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Inaugura sabato, 3 ottobre, alle ore 18, presso la Galleria d’arte ZAMAGNI di Rimini, la mostra “BACKUP”, con gli artisti Svetislav Martinovic e Francesco Zavatta. La galleria, nata circa un anno fa dal sogno di Gianluca Zamagni, è un progetto personale e appassionato, frutto di anni di esperienze e incontri sul territorio riminese.
Spazio aperto al confronto con il mondo dell’arte italiana e internazionale, luogo di innovazione e tradizione, ha una lunga storia nel mondo dell’artigianato italiano: ex corniceria, ha trascorso molti anni al servizio di artisti e talenti nella città della Riviera romagnola. Oltre all’esposizione di grandi nomi dell’arte, tra i quali figurano Mario Sironi, Mario Schifano, Mario Giacomelli, Franco Fontana, Giovanni Lombardini e Stefano Ronci, nella giovane sede si organizzano mostre personali e collettive, incontri con gli artisti e presentazioni di libri.
La linea comune tra Martinovic e Zavatta
Il 3 ottobre presenta le opere di Svetislav Martinovic e Francesco Zavatta, il cui percorso è accomunato da questioni formali riconducibili a un unico elemento geometrico che ricorre sovente attorno a noi: la linea. Segno grafico che si estende in lunghezza unendo due estremi, è riconducibile a vari oggetti della quotidianità che geometricamente approdano a questa figura. Un elemento semplice che può, tuttavia, assumere molte sfaccettature: da orizzontale a verticale, da diagonale a retta, da curva a spezzata, è sempre una serie infinita di punti che appaiono uniti per costituirne l’inizio e la fine. Attraverso la pittura, a olio per Zavatta e acquarello per Martinovic, la traccia della linea si riempie di rimandi e ricordi immagazzinati in questo strano periodo storico. Questo è BACKUP, letteralmente una copia di sicurezza di memorie, visive e non, realizzata durante il lockdown su tela, su tavola e sulla carta.
Nell’ambiente urbano di Martinovic, artista di origine macedone il cui lavoro è fortemente legato ai sui studi di architettura, svettano le linee verticali, orizzontali e incrociate, di torreggianti pali della corrente e delle ferrovie, spesso in bianco e nero, che svettano fin sopra ai tetti, in un’atmosfera cupa e colma di ombre. L’orizzontalità delle sue scale esprime tutta la passione per il cinema russo d’avanguardia, che prese ispirazione dal cinema futurista italiano.
Le tinte di Zavatta, con l’intenso blu di Prussia preparato dallo stesso artista, sono invece il mare di Rimini, la sua città, in cui la presenza della briccola e delle corde a essa legate, sono linee che divengono punti di riferimento per la navigazione e, quindi, per l’uomo. Punti fermi verticali in un vasto orizzonte che ci fa perdere nella bellezza. Il legame con il mare è preponderante nella formazione e conservazione dell’identità dell’artista, seguendolo ovunque esso vada.
La mostra, accompagnata dal catalogo in cui è presente un testo critico della curatrice Milena Becci, sarà visitabile dal 3 ottobre all’8 novembre 2020, dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, e la domenica su appuntamento.