12 novembre 2019

L’Arte Moderna italiana, una panoramica a Pistoia

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1945-1975: trent'anni di arte italiana, dall’euforia post-bellica alle soglie degli anni di piombo, in mostra a Palazzo Buontalenti per il nuovo corso della Fondazione Pistoia Musei

Arte Moderna italiana Pistoia
Renato Mambor La pistola giocattolo, 1965 olio su tela, 140 x 170 cm Collezione Intesa Sanpaolo

Nel cuore di Pistoia, il cinquecentesco Palazzo Buontalenti, ospita la mostra “Italia Moderna 1945-1975” che inaugura il nuovo trend della Fondazione Pistoia Musei dedicato alle mostre temporanee.

L’esposizione, curata da Marco Meneguzzo, è stata suddivisa in due segmenti, il primo, conclusosi in agosto, copriva gli anni dal 1945 al 1960 e aveva per sottotitolo Le macerie e la speranza, proponendo un focus sulla situazione artistica italiana dalle distruzioni della Seconda guerra mondiale alla rinascita post-bellica. Il secondo prende in esame, il periodo dal 1960 al 1975, Il benessere e la crisi e omaggia l’arte italiana degli anni sessanta e settanta.

La scelta di suddividere la mostra in due tappe è data essenzialmente dalla grande quantità di opere da esporre (circa 150) per poter ripercorrere in modo adeguato i trent’anni di arte italiana presi in esame rispetto all’esiguità degli spazi espositivi.

Il curatore con una successione cronologica scandita in sezioni analizza – cercando di contestualizzare le opere nel periodo storico-politico con dei video nei quali si succedono spezzoni di filmati originali – le tappe salienti dell’arte italiana dalla conclusione del secondo conflitto bellico alla radicalizzazione del clima sociale con la contestazione studentesca e operaia degli anni settanta.

Tanti gli artisti proposti, a nomi più famosi, si affiancano anche personaggi meno noti ma ugualmente significativi che aiutano a completare il complesso e variegato puzzle di questo trentennio.

ITALIA MODERNA 1945-1975. Dalla Ricostruzione alla Contestazione
Alighiero Boetti
AI IEOOEI LGHRBTT, 1975
penna a sfera blu su carta intelata, 100 x 70 cm
Collezione Intesa Sanpaolo
© ALIGHIERO FABRIZIO BOETTI, by SIAE 2019

La mostra: “Italia Moderna 1945-1975”

Se nella mostra in corso si rincorrono i nomi di Staccioli, Rotella, Schifano, Kounellis, Merz, Pistoletto, Paolini, Uncini, Mondino, Ceroli, Gilardi, Calzolari, Mauri o Castellani, non è però da sottovalutare l’apporto dato da artisti quali Carmelo Cappello, Nicola Carrino, Fernando De Filippi, Gianfranco Pardi, Claudio Verna o Renato Volpini che, seppur meno conosciuti al grande pubblico, hanno contribuito a segnare l’arte italiana di quegli anni. In tutto 86 artisti di cui solo 7 le donne: Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Grazia Varisco, Carmen Gloria Morales, Ketty La Rocca ed Eduarda Maino.

La mostra più che a sbalordire con i consueti nomi noti mira a proporre una panoramica per avvicinare il grande pubblico alla conoscenza di un momento molto particolare dell’arte italiana che dall’euforia post-bellica conduce alle soglie degli anni di piombo.

L’esiguità degli spazi espositivi e l’enorme numero di artisti da includere nel percorso ha penalizzato talvolta la documentazione dell’attività produttiva dei singoli artisti con la presenza di una sola opera per ciascuno. Questo spesso non consente al fruitore di farsi pienamente un’idea dell’apporto che ogni artista ha dato con la sua produzione.

Le opere esposte, provenienti per la maggior parte dalla collezione Intesa Sanpaolo, sono per lo più opere da parete ma è evidente come in quegli anni “i dipinti” lasciassero spazio anche ad altri materiali e supporti. La mostra pone l’accento sul distacco dalla cultura figurativa del passato per favorire la visione di una società nuova, proiettata al futuro, e il radicale mutamento del ruolo dell’artista e anche della stessa Arte.

ITALIA MODERNA 1945-1975. Dalla Ricostruzione alla Contestazione
ITALIA MODERNA 1945-1975. Dalla Ricostruzione alla Contestazione,
foto di Rachele Salvioli

Le poetiche, le tecniche e gli artisti

Sono questi gli anni, infatti, che nell’arte italiana si fissa il concetto di “moderno”, da una parte grazie a una serie di elementi, anche di uso quotidiano, che entrano a far parte delle opere o ne identificano il soggetto; dall’altra con l’introduzione di tecnologie elettriche o elettroniche che sono appunto sinonimo di modernità.

È dal 1945 in poi che l’Italia cambia i comportamenti sociali, si apre a nuovi orizzonti e vive sulla base di grandi valori e grandi ideali.

Dal 1960, in Italia, si è sostanzialmente compiuta la fase di passaggio da società agricola a quella industriale e si assiste al boom economico che nelle prospettive degli artisti è già percepibile.

Sullo sfondo degli eventi socio-politico-culturali che vedono l’affermazione della minigonna, i fatti di Valle Giulia, la strage di Piazza Fontana, l’omicidio di Pasolini, il terrorismo nero e rosso, l’esposizione mira a ricostruire il tessuto entro il quale si è sviluppata e consolidata una grande stagione dell’arte italiana che poi ha avuto – in particolare con l’arte povera – un’affermazione e a livello internazionale.

Sono 4 le sezioni che scandiscono il percorso espositivo, dal proliferare di gruppi artistici organizzati sulla scia delle avanguardie storiche (Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Gianni Colombo, Francesco Lo Savio, Paolo Scheggi, Mauro Staccioli, Giuseppe Uncini, Giovanni Anceschi, Alberto Biasi, Davide Boriani, Emilio Chiggio, Toni Costa, Gabriele De Vecchi, Edoardo Landi, Eduarda Maino, Enzo Mari, Manfredo Massironi, Carlo Nangeroni, Grazia Varisco), alle esperienze pittoriche della “pop italiana” (Valerio Adami, Gianni Bertini, Lucio Del Pezzo, Titina Maselli, Aldo Mondino, Mimmo Rotella, Fabrizio Plessi, Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Renato Mambor, Mario Schifano, Cesare Tacchi, Paolo Baratella, Fernando De Filippi, Giosetta Fioroni, Gianfranco Pardi, Pino Pascali, Concetto Pozzati, Emilio Tadini, Renato Volpini) fino ad arrivare all’arte povera (Luciano Fabro, Piero Gilardi, Jannis Kounellis, Umberto Mariani, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Merz Mario, Gilberto Zorio, Gianfranco Baruchello, Alighiero Boetti, Bruno Di Bello, Luca Maria Patella, Fabio Mauri, Giulio Paolini) e a quella concettuale (Vincenzo Accame, Vincenzo Agnetti, Carlo Alfano, Mirella Bentivoglio, Ugo Carrega, Giuseppe Chiari, Eugenio Miccini, Martino Oberto, Lamberto Pignotti, Franco Vaccari, Carlo Battaglia, Paolo Cotani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Carmen Gloria Morales, Claudio Olivieri, Giuseppe Spagnulo, Valentino Vago, Gianfranco Zappettini, Rodolfo Aricò, Nicola Carrino, Elio Marchegiani, Claudio Verna).

 

ITALIA MODERNA 1945-1975. Dalla Ricostruzione alla Contestazione

Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo

SECONDA TAPPA: Il benessere e la crisi

a cura di Marco Meneguzzo

 

13 settembre 2019 – 6 gennaio 2020

Palazzo Buontalenti

via de’ Rossi 7 – 51100 Pistoia

 

Orario

Tutti i giorni dalle 10 alle 18.

Ultimo ingresso ore 17.30.

Chiuso il mercoledì e il 25 dicembre

www.fondazionepistoiamusei.it

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