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Un anno dopo la scomparsa di Ezio Gribaudo (Torino, 1929 – 2022) La Venaria Reale presenta la mostra Poesia della materia, una selezione delle opere più rappresentative della carriera artistica dell’artista torinese. Gribaudo è stato conosciuto in primis per la sua brillante professione di editore d’arte che gli ha permesso di conoscere e diventare amico di alcuni dei più importanti e noti pittori del Novecento come Botero, Chagall, Duchamp, Mirò, De Chirico e altri. Allo stesso tempo però, forgiato da studi di arte grafica conseguiti presso l’Accademia di Brera e il Politecnico di Torino, ha costantemente dipinto, inciso e stampato opere d’arte tra le mura del suo incantevole studio di Via Biamonti, alle spalle della Chiesa della Gran Madre. Oggi la consistente eredità artistica è valorizzata dalla figlia Paola Gribaudo, Presidente dell’Archivio Gribaudo, oltre che prima donna presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Flani, logogrifi, saccogrifi e teatri della memoria sono le parole chiave della produzione di un artista che si è ispirato all’arte della tipografia per creare un nuovo genere di opere singolari. I logogrifi, nati negli anni Sessanta, sono enigmatici giochi di impronte tipografiche su carta bianca buvard in cui combinazioni ripetute di lettere, segni e figure dedicate a molteplici e specifiche tematiche, raccontano viaggi, storie e visioni del mondo. È proprio con i logogrifi che nel 1966 Gribaudo vince il premio della grafica alla XXXIII Biennale di Venezia. Oggi la Reggia di Venaria ospita alcuni dei “bianchi” iconici di Ezio Gribaudo insieme ad alcune rielaborazioni pittoriche su rilievo e libri tipografici in cui linguaggio e immagine dialogano come in un racconto visivo. I logogrifi possono acquisire volume diventando di polistirolo o trasformandosi in saccogrifi quando lo sfondo è in juta, o addirittura diventare sculture dalle forme piramidali che ricordano bianchi geroglifici egizi.
I flani, attraverso una tecnica di trasposizione di stampa, rielaborano alcune datate aperture o pagine di giornali come la Stampa. Il linguaggio si trasforma in immagine e si sgancia dall’incarico temporale dei quotidiani, ponendosi come testimonianza attiva dell’umanità. I temi scelti dall’artista torinese spaziano da avvenimenti locali come la realizzazione del Traforo del Frejus e le vittorie della Juventus, così come coinvolgono Papa Paolo VI o la guerra del Vietnam.
I Teatri della memoria sono composizioni di logogrifi appartenenti a diverse tematiche, ispirati dal progetto utopistico omonimo dell’umanista Giulio Camillo Delminio (1480-1544). Si presentano come originali schemi mnemonici di riepilogo di una vita, come una sorta di archivio pittorico in cui ricordi di viaggi in giro per il mondo dialogano con aquiloni, fiori, animali, cavalieri e molto altro, costruendo nuovi immaginari.
La produzione artistica di Ezio Gribaudo spazia dal minimalismo al surrealismo all’espressionismo astratto con la sicurezza di chi ha trascorso la vita collaborando ed entrando nella dimensione di artisti di grande rilievo, contaminato da differenti pratiche e stili. Ezio Gribaudo ha saputo conciliare editoria e arte e ha sviluppato una personalità artistica, come afferma il direttore della Venaria Reale Guido Curto, “orgogliosamente non allineata e anche dissonante rispetto al Sistema dell’Arte” ma che oggi ha lasciato un grande patrimonio da esplorare. L’Archivio Gribaudo si avvale della collaborazione di Lilou Vidal, curatore internazionale e capo del responsabile scientifico dell’Archivio.
La prossima mostra di Ezio Gribaudo si terrà al Grazer Kunstverein, Austria, dal 7 dicembre 2023, a cura di Tom Engels e Lilou Vidal.