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Il mondo di Vincenzo Marsiglia è a misura di stella: la mostra a Roma
Mostre
La mostra Map Star La Lama di Vincenzo Marsiglia, a cura di Valentina Ciarallo, sarà visitabile fino al 30 novembre, presso l’Hilton Rome Eur La Lama di Roma. Un’esposizione coinvolgente e dal forte impatto visivo, realizzata nell’ambito della rassegna LamArte, che invita il pubblico a immergersi nell’universo artistico di Marsiglia, tra geometrie, luce e interazione digitale.
L’UM, l’Unità Marsiglia, è il modulo creato dall’artista e concepito come unità di misura: un elemento a forma di stella a quattro punte da cui si originano multipli e sottomultipli, che generano soluzioni continue. La poetica di Marsiglia è tutta contenuta in questo elemento visivo, contraddistinto da grande armonia e caratterizzato da forti assonanze con l’Astrattismo. Il pattern creativo diventa così cifra stilistica dell’artista e viene adattato a superfici diverse, con effetti talvolta riconducibili all’arte Optical.

In Emotional Immersion Star, il modulo è proiettato con effetti avveniristici nella grande hall dell’Hotel Hilton dell’Eur e trasmesso come un’immagine totemica volta a ricoprire l’intera estensione dello spazio. Sulla grande parete verticale, la figura geometrica viene ripetuta all’infinito, generando un loop creativo capace di animare la monumentale costruzione di Fuksas.
L’opera, che rientra nella produzione Map (Star) The World, appartiene al linguaggio creativo dell’artista e gli consente di rileggere il patrimonio monumentale italiano in termini inediti. Vincenzo Marsiglia riveste edifici con le sue proiezioni ipnotiche e futuristiche con l’obiettivo di creare un’esperienza sensoriale unica.

L’utilizzo della tecnologia digitale di HoloLens2 permette a Marsiglia di dare origine a opere estetiche che si adattano al contesto. Un visore, di norma utilizzato nelle sue installazioni, invita lo spettatore ad esperire il mondo circostante attraverso la realtà aumentata, proiettando il modulo nello spazio e favorendo così una modalità partecipativa e relazionale. Già Walter Benjamin aveva sostenuto il concetto di “inconscio ottico”, secondo cui alcune pratiche artistiche, come la fotografia e il cinema, rivelassero i diversi piani del mondo intorno a noi, non percepibili ad occhio nudo.

In Shadows Stone l’artista propone soluzioni inedite in cui l’immaterialità dell’elemento visivo si fonde con la purezza della pietra per cui, su eleganti frammenti di alabastro, viene riprodotto il modulo stellare.
La mostra consente di esperire il rapporto tra arte e tecnologia e verificare, come già richiedeva John Dewey, di approcciarci all’elemento artistico in funzione esperienziale.

Vincenzo Marsiglia (Belvedere, 1972) vive e lavora a Soncino (Cremona). Ha conseguito la laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, e oggi è docente di Elaborazione Digitale dell’Immagine presso l’Accademia Santa Giulia di Brescia e di Sociologia dei Nuovi Media all’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como.
Al suo attivo ha moltissime esposizioni in Italia e all’estero, in particolare ricordiamo Map (Star) the World – Korea, 2025, proiezione sul Colosseo, in collaborazione con la Korean Foundation for International Cultural Exchange e il Ministero della Cultura della Corea, Roma; Quantum Perspective: the art of interference, 2025, per Fondazione Dino Zoli, Forlì e DZ Engeneering Asia, The Arts House, Singapore, con il patrocinio dell’Unesco, dell’Ambasciata Italiana a Singapore e dell’Istituto Italiano di fisica, della Camera di Commercio Italiana a Singapore e dell’Ente Turismo e GP Formula 1 di Singapore.














