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L’arte di Daniela D’Arielli è un’ode all’acqua: la mostra alla Ceravento di Pescara
Mostre
La Galleria Ceravento, a Pescara, celebra il mare con la mostra personale di Daniela D’Arielli La geografia è destino, accompagnata da un testo critico di Giulia Palladini. Nata come progetto site specific, la mostra indaga la forte suggestione del mare, fertile compagno dei nostri sogni.
Nell’installazione, molto originale, 156 buste di carte da lettera, aperte e appese a parete, sono dedicate ai porti d’Italia. Sono impreziosite da una stella d’oro, invece, le buste che ricordano i quattro porti abruzzesi, terra d’origine dell’artista, e quello di Lampedusa.

«Accogliere in galleria il lavoro di Daniela d’Arielli è stato un dono, un privilegio. Il modo in cui questa mostra è stata concepita e realizzata, una delicatezza che commuove. C’è in queste opere la dolcezza di un messaggio che ci raggiunge piano, come una lettera scritta con amore e mai recapitata, ma che pure trova la strada per toccarci», dichiara Loris Maccarone, fondatore di Ceravento.

Una vera e propria ode al mare e all’acqua, tema molto amato dall’artista, già affrontato in altre opere. Se la latitudine terrestre segna il carattere, forgia lo stile, imprime delle regole; il mare ha il compito di partecipare attivamente alle nostre illusioni, incide sulla nostra immaginazione, fabbrica il nostro pensiero, rende possibile il bisogno di fantasticare. Al mare appartiene il desiderio di infinito, la sconfinatezza dello sguardo, l’inarrestabile consapevolezza di essere costantemente in viaggio: un viaggio senza approdi. Se molti artisti cantano la terra, D’Arielli canta il mare, e sente l’acqua come cifra del proprio vissuto. La sua riflessione appartiene all’acqua, soggetto cui destina grandi energie e su cui riversa forti ambizioni.

D’Arielli si sofferma anche sul mare in quanto dolore e solitudine. La busta da lettera riferita al porto di Lampedusa, infatti, pone l’attenzione sulle stragi dei nostri mari. «Mare nostro che non sei nei cieli, […] ti abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste», recitava una nota poesia di Erri De Luca. Per D’Arielli il mare è madre di tutti, dovrebbe accogliere e guidare, aiutare gli uomini a cercare una direzione, come quella delle cuspidi latenti delle buste da lettera. Ma l’acqua non è solo mare, è anche fiume. Su una cartografia, D’Arielli non disegna i confini, ma ricalca i letti dei fiumi, le porzioni di terra in cui l’incisione si fa sostentamento.

Per il finissage della mostra, in programma per il 13 settembre alle ore 18, presso la nella Galleria Ceravento di Loris Maccarone, è previsto un talk: a dialogare con l’artista saranno Giulia Palladini, autrice del testo critico, e Francesca Sabatini, geografa, l’incontro sarà moderato da Miriam Di Francesco.















