09 agosto 2025

Volare, guardare, costruire: tre azioni nella ricerca di Nathalie Du Pasquier

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Al Museo Nivola, una mostra racconta la ricerca pittorica dell’artista Nathalie Du Pasquier, in un’opera d’allestimento site specific pensata per l’ex-laveria di Orani

Nathalie Du Pasquier, Untitled, olio su tela, 1988, 150 x 150 cm. Courtesy Fondazione Nivola

Il Museo Nivola di Orani, a 30 anni dalla sua fondazione, ha inaugurato la nuova stagione espositiva con la personale di Nathalie Du Pasquier, che sarà visitabile sino al 14 settembre. Curata da Giuliana Altea, Antonella Camarda e Luca Cheri, Volare Guardare Costruire si presenta come primo capitolo di un nuovo percorso dell’istituzione dedicata all’operato di Costantino Nivola (1911-1988): infatti, insieme all’esposizione, è stato avviato a maggio anche il programma di residenze artistiche nel rinnovato Padiglione del parco museale.

Nathalie Du Pasquier (1957), conosciuta soprattutto per la sua attività all’interno del Gruppo Memphis nella Milano degli anni Ottanta, si svincolò presto dal mero design per dedicarsi alla pittura: un linguaggio che nell’operato dell’artista conosce più stagioni, sintetizzate dai verbi del titolo dell’esposizione. Le diverse fasi espressive sono scandite e rivelate ai visitatori attraverso un’opera site specific, ideata da Du Pasquier per la sala dedicata alle mostre temporanee, un tempo laveria del paese barbaricino: ambienti che le opere abitano e spingono oltre i limiti fisici, coesistendo col panorama visibile dalle grandi arcate finestrate.

Nathalie Du Pasquier, Volare Guardare Costruire. Museo Nivola, Orani. Foto Francesca
Ardau. Courtesy Fondazione Nivola

I verbi del titolo sono riportati nell’allestimento e orientano il visitatore nel percorso. Volare è la prima fase della pittura di Du Pasquier, quella formulata sul finire degli anni Ottanta, che ‒ alimentata dalla volontà di distaccarsi dal puro design ‒ segue narrazioni e immaginazioni apparentemente lontane da uno sguardo sulla realtà, propense piuttosto a osservare a volo d’uccello le fantasie architettoniche e botaniche, nonché le figure misteriose che le abitano: animali, chimere e teste d’uomo in giardini metafisici; ispirazioni da pitture del passato che popolano le opere ‒ quasi tutte senza titolo ‒ di questo periodo.

Nathalie Du Pasquier, Libro aperto C0245A, olio su tela, 2002, 60 x 70 cm. Courtesy Fondazione Nivola

Guardare si riferisce alla seconda stagione della pittura di Du Pasquier, sorta alla fine degli anni Novanta, dove lo sguardo diretto sulle cose torna in forma di natura morta. “Oggetti di ferma” osservati con minuzia, assecondando una nuova esigenza: quella di abbandonare le figure dettate dall’immaginazione per ritrovare le forme della quotidianità. Fanno parte di questa fase opere in mostra come Bicchiere e bottiglia su vassoio nero C0144 (2001), Libro aperto C0245A (2002) e Aereoplano pantofola in mano C0211 (2002).

Infine, Costruire segna la più recente produzione dell’artista, dove il design riecheggia nella realizzazione di immagini astratte che, in una prima fase, risultavano basate su strutture tridimensionali: l’artista ridipingeva quindi le forme da lei concretamente costruite, una fase di transizione ancora legata al “guardare”. Successivamente Du Pasquier affrancherà la sua pratica dall’oggetto concreto e rappresenterà forme, strutture, dimensioni riuscendo a “costruirle” direttamente sul supporto pittorico. Nella zona espositiva dedicata al Costruire, troviamo quindi opere come Meteorite n°12 (2013), Korea (2019) e Rosso (2025), in cui l’oggetto che Du Pasquier aveva abbandonato negli anni Ottanta torna a realizzarsi in forma di struttura astratta.

Nathalie Du Pasquier, Meteorite n°12, olio su tela, 2013, 100 x 100 cm. Courtesy Fondazione
Nivola

Il percorso pittorico di Nathalie Du Pasquier esprime una coesistenza tra linguaggi artistici (pittura, design, scultura e architettura) che il Museo Nivola da tempo valorizza con esposizioni in grado di creare assonanze tra gli artisti ospitati e il percorso di Costantino Nivola, a cui era caro il tema della comunione delle Arti. Una comunione ampiamente espressa dalla ricerca dell’artista oranese, così come dalle opere di Nathalie Du Pasquier presentate nell’esposizione, che esalta una prospettiva fluida sulle Arti e sulla loro Storia.

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