della ricerca ruota intorno alla recisione applicata al dipinto originale, operata in maniera simile da Starling con le stesse proporzioni su una Fiat 125 Special blu, una delle preferite di Giovanni Agnelli.

Questa volta, con “Tiepolo x Starling”, il progetto si ricongiunge al luogo in cui era stato concretamente ideato, la Pinacoteca Agnelli. L’artista inglese celebra la storia della collezione e del suo fondatore, arricchendo l’esposizione con altre opere del Tiepolo in prestito da collezioni nazionali e internazionali, come la riproduzione della tela originale de Il ritrovamento di Mosé dipinta dalla bottega di Tiepolo presa in prestito dalla Staatsgalerie Stuttgart e la serie dei levrieri del Civico Museo Sartorio di Trieste.

Inoltre la Pinacoteca Agnelli, con il progetto La Pista 500 curato dalla direttrice Sarah Cosulich e da Lucrezia Calabrò Visconti, continua a offrire nuove prospettive plurali sull’arte pubblica e inserisce quattro nuove installazioni site-specific degli artisti Liam Gillick, Marco Giordano, Nan Goldin e SUPERFLEX. Le opere, create con linguaggi scultorei differenti, dialogano con il paesaggio, il giardino e l’ex pista di collaudo aggiungendosi a quelle già presenti di VALIE EXPORT, Sylvie Fleury, Shilpa Gupta, Louise Lawler, Mark Leckey, Caley Spooner e Nina Beier.

Rammentiamo che i leoni guardiani della Beier sono stati l’oggetto della performance intitolata All Fours avvenuta al tramonto nei giorni passati della settimana dell’arte: cinque performer sotto la guida di Bob Kill, hanno cavalcato silenziosamente i leoni guardiani capovolgendo così, letteralmente e simbolicamente, le icone del potere rappresentate dalle sculture di marmo poste tradizionalmente come simbolo di autorità ai piedi degli edifici nelle città.

Le opere si confrontano con le trasformazioni sociali, culturali e politiche del Lingotto, simbolo di una città, con l’obiettivo di valorizzare l’eredità di questo luogo e, considerando quindi anche lo spazio urbano che lo circonda, invitano ad una riflessione che coinvolge la storia della tradizione con il linguaggio della strada. Le narrazioni iconiche della fabbrica si trasformano, non sono più quelle degli uomini che occupavano questi luoghi, diventano nuovi immaginari inclusivi abitati dalla molteplicità.

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