-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
La forza della pittura e la potenza della materia. Sono le due componenti che caratterizzano le opere di Massimo Giannoni (Empoli, 1954); tenendo in bilico l’immagine della realtà tra la concretezza dei grumi della pittura e la sua sparizione, per eccesso di stratificazioni di materia.
È questo “L’inganno del vero” creato dalle sue composizioni, che viene oggi proposto ed esplorato nella nuova mostra di Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, all’interno della Chiesa monumentale di San Francesco, a cura di Cesare Biasini Selvaggi e Marco Tonelli.

Una pittura pesante quella di Giannoni, ma allo stesso tempo “viva”, quasi carnale, in cui lo sguardo è chiamato costantemente a districarsi tra apparizioni e scomparse del reale compresso in interni e in ambienti affollati, dove tutto è portato in primo piano ed esaltato nella sua visione tattile. Con circa trenta dipinti dell’artista, per lo più inediti e realizzati appositamente per l’esposizione umbra, la mostra documenta la ricerca artistica di Giannoni, a partire dalle sue, ormai iconiche, librerie, biblioteche storiche e borse d’affari.

Tra materia e memoria, tra sapere e attualità, la sua pittura si caratterizza per una pasta cromatica fatta di spessi strati di colore a olio. Senza rinnegare riferimenti precisi a luoghi reali, tratti dal mondo dei media o da fotografie di librerie, di palazzi antichi o di orizzonti urbani, Giannoni è riuscito ad affermarsi come pittore di grande originalità nel campo dell’arte contemporanea, ispirandosi sia alle ricerche più estreme della pittura di grandi maestri come Gerhard Richter che di maestri della fotografia come Candida Höfer. Allo stesso tempo, però, l’artista toscano conserva la pratica artigianale del lavoro a studio di tipo rinascimentale, tra tubetti di colore, tele, trementina e pennelli, respirando l’eco della migliore tradizione pittorica di una città come Firenze, che egli ha eletto a luogo di vita e di lavoro da molti decenni.

Dopo le recenti mostre di spicco, come quella del 2019, nel Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra, durante i festeggiamenti per l’anniversario della Repubblica Italiana, quella del 2020, nell’ambito di Quirinale Contemporaneo, e del 2022, sempre a Roma, nella Sala del Cenacolo di Palazzo Valdina – Camera dei Deputati, per Giannoni si tratta di una nuova personale di rilievo. Mentre per la Chiesa monumentale di San Francesco a Gualdo Tadino, si tratta di un ulteriore approdo alla pittura contemporanea, dopo il successo delle mostre “Seduzione e Potere. La donna nell’arte tra Guido Cagnacci e Tiepolo”, “La stanza segreta. Capolavori della figurazione contemporanea dalla collezione Massimo Caggiano” e la più recente “La forma della bellezza. Pittura contemporanea dalla collezione The Bank”.
