25 novembre 2019

14 artisti italiani in Finlandia, alla ricerca della felicità

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Maria Stella Bottai ci parla di “The quest for Happiness”, mostra che porta in Finlandia 15 artisti italiani, per approfondire il concetto della felicità

Goldschmied & Chiari Where Shall We Go Dancing Tonight? | Dove andiamo a ballare questa sera? 2019 site-specific installation, mixed media installazione site-specific, materiali vari Photo: Sampo Linkoneva, Serlachius Museums

In occasione di “The quest for Happiness”, al Gösta Serlachius Museum di Mänttä, Finlandia, un gruppo di artisti italiani presenta la propria ricerca sul tema della felicità, esplorando i concetti chiave di spiritualità e materialismo, comunità, identità, storia, sentimenti e tecnologie. La mostra, nata in occasione della celebrazione dei Cento anni d’Italia in Finlandia, offre la possibilità di esplorare il punto di vista di artisti italiani mid career a proposito della tormentata ricerca di una soddisfazione personale nella situazione socio-politico-economica italiana. Maria Stella Bottai, Lorella Scacco e Pirjo Immonen, le tre curatrici della mostra, hanno deciso di portare in mostra artisti molto diversi tra loro per pratiche, approcci e percorsi personali. Il risultato è una caleidoscopica presentazione del concetto odierno di felicità. Abbiamo rivolto alcune domande alla curatrice Maria Stella Bottai, per approfondire alcune delle idee relative all’esposizione.

Images from the exhibition: Sampo Linkoneva, Serlachius Museums

La scelta di artisti mid-career e cioè artisti più giovani e realmente inseriti nel contesto della crisi, conferisce alla narrazione un taglio più preciso?

«Lo scambio degli artisti con le istituzioni all’estero è stato fortemente rallentato dalla terribile crisi finanziaria del 2008. Ma con la crisi si è contestualmente cominciato a parlare sempre più di felicità, un tema sfuggente e soverchiante per la sua vastità. Così, con le co-curatrici Lorella Scacco e Pirjo Immonen, ci siamo interrogate su come hanno reagito gli artisti alla crisi e quale felicità, sentimento così raro nell’arte contemporanea, si può rincorrere oggi nel nostro Paese. A distanza di più di dieci anni potevamo cominciare a delineare un bilancio. La selezione dei nomi in mostra si è basata su giovani professionisti, al fine di presentare lavori di qualità da parte di artisti che fanno questo di professione e che hanno vissuto in pieno le difficoltà degli ultimi dieci anni».

Marzia Migliora The Spectre of Malthus | Lo spettro di Malthus 2019 site-spesific installation installazione site-specific Photo: Sampo Linkoneva, Serlachius Museums

Le immagini differiscono fra loro per l’uso di grammatiche riflessive e introspettive, alternate però a tematiche più festose ed energiche. Quali sono i valori e le idee messi in gioco per interrogarsi su cosa sia la felicità?

«Portare una mostra sulla ricerca della felicità nel Paese nominato per ben due volte (2018 e 2019) come il più felice al mondo è stata una sfida! Così complessa e sfaccettata, incerta e impermanente, non esiste una definizione univoca di felicità valida ovunque. Zygmunt Bauman ha detto che l’unica cosa che possiamo dire sulla felicità è che è meglio essere felici che infelici. Certamente l’arte è una delle vie per la ricerca della felicità, e le strade sono tante quanti gli artisti in mostra.

Ognuno di loro è una voce nell’ideale percorso che si snoda negli spazi della mostra. C’è chi indaga le bellezze naturali (Silvia Camporesi, Federica Di Carlo), la spiritualità e il materialismo (Goldschmied & Chiari, Marzia Migliora, Matteo Montani), la famiglia (ZimmerFrei) e le comunità (Marinella Senatore), il tempo (Federico Pietrella), la natura (Loris Cecchini), la storia (Pietro Ruffo, Federico Solmi), i valori della nostra società occidentale (Yuri Ancarani, Francesco Jodice), le tecnologie, con un pizzico d’ironia (Okkult Motion Pictures).

Il percorso si conclude idealmente nella piazza, luogo di aggregazione e riferimento alla felicità collettiva e condivisa, un obiettivo più lungimirante di quella individuale».

Marinella Senatore Protest Bike 2016–2018 mixed media Photo: Sampo Linkoneva, Serlachius Museums; Pietro Ruffo Migration Globe 2017 ink and cut outs of paper, steel and wood inchiostro e intagli su carta, acciaio e legno 75 x 75 x 118 cm Courtesy MAECI – Ministero Degli Affari Esteri e Della Cooperazione Internazionale, Rome.

Le opere in esposizione celebrano esclusivamente la bellezza della felicità o invitano a ragionare sugli ostacoli e le difficoltà necessarie per raggiungerla?

«L’idea del tema è nata leggendo il libro di Enrico Deaglio, corrispondente del quotidiano La Repubblica negli Stati Uniti, La felicità in America. Storie, ballate, leggende degli Stati Uniti a uso di giovani, vecchi, ostili ed entusiasti (2013). A dispetto del titolo, sono raccontate storie struggenti, talvolta esilaranti, tragiche, alcune incredibili, in cui la ricerca della felicità sembra aver disseminato più vittime che trionfatori. Come ci aveva già detto Tolstoj, la felicità non fa racconto (citando il titolo di una mostra di Luca Bertolo), ma la sua ricerca sì, e può durare una vita nonostante l’esito tutt’altro che garantito».

“The Quest For Happiness” sarà visitabile al Gösta Serlachius Museum di Mänttä, Finlandia, fino al 29 marzo 2020.

Federico Solmi The Loving Despot. Julius Caesar | Il despota amorevole. Giulio Cesare 2019 acrylic paint, gold leaf, and silver leaf on plexiglass, LED screen, video loop acrilico, foglia d’oro, foglia d’argento su plexiglass, schermo LED, video loop 122 x 183 cm Courtesy the artist.
Silvia Camporesi Cagli Theater | Teatro di Cagli 2018 inkjet print stampa a getto di inchiostro 100 x 130 cm
Okkult Motion Pictures (Alessandro Scali & Marco Calabrese) Blink. Giphoscope 2015 wood, aluminium and plastic coated paper legno, alluminio e carta plastificata 21 x 17,5 x 13,5 cm

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