01 dicembre 2023

Utopiche Seduzioni, alla Fondazione Dino Zoli una mostra sull’ecosostenibilità

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A cura di Nadia Stefanel e Matteo Galbiati, il progetto alla Fondazione Dino Zoli di Forlì riflette sull’utilizzo dei materiali nelle opere d’arte, dal Dopoguerra a oggi, tra media e sensi

Visitatori Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina35

Che gli artisti si facciano portavoce di istanze che appartengono alla comunità e che le loro opere rappresentino l’espressione di un sentire collettivo, è ciò che permette all’arte di essere realmente contemporanea, di vivere e abitare il nostro secolo. La mostra Utopiche Seduzioni: dai nuovi materiali alla Recycled Art. Da Piero Manzoni alle ultime generazioni ha il merito di inserirsi nel vivacissimo dibattito attorno alla questione della crisi climatica rivendicando una presa di posizione chiara e netta. L’arte si fa politica negli spazi della Fondazione Dino Zoli di Forlì, dove sono chiamate a raccolta tante e diverse sensibilità artistiche, per dare testimonianza di un bisogno e un’urgenza non più prorogabili.

Matteo Galbiati, Monica Zoli e Nadia Stefanel. Ph. Resina

Il tema del reimpiego degli scarti e della gestione di materiali viene declinato da 25 artisti con un’eterogeneità di soluzioni tale da rendere la mostra simile a un’orchestra. Con una varietà di media – pittura, scultura, fotografia, installazioni e site specifice di sensi coinvolti – tatto, olfatto, udito e, naturalmente, vista – il progetto riesce pienamente nell’intento di comunicare l’universalità del problema ambientale e il pericolo che tutti noi stiamo correndo.

Monica Zoli, Nadia Stefanel, Matteo Galbiati, Rosalia Pasqualino di Marineo e Artisti. Ph. Resina

Gli iconici Tappeti natura di Piero Gilardi avviano il percorso con una testimonianza delle prime riflessioni in Italia, a partire dagli anni ‘60, sul problematico rapporto dell’uomo con la natura. Tre Achrome di Piero Manzoni – un prestigioso prestito da parte della Fondazione Piero Manzoni di Milano – dialogano con le opere di Artan Shalsi, il quale esplora le possibilità transfigurative dei materiali attraverso la creazione di opere aniconiche. Di contro, l’immagine torna a invadere la parete di fronte, con le fotografie di Enrico Cattaneo, che trasforma una forbice arrugginita in una malinconica ballerina, e di Thierry Konarzewski, il quale sottolinea come i nostri rifiuti e la nostra identità finiscono per corrispondere: siamo ciò che lasciamo.

Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023 Ph. Resina
Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina

Gli scarti dell’industria tessile sono il principale medium di gran parte delle opere esposte: Giulia Nelli utilizza dei collant strappati e attorcigliati per rappresentare le inquietanti viscere della Terra. Una Terra in disperata ricerca di un dialogo con noi, testardamente sordi al suo richiamo. Scarti di denim trovano nuova vita –  anzi, sette nuove vite – nelle sette maschere africane realizzate da Afran, artista originario del Camerun che mette così in dialogo il suo vissuto intimo, personale e unico, con il simbolo per eccellenza dell’omologazione.

Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina
Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina
Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina
Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina

Di tutt’altra provenienza i materiali utilizzati per l’installazione di Alessio Barchitta: piastrelle recuperate dal greto di un fiume e guano di piccione danno forma a dei finti cuscini e a una piccola testa di puttino barocco. L’opera crea così un cortocircuito tra la nobiltà dei soggetti e la bassezza della materia: in cosa risiede, dunque, il valore di un oggetto?

Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina
Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina
Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina
Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina

Stupisce per la sua semplicità e raffinatezza l’opera di Miriam Montani. I suoi cinque piccoli disegni sembrano realizzati col carboncino: invece, è polvere. Un’operazione di riciclo poetica, un’opera elegante che fa un rumore immenso. Lascia letteralmente parlare il paesaggio Sasha Vinci, che traduce lo skyline naturale della città di Volterra in un’armonia musicale, la voce del cielo e della terra. Un invito ad ascoltare ciò che ci circonda, a ricordarci della nostra piccolezza di fronte a ciò che è infinitamente più grande di noi.

Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina
Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina
Veduta della mostra Utopiche seduzioni, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2023. Ph. Resina

Le quasi 30 opere tessono dialoghi segreti, ai quali lo spettatore è invitato a partecipare. L’utopia di un mondo migliore è ciò che rende questa mostra, per tutti noi, così incredibilmente seducente. La mostra Utopiche Seduzioni sarà visitabile alla Fondazione Dino Zoli di Forlì fino al 24 marzo 2023.

1 commento

  1. Viene voglia di scoprire e toccare, sorprendersi e capire. Un articolo che ha il merito di coinvolgere e accompagnarti quasi fisicamente fra un allestimento e l’altro. Fino a marzo avrò tempo!

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