29 maggio 2023

“The Whole Is More Than The Sum of The Parts” di Cristiano Carotti

di

Fino al 31 maggio
L’artista italiano Cristiano Carotti a Dubai mette in scena la complessità della natura in una mostra che lega l’arte tradizionale al digitale

Cristiano Carotti, Art in space, Dubai

Oltre i confini dell’arte. E della natura. É l’esperienza proposta dall’artista italiano Cristiano Carotti a Dubai, con un progetto che si compone di una serie di tele, ceramiche, animazioni digitali e video installazioni ispirate dalla natura e dal suo territorio di provenienza, l’Umbria, riscoperta negli ultimi quattro anni anche grazie alla pratica della ceramica. Si tratta però di un nuovo ciclo di lavori realizzati appositamente per Art In Space di Dubai, prima galleria di arte digitale multisensoriale al mondo. Dove l’artista riesce (in modo sublime, peraltro) a legare l’arte tradizionale, che oggi potremmo definire analogica, a quella digitale, molto in voga in questi ultimi anni. Soprattutto in certe zone del mondo. 

Cristiano Carotti, Art in space, Dubai

Ma Carotti non abbandona la sua cifra artistica e le sue tecniche tradizionali (con le quali, peraltro, è contemporaneamente esposto alla rassegna di ceramica contemporanea della Festa all’Abbadia Nuova, a Siena, che lega storicamente la Nobile Contrada del Nicchio al mestiere dei vasai, in un’occasione di promozione artistica e culturale di viva attualità, insieme ad artisti nazionali e internazionali come Petra Weiss, Carlos Carlè, Nico Caruso, Antonia Campi, Giorgio Laveri, Alessio Tasca, Lee Babel, Adriano Leveroni, Carlo Zauli), cercando anzi una connessione con le nuove forme e tecnologie. L’impiego delle più innovative tecnologie che caratterizzano Art In Space offre dunque all’artista l’opportunità di oltrepassare i confini del mondo dell’arte contemporanea; unendo l’universo fisico e il mondo digitale in un’esperienza unica, in grado di coinvolgere i cinque sensi e creare una comunicazione intima con lo spettatore. «Di tutte le cose infatti che hanno più parti e il cui insieme non è come un mucchio, ma è qualcosa di intero oltre le parti, c’è una qualche causa», diceva Aristotele. Ed è quanto vuole richiamare oggi l’artista con l’esposizione: “Il tutto è più della somma delle sue parti. La natura è un sistema complesso”.

Cristiano Carotti, Art in space, Dubai

Dopo la partecipazione alla tripla personale dal titolo “The Dead Cities” del 2017 alla Sconci Gallery, Cristiano Carotti torna quindi a Dubai, indagando – stavolta – il tema della percezione del divino negli elementi naturali con una simbologia scarna e selvatica, immersa in paesaggi dalle cromie potenti e acide, in un percorso che si sviluppa secondo la linea verticale-spirituale che unisce la terra al cielo. Come già esplorato in altri lavori e in altre forme, ma sublimando questa volta la sua ricerca in un’ibridazione che lega più forme di espressione. I lavori dell’artista nascono infatti dalla terra – attraverso l’utilizzo di terre e argille – arrivando al cielo – mediante l’ausilio di dispositivi tecnologici come il drone: dagli animali in argilla trasformati in preziose ceramiche agli elementi della Natura simboleggiati dal fiore di cardo, passando per i campi di grano e le foreste dell’Umbria dipinti ad olio, l’artista guida lo sguardo dello spettatore invitandolo a librarsi in alto, rivolgendosi al sole e orientando lo spirito ad ascendere seguendo armoniosamente la brezza tra le cime degli alberi. 

Carotti decide di sciogliere progressivamente la materia in un percorso che va dalla scultura alla pittura, arrivando all’animazione di quest’ultima attraverso un uso etereo del digitale finalizzato alla creazione del fulcro concettuale di questa mostra, ossia la video installazione dal titolo Se l’occhio non fosse solare, come potremmo vedere la luce, realizzata grazie all’utilizzo di un drone e di una telecamera a 360° ad altissima risoluzione, con più di 48 ore complessive di volo sopra la dorsale appenninica e in particolare sopra al monte San Michele, al confine tra i Monti Martani e i Monti Reatini. Ciò che rende unica la transizione dal materico al digitale è l’integrazione multisensoriale: con l’opera che si trasforma così in esperienza di arte totale attraverso il coinvolgimento di tutti i sensi: odori, suoni, immagini raccontano il messaggio profondo dell’artista. 

Cristiano Carotti, Art in space, Dubai

Ma c’è di più. La capacità di percepire negli elementi naturali il divino – concetto che ha tante definizioni e sfumature quanti sono gli esseri umani – è una nostra prerogativa e il cardine di una spiritualità che lungo la strada abbiamo perso. Un giorno senza tramonto è la riconquista della nostra essenza divina: Carotti intende farcene fare esperienza simbolicamente, attraverso una luce che si rinnova nel miracolo quotidiano dell’alba e del tramonto, senza che le tenebre giungano mai. Un’esperienza raggiungibile solo in uno stato meditativo di beatitudine, quando si approda ad un piano superiore rispetto alla naturale armonia degli opposti, necessaria alla vita terrena. Caratteristica distintiva e fondamentale della video-installazione sono le musiche originali del compositore Valerio Vigliar che conferiscono un valore ulteriore all’opera, introducendo una sorta di piccola drammaturgia sonora composta da vari quadri, come a voler scandire i vari momenti di questo dialogo tra l’alba e il tramonto. La costante ricerca della connessione cielo-terra si rinnova nelle quattro opere dal titolo Upland Plane. 

Come un viaggiatore che approda a un altopiano, Carotti invita a perdersi in un panorama digitale in costante trasformazione, all’interno di grandi finestre in acciaio incorniciate da animali di ceramica che vegliano e accompagnano lo spettatore; anche gli Upland Plane si completano della colonna sonora originale di Vigliar. Per una vera e propria esperienza extra-sensoriale, capace di suscitare in ogni visitatore più di una riflessione.

Cristiano Carotti, Art in space, Dubai

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