11 aprile 2024

Trialogo, polifonia del segno: tre artisti in mostra da Basile Contemporary, Roma

di

A Roma, la giovane galleria Basile Contemporary prosegue con la sua programmazione di ricerca e presenta una mostra a tre segni, con le opere di Matteo Basilé, Danilo Bucchi e Paolo Grassino

Fino all’11 maggio, la galleria romana Basile Contemporary (via di Parione, 10) ospita Trialogo, una mostra dedicata a Matteo Basilé (Roma, 1974), Danilo Bucchi (Roma, 1978) e Paolo Grassino (Torino, 1967). La collettiva – ideata da Rosa Basile, in collaborazione con l’art dealer Giuliano Rocca e a cura di Gianluca Marziani – presenta 14 opere tra sculture, fotografie e dipinti. L’obiettivo del curatore è aprire un dialogo tra tre artisti che, apparentemente, considerati i differenti linguaggi di cui si avvalgono, non hanno nulla in comune. «Ognuno di loro fa risuonare un linguaggio primario – spiega Marziani – una matrice d’ingaggio che nel processo formale ha portato l’artista a frammentare, ripensare, ibridare e ricomporre l’archetipo per poi nuovamente sfaldare, cicatrizzare, atomizzare i risultati, creando così la struttura semantica del proprio arcano estetico».

Matteo Basilé, MARBLE ADAM

La tecnica d’elezione di Basilé è la fotografia, ibridata alla tecnologia, al fine di esplorarne le potenzialità della digitalizzazione. I risultati sono immagini che riescono nel tentativo quasi impossibile di conciliare idee normalmente inconciliabili come il bello e il grottesco, il reale e il surreale, il naturale e l’artificiale. Allo stesso modo la fusione tra sogno, fantasia e realtà non è più il soggetto dello scatto fotografico ma una narrazione riconoscibile e priva di limiti percettivi.

Danilo Bucchi, VOLUME

Danilo Bucchi, con i suoi dipinti, conduce il visitatore in un universo di segni che rimanda alla tradizione dell’astrazione europea delle prime avanguardie. Il suo lavoro parte dal disegno che diventa il pretesto per esplorare sentimenti autobiografici, espressi perlopiù mediante gesti rapidi e immediati. Le opere registrano il movimento dell’artista durante la loro stessa produzione, tramutandosi così in testimonianze di un atteggiamento performativo che segue un ritmo musicale dai tratti poetici.

Paolo Grassino, Tumulto

Invece, Paolo Grassino dà vita a sculture che sfruttano i materiali più vari, come la gomma sintetica, il legno, il polistirolo, la cera, ma anche fusioni in alluminio o calchi di cemento. Le sue opere, di grandissimo impatto visivo ed emotivo, tendono a generare nell’osservatore una riflessione profonda a proposito del mondo che abbiamo creato, nonché a proposito della società contemporanea, secondo lui, ormai alla deriva.

Trialogo, veduta della mostra, Basile Contemporary, Roma, 2024. Ph. Salvatore Orfino
Trialogo, veduta della mostra, Basile Contemporary, Roma, 2024. Ph. Salvatore Orfino

Nonostante le differenze tra i linguaggi espressivi dei tre artisti in mostra, Gianluca Marziani è riuscito a individuare vari punti di contatto che consentono di aprire un interessante dialogo a tre. Il curatore afferma in proposito: «Trialogo è parola che contiene l’ampliamento del dialogo prima della polifonia orchestrale, incarnando quel passaggio stereofonico dei contenuti che avviene sull’asse limpido di una triangolazione dialettica. Trialogo, perciò, come risultato di una compenetrazione luminescente tra valori teorici del segno figurativo».

Trialogo, veduta della mostra, Basile Contemporary, Roma, 2024. Ph. Salvatore Orfino
Trialogo, veduta della mostra, Basile Contemporary, Roma, 2024. Ph. Salvatore Orfino

Ad accomunare i tre artisti, non solo l’appartenenza alla stessa generazione ma anche una linea tracciante che attraversa la loro ricerca: il segno che domina i quadri in bilico tra figurazione e astrazione di Bucchi, il segno che si ripete serialmente per dare forma alle sculture di Grassino e, ancora una volta, il segno che taglia, divide e seziona gli scatti di Basilé. «Tuttavia, – spiega il curatore – tra i protagonisti della mostra esiste anche un dialogo più formale che consiste nella riduzione dei colori all’essenzialità, ovvero al solo uso del bianco e del nero, con un’unica concessione al grigio».

Trialogo, veduta della mostra, Basile Contemporary, Roma, 2024. Ph. Salvatore Orfino
Trialogo, veduta della mostra, Basile Contemporary, Roma, 2024. Ph. Salvatore Orfino

Plauso all’allestimento delle opere, equilibrato, e plauso al lavoro di Rosa Basile, titolare dell’omonima galleria. Basile Contemporary è stata coraggiosamente fondata nel 2021 nel cuore della Città Eterna e, da allora, ha collaborato sia con artisti del calibro di Giosetta Fioroni e Mimmo Paladino, sia con stimati curatori come Adriana Polveroni, Alberto Dambruoso e Francesca Canfora. Infine, Trialogo non solo dimostra la determinazione di Basile Contemporary a procedere lungo un percorso di qualità, ma conferma anche il merito del Premio Young, ricevuto alla prima edizione della fiera Roma Arte in Nuvola per la migliore galleria under 5.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui