29 aprile 2021

‘Soglie 2018_2020’: Raffaele Cioffi al MAC di Lissone. Le parole del curatore

di

Il percorso espositivo presenta lavori inediti realizzati da Raffaele Cioffi negli ultimi due anni e grandi tele create appositamente per gli spazi del museo. Alberto Barranco di Valdivieso, curatore, ci ha raccontato la mostra

Raffaele Cioffi, Soglie 2018-2020, exhibition view, MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, 2021, courtesy l’artista

Al MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, poco distante da Milano, riapre al pubblico la personale di Raffaele Cioffi (1971, Desio) “Soglie 2018-2020”, a cura di Alberto Barranco di Valdivieso (fino al 23 maggio 2021).

L’artista espone per la prima volta al MAC di Lissone, «la città dove ha sviluppato gli ultimi anni di ricerca. La mostra “Soglie 2018_2020” – ha spiegato il museo – presenta lavori inediti degli ultimi due anni e, soprattutto, grandi tele realizzate appositamente per gli spazi del Museo, opere che aprono un capitolo nuovo nel percorso dell’artista; un lavoro di grande accuratezza, che esprime esiti di una raggiunta maturità intellettuale, pur conservando l’istinto sensuale per la disciplina pittorica che da sempre alimenta il suo impegno».  

Domenica 16 maggio 2021, alle 18.00, al museo sarà presentato il volume curato da Alberto Barranco di Valdivieso Conversazione con un pittore contemporaneo. Raffaele Cioffi (Bellavite Editore, Missaglia, Lucca), che racconta il lavoro dell’artista a partire dagli anni Novanta ad oggi.

L’ingresso al museo è libero, previa prenotazione telefonia ai numeri 039 2145174 e 039 7397202 o inviando una mail all’indirizzo: prenotazioni.museo@comune.lissone.mb.it

Da sinistra: Raffele Cioffi e Alberto Barranco di Valdivieso, 2021

Intervista a Alberto Barranco di Valdivieso, curatore

Come è nata la mostra di Raffaele Cioffi al MAC di Lissone?

«Seguo Cioffi da diverso tempo perché ravviso nel suo lavoro alcuni elementi fondamentali: sincerità intellettuale, spirito di ricerca, complessità di temi e soprattutto coerenza. Tutto questo sfocia in una pittura misurata, calibrata eppure chiaramente diretta da una spinta onirica fortissima, una pittura che risolve in modo astratto il tema della narrazione metafisica. La mostra nasce dalla volontà di esprimere, in una sede istituzionale e della stessa città ove ha lo studio l’artista, Lissone appunto, l’affermazione dell’ultimo percorso pittorico dell’artista. Un percorso iniziato, nei suoi primi assunti, con la mostra “Luce dipinta” presentata a Francoforte, ma delineata successivamente nelle sue forme attuali con “Vapors of Light” del 2018, da me curata a Milano, che segna un cambiamento deciso rispetto alla linea di ricerca dei suoi “periodi” pittorici precedenti.
La mostra attualmente al MAC è il risultato di una mia lettura attenta del mondo dell’autore che dura, come dicevo da qualche anno, attraverso la frequentazione del suo studio, approfondendo con lui gli aspetti più vari della sua esperienza di artista e di uomo, cercando di chiarirne i riferimenti e gli intenti. Favorendo direttamente lo sviluppo di questa sua nuova direzione espressiva, caratterizzata dalla porosità cromatica e dalla profondità dei piani pittorici, attraverso un segno che vibra in tutte le direzioni agglomerandosi e disperdendosi in aloni di pigmento che sembrano polverizzarsi in pagliette sottilissime. Un esito diverso rispetto alla sua pittura precedente, caratterizzata dall’impronta cromaticamente densa, quasi timbrica, e dal verso di una pennellata verticale dalla forte impronta, che sono sempre stati la sua cifra espressiva».

Raffaele Cioffi, Soglie 2018-2020, exhibition view, MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, 2021, courtesy l’artista
Quali aspetti della ricerca di Cioffi emergono, in particolare, dal percorso espositivo?

«La mostra offre al pubblico una esperienza emblematica della pittura più attuale di Cioffi attraverso tele di diverso formato, anche di notevoli dimensioni come l’opera Oltre la barriera di oltre sei metri quadrati; opere avvolgenti, che spingono lo spettatore a immaginare di oltrepassare fisicamente lo spazio fisico dell’opera, oltre soglie misteriose, verso un altro piano spazio-esistenziale.
In questo allestimento ho voluto trarre dalla mia esperienza di architetto il senso di un dialogo dinamico con l’ambiente espositivo, in questo caso articolato dalla planimetria irregolare del museo che ha permesso di creare un rapporto calibrato tra i gruppi di opere e le superfici, dunque tra spazio espositivo e spazi della pittura; operazione a mio avviso fondamentale per una fruizione efficace e intensa di una mostra come questa».

Raffaele Cioffi, Soglie 2018-2020, exhibition view, MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, 2021, courtesy l’artista
Può riassumerci, in estrema sintesi, i cardini della ricerca dell’artista?

«Raffaele Cioffi, dopo trent’anni di attività e di sperimentazione, continua a credere nella pittura. Pittura fatta di semplice tela, di pennelli e pigmenti; un metodo antico, primitivo e molto umano che pur con le lusinghe di una tecnologia che sempre più spesso vuole sostituire l’individuale emozione con la sensazione generalizzata dalla condivisione massificante, rimane uno strumento straordinario e primario di libertà espressiva originale. Cioffi costruisce delle “macchine pittoriche” che attraverso il movimento della pittura e del colore aprono allo spettatore passaggi inter-dimensionali, cioè che spingono lo spettatore a immaginare di oltrepassare fisicamente lo spazio fisico dell’opera verso un altro piano esistenziale. In lui vi è senz’altro un verso fortemente spirituale e metafisico, che attraverso la pittura cerca di frantumarne l’essenza fisica di oggetto per rendere immagini che ognuno di noi, singolarmente, richiama nella sua mente e nella sua fantasia, che creano un altro tempo e un altro spazio in quello stesso momento di fruizione. In Cioffi, artista con una preparazione storica e di studio senz’altro rilevata, sussiste la “digestione” dell’Impressionismo, delle ricerche di Lucio Fontana, di Mark Rothko, di Gerhard Richter e di Piero Dorazio ma anche la pittura evanescente e spirituale di Valentino Vago, la ricerca aniconica rigorosa di Claudio Verna e i riflessi ambigui e sfuggenti di Claudio Olivieri, maestri che ha frequentato e con cui ha anche lavorato».

Raffaele Cioffi, Soglie 2018-2020, exhibition view, MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, 2021, courtesy l’artista
Qual è il legame dell’artista con il territorio lissonese? E quale è la sua storia espositiva?

«Dal 2018 Cioffi ha un grande studio proprio a pochi passi dal museo, studio che non solo ospita il suo lavoro ma che egli utilizza come luogo espositivo per proporre giovani pittori lissonesi e non solo. Dopo essersi laureato all’Accademia di Brera intraprende la professione di pittore. Grazie a incontri importanti come con il critico Carlo Maria Accame e Claudio Olivieri viene presentato a galleristi, critici e altri autori di livello. Dalla sua prima personale alla storica Galleria Morone 6 dello scomparso Enzo Spadon si sono susseguite moltissime mostre in “solo show” in gallerie italiane e estere, e in sedi istituzionali come per esempio i Musei Civici di Varese e di Alessandria, la Villa Pisani a Venezia, la 54ma Biennale di Venezia-Torino, il Museo di Arte Sacra di Milano».

Dove potremo vedere i lavori di Raffaele Cioffi nei prossimi mesi?

«Cioffi collabora con diverse gallerie in Italia e all’estero dunque è assai probabile poter seguire questo autore in diverse situazioni espositive. Sono in programma collaborazioni con gallerie in Austria, in Germania e a New York.
Da parte mia vi è il progetto di portare questa mostra, che è stata allestita coraggiosamente in un periodo difficile come quello della pandemia, in altre realtà museali italiane, augurandoci tempi migliori e l’entusiasmo rinato per la condivisione dell’arte». (SC)

Raffaele Cioffi, Soglie 2018-2020, exhibition view, MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, 2021, courtesy l’artista

Il volume Conversazione 

Il volume che sarà presentato il 16 maggio 2021, alle 18.00, Conversazione con un pittore contemporaneo. Raffaele Cioffi (Bellavite Editore, Missaglia, Lucca), – ha spiegato il museo – «è il risultato di una chiacchierata tra Alberto Barranco di Valdivieso e Raffaele Cioffi, avvenuta nello studio di quest’ultimo, a Lissone, che si è trasformata in una racconto esaustivo del percorso dell’artista e della sua trentennale attività espositiva. La discussione infatti, partendo dall’osservazione di alcune opere in lavorazione, tocca gli agomenti più svariati: la formazione accademica a Brera con Luciano Fabro e Gottardo Ortelli, l’ispirazione e la spiritualità, la nozione del tempo, il rapporto con maestri e colleghi tra i quali Claudio Olivieri, Valentino vago, Claudio Verna, Mario Raciti, la cura degli allestimenti, l’affinamento della tecnica pittorica e gli incontri inaspettati, come quello con Claudio Baglioni.
Attraverso anche un fitto corredo di immagini, tra opere e spaccati di vita professionale, a partire dagli anni ’90 sino ad oggi, queste pagine offrono una testimonianza molto interessante e autentica della vita dell’artista; dedicata al lavoro e alla ricerca e fatta di incontri e di passione. Un ritratto introspettivo in forma di dialogo ma soprattutto si può considerare questo libro uno strumento di analisi del percorso che ha portato agli esiti attuali un lavoro complesso dove la pittura è sempre protagonista».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui