04 dicembre 2023

Via della Sapienza. La personale di Fiorella Rizzo nel Complesso di S. Ivo alla Sapienza

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La ricerca di Fiorella Rizzo trova casa all’interno del Complesso di S. Ivo alla Sapienza, a Roma, per una mostra che dà forma e sostanza al concetto e al processo del sapere

Manoscritti, Giordano Bruno

A volte accade nel percorso di un artista di lavorare per anni a un’idea, a un progetto o a delle opere percorrendo una strada senza conoscerne la destinazione. Nei casi più fortunati avviene poi un incontro, un momento in cui quella ricerca trova un luogo, che diviene proprio dell’artista e delle opere che ha sin lì prodotto. Questo è il caso di Fiorella Rizzo che nell’occasione di questa mostra ha trovato spazio, “casa” mi vien da dire, proprio all’interno del Complesso di S. Ivo alla Sapienza, a Roma, per una ricerca iniziata anni prima.

Questa mostra, che nasce dalla collaborazione tra l’Archivio di Stato di Roma e lo Studio Stefania Miscetti è, infatti, il frutto di fortuite e fortunate scoperte ed incontri, che dal 2014 a oggi hanno reso possibile la sinergia tra l’artista, lo spazio che ospita la mostra, il Direttore dell’Archivio di Stato Michele De Sivo e la gallerista romana.

Via della Sapienza è, a tal proposito, l’antico nome attribuito a partire dal 1431 all’attuale Corso Rinascimento. Questa scoperta, insieme ad altre riguardo gli edifici e le vie presenti in quella zona (in particolare la storia dei vari spostamenti e ricostruzioni dell’attuale chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore, già San Giacomo degli Spagnuoli), hanno avviato la ricerca di Rizzo che ha iniziato a sviluppare una serie di opere oggi in mostra. Si tratta dei lavori risalenti al 2015/2016, Aforismi e Campane che, unendosi a Convito (2016/2020), Lingue, e Manoscritti (2023) rendono lo spessore del percorso e della ricerca compiute dall’artista nel corso di questi anni.

La mostra inizia già all’ingresso del Complesso: lungo i Loggiati inferiore e superiore l’artista ha posizionato a terra le sue Campane, opere che riportano a quel gioco di antiche origini che tutti noi abbiamo fatto più e più volte nel corso della nostra infanzia. Un percorso anche questo, che si compie durante il gioco e verso la sala borrominiana in cui sono custoditi i preziosi documenti dell’Archivio di Stato.

All’interno della Sala Alessandrina, circa a metà, due grandi pannelli verticali si fronteggiano. Si tratta di Lapidario, in cui pietre di argilla cruda fissano alla struttura portante Aforismi, realizzati tra il 2015 e il 2018. Queste opere nascono dalla sovrapposizione di più fogli, in cui ciascuno fa trasparire quello sottostante e contengono aforismi di intellettuali, scienziati, artisti, musicisti dai quali Rizzo ha elaborato un dialogo di segni grafici e passaggi pittorici, mentre sul fondo campeggia la figura, quasi impercettibile, de La Minerva di Arturo Martini.

Lapidario

Sul fondo si trova Convito una lunga tavola composta da opere realizzate tra il 2016 e il 2018, intorno alla quale l’artista ha fatto sedere diciotto sapienti, il cui nome è sempre Via della Sapienza scritto in diverse lingue. Su questa tavola, vestita con una tovaglia dalla cui trama damascata si intravede un sincretismo di monumenti del mondo, l’artista ha posizionato libretti dove frasi e citazioni si uniscono a disegni e segni grafici. Steli di calici fanno da basamento a piccole sculture, simboli più o meno riconoscibili ed espliciti di quel che nei secoli ha affiancato il concetto di Sapienza. Ancora pietre dorate, che poggiano e si mescolano a quei quaderni messi al centro della tavola, come soggetti di incontro e scambio di lunghi momenti conviviali. Ad avvicinarsi a questo banchetto, mentre si scorrono le pagine di quaderno su cui l’artista ha riportato frasi di noti esponenti della cultura nei secoli, sembra quasi di sentire quelle voci che nel sovrapporsi e incrociarsi trovano armonia di menti e intenti.

Manoscritti, Umberto Nobile
Manoscritti, Bellezza Orsini, particolare

Via della Sapienza ha infine trovato ultima attuazione nella sinergia nata tra l’artista con il proprio progetto e il Direttore Michele De Sivo. Quest’ultimo ha scelto, infatti, i manoscritti e i documenti che avrebbero preso parte all’esposizione, perché la via percorsa da Rizzo si conclude con le opere realizzate in dialogo con le preziose testimonianze storiche custodite dall’Archivio di Stato. Teche espositive contengono queste ultime e le opere Manoscritti: due mani, calchi di quelle dell’artista, svolgono e tengono aperti lunghi fogli su cui sono tracciati segni grafici sovrapposti, come di scritture archetipe, mentre simboli/oggetti in argilla cruda richiamano la storia e la vicenda dei protagonisti dei documenti scelti. Così una lancia d’oro è per il documento del verbale di condanna a Francesco Borromini del 1667; una parentesi quadrata per l’estrema testimonianza processuale di Giordano Bruno nel 1600; una bocca dolorante per la lettera di Aldo Moro scritta durante i giorni di prigionia nel 1978; una bocca orante per l’infinito telegramma sulla spedizione di Umberto Nobile al Polo Nord del 1928; un chiodo dorato per il quaderno autografo di Bellezza Orsini accusata di stregoneria nel 1528.

Lingue, in una teca ottagonale posta all’ingresso della sala, apre e chiude la mostra. Anche qui la grafica e la scrittura su carta incontra la plastica delle lingue d’oro che occupano insieme gli spicchi dell’ottagono. E dove ciascun foglio riporta come un raggio verso il centro la composizione grafica dell’artista, così un disegno di spirale raccorda tutti i fogli nell’incontro verso la parola Sapere.

Lingue
Lingue

Nel corso dell’inaugurazione l’intervento performativo di Alessandra Vanzi, ideato insieme a Fiorella Rizzo, ha dato voce agli illustri personaggi che vivono in questa mostra come nell’intera ricerca della nostra artista, che ha qui trovato espressione compiuta.

Via della Sapienza, a cui si riferisce la targa di accesso al porticato superiore, rappresenta non una ricostruzione storica o citazionistica, ma un processo consustanziale al tutto dove ciascun elemento, come il color oro, non è stato scelto ma è, appartiene, a esso. In uno dei templi del sapere trova, dunque, corpo e fisicità una ricerca artistica e filosofica dalle radici ben più profonde dell’attuale occasione, che vive in queste opere e grafie, espressioni di conoscenza e pensiero che percorrono all’infinito quaderni, libri e rotoli, oltre il tempo e lo spazio.

La mostra sarà visitabile fino al 15 dicembre 2023.

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