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Le opere di Antonello Ghezzi e Daniel González al Cimitero Monumentale di Bergamo
Mostre
Trovandosi davanti a Golden Gate, l’opera di Daniel González che risalta anche con il buio del novembre bergamasco, si ha come l’impressione di andare incontro a un doppio significato, un’ambivalenza di un lavoro site-specific che riflette sul ruolo della celebrazione e della comunità. Ma lo fa alle porte del luogo che accoglie i defunti, il Cimitero Monumentale di Bergamo. Un luogo, apparentemente, non associabile alla comunità. D’altronde, in tempi sempre più frenetici, è possibile immaginare il senso del lutto come qualcosa da attraversare insieme agli altri o la riflessione su di esso è possibile solo da un punto di vista individuale? Bergamo prova a scardinare questa credenza, una città segnata dalla pandemia a livello fisico e affettivo, un luogo che ormai da anni ha saputo accogliere le tendenze dell’arte contemporanea internazionale e riadattarle ai bisogni e alle specificità del proprio territorio.

Fino al 30 novembre sarà possibile ammirare la sopracitata Golden Gate e l’installazione monumentale di Antonello Ghezzi, dal titolo Shooting Stars. Se Golden Gate segna la soglia, apre le porte del cimitero e ridà loro lucentezza attraverso il bagliore dei suoi drappeggi dorati (colore dello spirito) e argentati (che rappresenta la vita) al vento, la seconda trasforma la facciata del Cimitero in un ponte visivo tra terra e cielo. Si tratta di una luce a led, collegata in tempo reale al cielo del bacino mediterraneo, che si accende ogni volta che una meteora viene rilevata (in media una volta al minuto) e disegna un taglio nella porzione di atmosfera che abita l’ingresso laterale del Cimitero. Le due opere, visibili sia di giorno che di notte, animano la facciata e il piazzale d’ingresso, una città nella città che riporta una struttura sociale – il cimitero – che torna ad appartenere ai cittadini, ora in grado di rivivere in modo comunitario quel luogo spaventoso, macabro. I vialetti e le strade interne del cimitero possono ora essere guardati da un’altra prospettiva, da quella dei nostri affetti, una mancanza collettiva che riconnette la città. L’intervento di Contemporary Locus si inserisce in un luogo che la comunità vive in modo individuale, con un progetto artistico di rigenerazione urbana che propone un vero e proprio dialogo tra la terra e cielo, passato e futuro, vita terrena e oltretomba.

Curato da Paola Tognon, il progetto vede la partecipazione di una trentina di enti del territorio bergamasco. È stata quindi creata una sezione chiamata “Comunità aperta”, dedicata alle associazioni, fondazioni, biblioteche e musei coinvolti nel progetto curatoriale, all’interno della quale è stato inserito un palinsesto di attività, laboratori e workshop dalla durata di circa cinque settimane. L’obiettivo dichiarato è quello di ridefinire la percezione del Cimitero Monumentale: non più spazio di “fine” di “soglia” ma di connessione, valore simbolico, condivisione e accessibilità. In questo senso, è più corretto parlare dunque di una soglia tra le due città, quella dei vivi e quella dei morti. Il progetto vuole proprio stare “sulla soglia”, abitare le due città in una relazione che abbia continuità e non sia segnata solo dal dolore del lutto. Al di là del Cimitero si apre poi la Val Seriana, un’ulteriore dimostrazione del legame con il territorio circostante e con gli agenti atmosferici, come il vento che muove i drappeggi fatti di coperte termiche – materiale simbolico poiché associato alla cura, alle tragedie quotidiane, alla fragilità – di González e ci permette di sbirciare al di là dell’imponente colonnato.

“Nella città dei vivi camminiamo ogni giorno lungo strade dedicate ai morti, ma le porte reali che ci connettono con la “città dei morti” sembrano chiudersi e il Cimitero, da spazio collettivo, sembra diventare spazio del lutto individuale. Contemporary Locus 17 nasce dal desiderio di rispondere alle tematiche sensibili del passaggio e al rinnovato bisogno di cura e connessione, particolarmente sentito a Bergamo dopo gli avvenimenti legati al Covid. Il progetto vuole avviare un percorso di riattivazione del Cimitero Monumentale, restituendogli centralità nella vita della città. In questo percorso, l’arte pone delle domande diventando strumento di relazione, memoria e partecipazione” aveva dichiarato a proposito del progetto Paola Tognon di Contemporary Locus. Architetture effimere nel luogo che segna il passaggio a quella che è una nuova vita, linee luminose e drappeggi lucenti che conferiscono un legame rinnovato al rapporto che abbiamo con il Cimitero. Il progetto si è aperto proprio in concomitanza con le giornate dedicate alla Commemorazione dei Santi e dei Defunti, altra scelta simbolica che arricchisce ulteriormente una rassegna che si prepara ad annunciare i prossimi appuntamenti nella città di Bergamo.















