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Tracciare il pensiero: a Torino le visioni sospese di Iran do Espírito Santo
Mostre
Il percorso espositivo del palazzo nobile della galleria Mazzoleni accoglie i visitatori con Switch (2025) il murales site-specific di Iran do Espírito Santo (Mococa, Brasile, 1963) in cui 56 sfumature di grigio creano una graduale scala cromatica. Al centro della parete, all’interno del climax tonale, un portale apparente sembra sospeso nello spazio. La sua natura transitoria, in quanto opera muraria, gioca ruolo importante nella produzione dell’artista brasiliano. «Per me, sono ‘opere di resistenza’, che esistono nonostante una società ossessionata dal consumo. La loro natura effimera diventa parte della condizione stessa della loro esistenza, e forse aggiunge un ulteriore strato poetico, come un’arte del tempo oltre che dello spazio»,afferma l’artista.

La ricerca artistica di Iran do Espírito Santo mantiene una coerenza astratta anche nell’applicazione scultorea. Oggetti quotidiani familiari sono da lui resi estranianti attraverso l’uso di diversi materiali come granito, vetro, acciaio, rame o pietra. Nella serie Globe (2011) le sue sculture in marmo bianco sono essenziali e minimali e prive di qualsiasi dettaglio superfluo, con geometrie sobrie e solenni che si manifestano nella purezza del materiale candido in una dimensione sacrale. Reflexive Windows (2020) sono opere a parete in granito nero lucidato e poi levigato, così lucenti da diventare uno specchio. Come delle finestre sulla notte, lasciano l’osservatore sospeso in una sorta di ambiguità. All’interno del labirinto concettuale, alla fine del lungo corridoio che percorre lo spazio espositivo, è ben visibile l’opera Untitled (Key Hole) (2002), una scultura tridimensionale, sempre in granito nero, che trasforma lo spazio in un gioco surreale. L’opera altera la percezione della galleria, e prendendo la forma di un buco di serratura, invita a varcare una soglia invisibile.

La mostra Tracciare il pensiero, trova la sua applicazione semantica nella serie Curtains (2025), in cui disegni a grafite su carta, ripercorrono ripetitivi linee curve a intervalli di un millimetro. Come partiture musicali e vibrazioni del pensiero, sembrano trascrivere la leggerezza del pensiero. Le opere sono ispirate dal contorno di una tenda di velluto barocca, osservata e studiata da Iran do Espírito Santo durante un soggiorno romano. Nella dimensione disorientante dell’artista brasiliano, alcuni strumenti tecnici utilizzati per misurare e progettare, sono costruiti su scala monumentale in acciaio inossidabile. Come se fossero gli attrezzi di un artefice divino, un grande metro dalle misure variabili e un compasso di quasi due metri, riflettono i limiti della condizione umana.
La mostra ripercorre gli ultimi vent’anni della carriera artistica di Iran do Espírito Santo e per l’occasione è presentato il catalogo con testo critico di Jacopo Crivelli Visconti. Il progetto anticipa una successiva esposizione dell’artista presso Mazzoleni Milano, dal 21 gennaio al 28 marzo 2026.















