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Il MAXXI celebra i 15 anni e diventa Monumento Nazionale: arte, architettura e visioni per il futuro
Mostre
Il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo festeggia in grande un doppio traguardo: il conferimento a Monumento Nazionale e i suoi primi 15 anni di vita. L’iconica architettura di Zaha Hadid entra dunque a pieno titolo nel patrimonio culturale italiano, diventandone monumento. Il progetto museale vinse tra più di 200 progetti selezionati, grazie alla capacità di integrarsi nel tessuto urbano come una seconda pelle, porosa, accattivante e complessa. A distanza di 15 anni, la sua soluzione architettonica innovativa, in cui non vi è barriera tra il “fuori” ed il “dentro” e l’importanza strategica del luogo dove arte, design contemporaneo, architettura e archivio, si aprono a una fruizione pubblica, è ancora il focus su cui il MAXXI si propone.
L’anniversario viene celebrato con l’apertura di cinque particolari mostre volute dal Direttore Artistico Francesco Stocchi, dal Direttore Architettura e Design Contemporaneo Lorenza Baroncelli e dal Direttore Monia Trombetta sotto la regia della Presidente Maria Emanuela Bruni. Si inizia con la trasformazione della hall che si apre al design, grazie alla monumentale installazione di Nacho Carbonell: si tratta di un grande albero dalle fronde di reti, che diventa una gradevole piazza per ritrovarsi e conversare come un nuovo terzo spazio, laboratorio di contenuti e incrocio tra memoria e tecnologia. Memory in practice, curato da Martina Muzi, è la riproduzione di un grande albero di 7 metri d’altezza dal tronco composto da sezioni di legni romani e dalla chioma di reti di pesca, raccolte negli oceani, in cui si inseriscono sedie e luci che creano suggestioni da esplorare e utilizzare.

ph. Pasqualini – Fucilla_ MUSA

ph. Pasqualini – Fucilla_ MUSA
Con la stessa attenzione alla fusione di elementi naturali e artificiali, il designer Nacho Carbonell espone sulle pareti curve interessanti lampade, che culminano con un’altra inaspettata installazione composta di tavoli e sedie dal sapore di cartapesta in uno spazio poco utilizzato dal museo, conferendogli la giusta dignità originaria.
La seconda mostra porta il titolo Stadi – Architettura e Mito di Manuel Orazi, Fabio Salomoni, Moira Valeri. Prima esposizione in Europa che si occupa degli “stadi”, intesi come luoghi di rigenerazione urbana di aggregazione e socializzazione, in cui dare sfogo a passioni e isterismi collettivi. Architetture urbane imponenti, capaci di caratterizzare interi quartieri. Grandi schermi con la proiezione di un cortometraggio del celebre calciatore francese Zinedine Zidane, filmato da Douglas Gordon durante la partita del 23 aprile 2005 tra Real Madrid e Villareal nello stadio Santiago Bernabeu di Madrid, aprono le porte alla mostra invitandoci a calarci nei suoni tipici dello stadio. Plastici, disegni, bozzetti, poster e una simulazione di spalti si susseguono per la narrazione completa dello stadio dall’era greca ai giorni nostri, in un viaggio tra design e architettura.

ph. Pasqualini-Fucilla_MUSA

ph. Pasqualini-Fucilla_MUSA
Continuando il curvo percorso progettato da Zaha Hadid, si entra nella terza mostra dal titolo Il Foro Italico di Enrico Del Debbio – Classicismo e modernità a cura di Ariane Varela Braga e Carla Zhara Buda in cui si ritorna al patrimonio degli archivi del MAXXI. Conservazione, restauro, catalogazione e divulgazione di progetti, documenti dei più grandi architetti e ingeneri che rappresentano la storia architettonica dai primi anni del ‘900 ad oggi. Un’architettura dalla chiarezza strutturale dalle proporzioni armoniose è il progetto per il Foro Italico dell’architetto Enrico Del Debbio che mette al centro lo sport e la sua fruizione pubblica.
Per la quarta mostra si ritorna a un linguaggio moderno, si abbandonano le tavole progettuali di Enrico Del Debbio per addentrarci nella sala cinque del MAXXI, in cui monitor proiettano la genialità concettuale di Douglas Gordon per un autoritratto in divenire della sua produzione dagli anni ‘90 ad oggi dal titolo Pretty much every film and video work from about 1992 until now’ish… Un’opera interattiva in cui è il visitatore a sceglierne i contenuti, rafforzando l’idea madre di un museo da vivere.
L’ultima mostra, proposta per questa particolare celebrazione, è un omaggio alla Galleria Pieroni tra il 1975 al 1992 dal titolo In viaggio per l’arte a cura di Stefano Chiodi e al Centro Archivi Arte.
Un grande tavolo a spirale di Mario Merz conserva fotografie, pubblicazioni e documenti di un momento artistico in cui stili, visioni e sensibilità, mettendo in luce la lungimiranza e la visione di Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier e sottolineando l’importanza della condivisione e dell’atmosfera creativa dell’arte del secondo Novecento.
Un’occasione, per il MAXXI di Roma, di dimostrare attenzione verso le molteplici voci artistiche e verso i visitatori, ai quali viene affidata piena centralità in uno spazio museale in cui poter ammirare e dialogare, rilassarsi e condividere.
















